AUTOSTRADA PER LA SICILIA (2^ parte)
LA TELEFONATA
Per questo, era tempo che la ascoltava. Che ascoltava i suoi racconti. Attentamente, quasi a tentar di cogliere anche la minima sensazione di 'qualcosa che non va'...
Racconti sempre più strani, quelli che Ros le faceva nelle telefonate che seguirono.
Le raccontava di strani incontri: uno fra tutti, probabilmente quello da cui Ros non è mai più tornata....
Suo padre aveva avuto un altro figlio dal suo primo matrimonio. Un figlio anch'esso turbato fin dall’adolescenza, figlio di separati in un'epoca remota, di quelli che molti di noi ricordano dai tempi di scuola negli anni settanta: volutamente diversi, considerati quasi come i figli della colpa dai genitori degli altri. Quindi, emarginati...
Lui. Il suo 'fratellastro'. Che crescendo era dovuto emigrare all'estero perché dichiaratamente gay in una terra dove i gay li appiccavano agli alberi nel bosco per nascondere la vergogna. Anche se terra prolifica di una marea sommessa di omosessuali non dichiarati, forse anche per questo.
Lui. Il suo fratellastro. Che da frasi sconnesse e senza uno straccio di logica proferite da Ros, Elena riusciva a comprendere come la stesse lentamente sottomettendo in un gioco condizionante nella mente e al limite dell'incesto...
Lui, si trovava in vacanza con Ros. Per la prima volta nella loro vita si trovavano insieme. Ed erano in vacanza soli, al mare, per una settimana. Il padre di Ros le aveva concesso questo sgarro alle regole ‘perché era con il fratello’ ignaro della reale condizione del figlio e convinto della sua natura etero tanto quanto il figlio stesso aveva voluto ne fossero convinti tutti, ufficialmente residente all’estero per motivi di lavoro.
Ecco. Era per questo che Elena ascoltava con sempre maggiore attenzione i racconti di Rossana.
Perché sapeva riconoscere i modi e i toni di chi inizia la discesa verso un abisso fatto di obbedienza e di una scarsa cognizione di sé, quando si trovi vittima di stati depressivi e di fragilità psichica ed emotiva. Come chi ha patìto un abbandono. Come Rossana in quella terra all'apparenza così dannatamente avara di emozioni forti e così lontana.
Sapeva riconoscerne i segnali perché ne era stata vittima lei stessa…i percorsi di vita purtroppo, non sempre ci conducono nel luogo giusto al momento giusto...
E come se uscirne avesse rappresentato una sorta di vaccino contro il male, Elena aveva mantenuta intatta la capacità di cogliere nell’aria la presenza di soggetti 'master', persone con abilita' congenite di condizionamento, di asservimento alla propria volontà, con un insano istinto volto a catturare vittime, i 'servants'.
Ne percepiva lo stato d'animo, fiutava l'adrenalina che ne pervade l'anima come un cane da tartufi....
Negli anni che seguirono il suo 'risveglio', Elena aveva già incontrato alcune persone vittime di tale micidiale trappola per topi, di quelle persone che all’improvviso spariscono dalla vita di parenti e amici senza spiegare il perché, che da un giorno all’altro iniziano ad allontanare tutti in concomitanza con il nascere di nuovi rapporti amicali non meglio identificati o identificabili. Che cambiano abitudini, modi, gusti, affetti. Così, d'emblée, in tempi impercettibilmente veloci, quasi sempre tenuti per mano da sconosciuti materializzatisi dal nulla che all’improvviso, sembrano divenire e rappresentare la loro nuova, unica ragione di interesse…
E certamente a Elena, non era accaduto più volte di incontrarne solo per caso, seppure nella casualità di una cena tra amici, come di una gita al mare. E ogni volta era come se un'antenna naturalmente posta nel cervello emettesse un segnale di richiamo al quale non riusciva a sottrarsi.
Una frase ‘strana’ raccontata da un fratello….
Un evento discutibile raccontato da amici…
L’ansia di una mamma per comportamenti di un figlio inusuali quanto privi di oggettiva motivazione ….
Ognuna delle azioni raccontate era compiuta in modo rituale, sempre lo stesso, la cui sequenza sembrava ripetersi ogni volta in modo identico...ed ecco che Elena sentiva scorrere nelle vene il sangue con una violenza immotivata, scariche di adrenalina pervaderle la bocca dello stomaco come un pugno all’improvviso, il sudore permeare freddo dalle carni, il ritmo cardiaco improvvisamente divenire tachicardico….e via! Un altro tuffo nell’indefinibile oscurità della mente del master il cui primo pensiero (lei lo sapeva bene!), all’inizio di ogni ciclo di addomesticamento è proprio quello di individuare chi, tra la cerchia di amici e parenti del servant, abbia la capacità di fargli tana! E una volta individuato il cecchino, il 'cacciatore', il secondo step è allontanarlo con ogni mezzo dal proprio 'servitore'...
Ha! ……e ogni volta, il cacciatore aveva riportato a casa il servant…vivo! Strappandolo ai suoi artigli…E ogni volta lo aveva accompagnato nel ‘risveglio’….
Conosceva ormai fin troppo bene il gioco, Elena. Così come per ognuno di loro aveva imparato a prevederne ogni mossa verso la via di fuga, prima ancora che venisse pensata…e a batterli nel loro stesso territorio, in uno scontro diretto tra il master e il cacciatore, provocandone l’ira in pubblico così da renderne evidente la pericolosità!
