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Il pappagallo Frankje

Tutti gli animali sono dotati di anima e non è di livello inferiore, rispetto a quella umana; ossia relativa al solo significato di soffio vitale, elemento incorporeo che guida l'organismo, che ne definisce l'indole e il comportamento (di mitezza o aggressività, di isolamento o socialità, di miopia o lungimiranza, egoismo o altruismo, frugalità o voracità, o d’altro genere), senza assurgere alla dimensione spirituale. Hanno pari dignità e identicamente concorrono alla evoluzione o regressione della specie. Il pappagallo Frankje, compagno di vita di Michele Scarponi, è lì appoggiato ad un segnale stradale di quell’incrocio maledetto, dove l’Aquila di Filottrano (Scarponi) ha perso la vita investito da un furgone. Non vuole volare via e anche la sua vita s’è fermata lì; non potrà più stare sulle spalle del campione, mentre si allena in bici. Frankje, un pappagallo (femmina) svezzato da un autotrasportatore del paese, un cicloamatore per passione, che aveva deciso di farlo vivere in uno stato di semilibertà, come d’incanto la prima volta si appoggiò sulle spalle di Michele, durante gli allenamenti del ciclista e da quel giorno è nata una bellissima amicizia tra l’uomo e l’animale. Frankje era sovente fargli compagnia, restando attaccato alle spalle del campione ed erano diventati inseparabili, anche quando si allenava a Filottrano, il borgo in provincia di Ancona in cui vivevano. Non accetta la morte al cospetto dell'ineluttabile, si sta lasciando morire per la perdita dell’amico; non vuole sentire ragioni e aspetta che da un momento all’altro, Scarponi passi di lì in sella alla sua bici e lui dolcemente planare sulle sue spalle. Questi comportamenti dimostrano che gli animali percepiscono l'imminenza della morte o la disabilità momentanea e ne abbiano un rispetto quantomeno funzionale, ma hanno una abnegazione e spirito di sacrificio e di rinuncia unito a un'assoluta dedizione al bene dell’amico umano, che può sfociare nell’ipocondria. Presuppongo che in Frankje ci sia una coscienza o volontà di immolazione, nonostante l’istinto di conservazione della specie, di rimanere accanto all’amico umano in eterno. Molti uccelli vanno a morire in caverne, anfratti o altri ripari; quelli urbani si appartano nei solai disabitati e nei camini abbandonati, spero che il pappagallo riesca a metabolizzare il lutto e riesca ad appropriarsi della propria vita. I nuovi media ci informano delle imprese a volte eroiche di animali legati all'uomo, che hanno guadagnato particolare gratitudine o ammirazione. Con tutti gli animali l’uomo può stabilire rapporti di compatibilità con reciproca convenienza, da sempre però l'uomo vive un rapporto privilegiato con il cane in virtù di una maggiore naturale comunicabilità. Totò affermava che i cani sono esseri a metà tra i bambini e gli angeli; si riferiva poeticamente all'indole (quella animale) buona e leale e soccorritrice, angelica, e alla ingenuità e fragilità e purezza, angelica, dei bambini. Cani e cavalli sono stati spesso amici inseparabili dell'uomo, i primi per la fedele affettuosità nel privato della vita domestica, i secondi per la compagnia nelle avventure cavalleresche o guerresche. Milioni di cani hanno sopperito presso gli umani alla mancanza di compagnia o di affidabilità; qualcuno di loro è entrato nella storia per gesto estremo di sacrificio amorevole. Come più spesso gli uomini prediligono i cani così le donne prediligono i gatti. Questi felini sono insieme miti e aggressivi, sono selvatici e domestici, agili e sornioni, vagabondi e abitudinari, indipendenti e socievoli, irascibili e coccoloni, vendicativi e docili. Piacciono anche agli artisti e ai solitari, alle donne sole e alle bambine. Il Cinema ha reso familiari le animazioni dei disegni che simulano i comportamenti animali; li ha fatto ancor più apprezzare poiché ha dato loro sentimenti e saggezza umani esemplari. L’uomo dal canto suo, col crescere dell’autostima, fino all’esaltazione del proprio prepotere, è giunto all’assoggettamento indiscriminato della natura e alla sopraffazione degli animali, portata alle soglie della loro estinzione. Le recenti generazioni del benessere (per l’Italia, nel secondo dopoguerra) hanno eccessivamente accresciuto il consumo di carni bianche e rosse, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di molte specie animali non ripopolabili. Sussistono numerose sacche di spregio verso gli animali: pescatori, autorizzati e non, falcidiano i mari senza distinzione di specie; cacciatori senza scrupoli in talune popolazioni, professionisti e dilettanti, decimano animali in estinzione ma pregiati per le pelli o le pellicce o le carni o le zanne od il siero od altro; covi di malviventi destinano cani o galli a lotte mortali dedicate a sadici spettatori o scommettitori; laboratori pubblici e privati tormentano e uccidono svariati animali per vivisezione o sperimentazioni discutibili; cacciatori dilettanti uccidono per il solo gusto di uccidere; in cima a tali nequizie si pongono le corride che ammazzano, è vero, pochi tori ma al cospetto di folle plaudenti e complici. Il cacciatore che caccia per svago è un vigliacco: attacca senza avvertimenti anzi subdolamente attacca nascondendosi o offrendo esche avvelenate; spara ad animali indifesi, spara senza competizione, spara protetto. Il torero è un vigliacco gentile, elegante, solo nell'abito e nelle movenze; egli lotta armato, non alla pari, non a mani nude, nasconde l'arma da bugiardo codardo e quando soccombe si fa assistere da decine di altri uomini armati. Fiacca il toro già stremato da altri e lo fa trascinare, morto, per la coda come se lo svergognato codardo fosse il toro! Questa è pura follia, quando lo si fa per gioco, per sport, per lavoro, per soldi, per la fama! Fortunatamente l’ultima generazione fa però riscontrare (primi anni 2000) un forte aumento delle scelte vegetariane per ragioni sì economiche e salutistiche ma anche per il pregiudiziale maggior rispetto degli animali. Oggi va sempre più crescendo un nuovo sentimento d'amore per gli animali ma accanto alla sensibilità di pochi (tra cui Michele Scarponi) c'è la colpevole insensibilità di molti.



