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Giovanni e Dora

“Che brutta sensazione,passare la mano sul viso e sento i peli ispidi della mia barba incolta. Cerco con lo sguardo il mio bastone, lo vedo , caduto per terra. Deve essermi scivolato ieri sera, Dora mia,quando stanco per i festeggiamenti del mio compleanno … mi sono seduto sulla poltrona … mi hai fatto ballare tutta la sera, e come ridevi per i miei passi goffi. Certo,non sono più il giovane ventenne baldanzoso che hai conosciuto e la gotta mi uccide. Sei stata tremenda a propormi quel twist … sappi che me la pagherai per questo … ahi ahi! “ Faccio leva sui braccioli,provo ad alzarmi, e dirigo i miei passi verso il bastone. “Sarà, una bella impresa chinarmi per prenderlo “ mi dico,mentre amaramente sorrido. Il dolore alle caviglie si fa forte e mi sento vacillare,non credo di potercela fare … !se tu fossi qui,te ne direi tante, ma tante farmi stancare e brindare così ai miei settant’anni … e tutta quella torta, ne avrò mangiate almeno tre fette. Sarebbero dovuti venire pure i ragazzi a festeggiare con noi. Ma Dario, era fuori per una chiamata dell’ultimo momento, aveva detto, una signora si era sentita male e lo aveva chiamato d’urgenza … già da un mese sta male quella signora! Vincenzo aveva la partita di calcetto, come se il mio compleanno capitasse all’improvviso e non avrebbe potuto rimandare . Gianna aveva le amiche a casa,per un torneo di Bridge,che proprio non immaginava si protraesse così a lungo,”scusami papà, ti voglio bene, auguri” e anche lei sparita lasciandomi solo. Per non parlare di Ida, con l’emicrania. Già l’emicrania e poi a sua figlia Bice le scappa di dire che era andata al cinema. Dora mia, se non ci fossi tu … ma cosa sono diventati questi nostri figli … cosa ne è stato di tutto quel bene che abbiamo letto in tutti quei bigliettini ..ricordi? Ieri abbiamo aperto la scatola della memoria, lo facciamo ogni anno .. quanto amiamo questo piccolo rituali,che ci riporta alla memoria emozioni che altrimenti avremmo dimenticato. Insieme ai bigliettini della loro nascita abbiamo conservato tutte quelle piccole cose, che ci parlavano della loro crescita, delle piccole e grandi scoperte . Le loro incredibili risposte alle nostre solite domande, le letterine scritte per la festa del papà … quante parole! Papà sei unico! E poi in un'altra Gianna scrive “ Al papà migliore del mondo, promettimi che non mi lascerai mai! “ Al papà speciale . Papà grazie che mi aiuti sempre. Papa sei il mio migliore amico …. Papà voglio stare sempre con te … quante parole Dora. Ma dove sono,oggi i nostri figli,non li vediamo da due mesi,due mesi Dora, e non hanno un minuto per passare a fare due miseri auguri al loro papà unico e speciale? Non chiedevo un regalo Dora,e neppure un solo giorno della loro vita, ma almeno una fetta di torta da mangiare insieme … era sempre piena di voci questa casa , ed ora il silenzio mi uccide il cervello e mi impedisce,pure di pensare .Perché Dora, perché sono andati via . Li abbiamo amati così tanto,abbiamo rinunciato a tante cose,per comprare, poter offrire loro il meglio …. Ed ora … neanche il tempo di una fetta di torta, Dora ,hanno più per me …e anche tu Dora, ti guardo in questa foto,l’ultima che ci ritrae insieme ,prima che quel camion,ti travolgesse e ti portasse via da me ..eri uscita a comprare le candeline per una torta che non è stata mai più mangiata . Ancora, ti rivedo bella e dolce nel tuo sorriso di donna innamorata … perché Dora,perché hai permesso a quel camion di portarti via ...perché non sei con me … mi manchi Dora … mi manca l’aria … e sono solo in questa casa dove il silenzio uccide anche il pensiero …



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Racconto scritto il 04/03/2013 - 22:44
Da Carla Davì
Letta n.1247 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Rosaria,Maria Maddalena, Antonio e Daniela,vi ringrazio per i vostri lusinghevoli commenti ... mi fa piacere abbiate sentito,anche vostro,un problema che ogni giorno si consuma nella casa di tanti,la solitudine cieca ed aberrante che uccide il pensiero e la voglia di vivere ...
Grazie ancora a tutti voi,per leggermi sempre con attenzione ..un abbraccio

Carla Davì 08/03/2013 - 19:23

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Il tuo bellissimo racconto mi ha suscitato sensazioni e pensieri contrastanti. Da una parte tutta la dolcezza e la partecipazione al dispiacere di un genitore dimenticato, "declassato" dai figli. Dall'altra, rabbia e astio verso tantissimi, ma davvero tantissimi, figli che dimenticano chi li ha amati, allevati, e ha dato loro un futuro: come si dimentica un ombrello al bar quando è finito di piovere...
Bravissima

Daniela Cavazzi 07/03/2013 - 14:23

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davvero toccante...hai portato in questo spazio un tema più che mai attuale...quello dei figli(ovvio, non tutti) che non hanno tempo per i genitori...per gli amici e per tutto il resto, il tempo lo trovano...magari si assentano dal lavoro...ma il tempo lo trovano...è triste..ma è così e questa storia che hai così bene raccontato è una testimonianza di come va il mondo...mi complimento ancora con te..lo so..lo faccio ogni volta perchè ogni volta mi stupisci...un abbraccio..

antonio giraldo 07/03/2013 - 11:49

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bella è molto reale

MARIA MADDALENA SCANNELLA 07/03/2013 - 10:00

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Bello.....brava

Rosaria Bottigliero 07/03/2013 - 08:21

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