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Racconto scritto il 25/04/2017 - 15:19
Da Savino Spina
Letta n.3083 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Tra tanta malvagità elencata, spuntano gli animi puri di un uomo e un pappagallo...
Bello!

Grazia Giuliani 25/04/2017 - 20:41

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Racconto scritto benissimo, molto scorrevole. 5*

Marirosa Tomaselli 25/04/2017 - 19:41

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Quando succedono questi fatti continui a chiedermi come può essere che succedono e che succedano soprattutto in questo modo.
Vite stroncate ai margini delle strade da guidatori presi dalla follia della velocità che magari sono distratti da mille cose.
Il tuo racconto offre una stupenda visione dell'uomo oltre che dello sportivo.
Lo fai con una descrizione molto bella e appassionante.
ma non si può continuare a scrivere necrologi, vorremmo inneggiare alla vita, ma la tragedia è sempre dietro l'angolo.
Grazie per il tuo ricordo.

ALFONSO BORDONARO 25/04/2017 - 19:35

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A te va il mio elogio per la fluidità del racconto, la sensibilità dimostrata nel ricordare un grande campione e il particolare affetto che alcuni amici dell'uomo danno con tanta devozione.... complimenti Savino!

ANNA BAGLIONI 25/04/2017 - 18:37

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Michele Scarponi è stato un uomo con doti umani e sportive fuori dal comune, con la sua spensieratezza, il suo sorriso, la sua classe, ha reso un grosso contributo al mondo delle due ruote. Michele, oltre a grandi valori umani, era un modello di umiltà e sacrificio. Ho voluto rendere omaggio all'uomo specificamente, più che al campione. Attraverso il pappagallo, si evince la moralità pura e candida, che solo la percezione di un'animale riesce a commprovare, altrimenti difficilmente si sarebbe creato un rapporto così inteso tra l'animale e l'uomo simile a quello di un familiare.

Savino Spina 25/04/2017 - 17:34

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Una passerella delle nostre quotidianità maldestre diligentemente seguitata.
Lieto meriggio.
*****

Rocco Michele LETTINI 25/04/2017 - 16:45

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un racconto verità avrei voluto scriverlo io hai elencato con cura tutti le nostre malefatte e si qualcosa cambia ma solo una piccolissima parte bolto bello e ti fa onore questo racconto 5*

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 25/04/2017 - 16:26

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