Ed era questo, proprio questo che iniziava a sospettare di leggere, nella sempre più confusa ridda di parole di Rossana.
E poi la tachicardia.
E poi il sudore freddo.
E poi il sangue a pulsare forte nelle vene....
E la riconobbe. Si.
Quel pomeriggio al telefono, mentre era fuori città per un’estemporanea di pittura di sua sorella, Ros la chiamo' e da subito, Elena la sentí cantilenare.
Si. Cantilenare.
In quel modo così irreale e monocorde che chiunque abbia incontrato l'adepto di una congrega religiosa o sedicente tale, di quelle che ti bussano alla porta, conosce.
Cantilenava di strani incontri con persone che le aveva presentato il fratellastro.
A questi incontri, cantilenava, avrebbe voluto portare anche Elena.
Paradossale come all'apparenza, Rossana non sembrava nemmeno lontanamente consapevole della impossibilità di poterlo organizzare quell'incontro, data la distanza dalla capitale ma soprattutto, sembrava immemore di quei percorsi di vita di Elena - che pure lei conosceva benissimo - che la tenevano rigorosamente a distanza da qualsiasi gruppo, riunione o incontro di persone sconosciute, allo scopo di metterne una sul pulpito a dire cosa è bene e cosa è male...atteggiamenti settàri con i quali Elena non voleva avere nulla a che fare!!! E Ros, sembrava essersene dimenticata, nonostante la gravità dei fatti all'origine di questa scelta le fossero ben noti.
"Ma scusa, Ros: di che tipo di incontri parli? Sai bene che non amo...."
E lei, cantilenando....
"Noooo Ele....creeeedimi....sono persone moooolto a posto, che sanno taaaante cose, cose che ti faranno stare mooooolto bene....Dovresti venire davveeeeeero, si anche tu, Eeeeele..."
"Beh....vedremo....e raccontami, cos'avete fatto di bello tu e tuo fratello in questa settimana di vacanze soli soletti al mare? Avete iniziato a fare amicizia, a parlare un po' di voi?" chiese Elena, scientemente indagatoria e fingendo di non essere minimamente trasalita quando poco prima, Rossana le aveva accennato sfacciatamente a situazioni 'poco fraterne' che in quei giorni stava condividendo con il fratellastro...
E Ros, la cui mente in realtà era già stata fatta preda e il cui solo compito, impartito dal master (che probabilmente, come sempre avviene, ascoltava la telefonata!) era di sondare la disponibilità del cacciatore a entrare nel gioco, ovvero ad aprire la caccia, cadde nella trappola di Elena.
Offuscata com’era nella lucidità da una pressione che nei giorni precedenti aveva probabilmente raggiunto il suo culmine predatorio, non fu così difficile farla parlare, per il cacciatore Elena. Nonostante via via comprendesse quanto fosse stato dannatamente bravo ad addomesticarla in così breve tempo, il suo master!
Rossana, caratterialmente, era sempre stata un osso duro, molto duro! Aveva dovuto concedere talmente tanto alla rigidità genitoriale, che nella vita con gli altri non ne aveva per nessuno, mai! Pure, ora sembrava una mammoletta sperduta nel bosco…anche se il tutto, non la convinceva. Affatto!
E quanto abile doveva essere il suo master, se in così poco tempo e da così lontano, aveva saputo individuare il cacciatore....!
E le racconto'. E le disse. E nei suoi racconti, si delineava lentamente la sagoma del MASTER...ed Elena comprese che non era il fratellastro. No. Sarebbe stato troppo facile!
Le racconto' di come lui l'avesse messa in contatto con persone dai gusti strani. Di incontri velatamente orgiastici dai quali, finché era a Roma, persino Ros così sfacciatamente ‘oltre’ avrebbe preso le distanze. Di amici variopinti di lui che avevano l'abitudine di ritrovarsi assai spesso, in compagnia di persone il cui nome altisonava come un uragano nel deserto e con le quali, lei, davvero non poteva entrarci granché....
Su una in particolare Ros si soffermò. E la sua voce, divenuta ormai smodatamente cantilenante e grigiastra, parlandone si armava di guizzi inaspettati, quasi a ritrovar lo spirito della Rossana di qualche tempo prima che in quel groviglio di parole monotòno Elena aveva perso tra i ricordi...
E ad ogni guizzo della voce di lei, Elena trasaliva.
E la tachicardia.
E il sudore freddo.
E il sangue a pulsare forte nelle vene....
Non tralascio' ogni più piccolo particolare. Ma nonostante questo, alla fine di quello che solo in seguito comprese essere un malcelato tentativo di presentarle il Master, Ele non era riuscita a comprenderne il sesso.....il che, apertasi com'era la battuta di caccia, male si inseriva nel processo indagatorio.
E sempre più prendeva forma nel suo stomaco quel pugno chiuso a premere forte sul diaframma. Ora si! Ora poteva esserne certa:
aveva colto una molto più che minima sensazione di 'qualcosa che non va'!
Sempre più accorta per far sì che nulla trapelasse delle sue intenzioni, Ele cercò di attingere quanti più particolari prima che fosse troppo tardi....già! Perché sapeva che avendola individuata e soprattutto ora che la sapeva 'contro', il Master avrebbe portato via Rossana dai suoi cari, come da lei.
Velocemente.
Come sempre.
E senza che nessuno avesse il tempo di comprendere, fatto più grave ma ricorrente al quale doveva porre rimedio 'nel più breve tempo possibile'!
Come sempre.....
E quanto seppe, non poteva che ingigantire quel richiamo del cervello rettile al quale lei sapeva non avrebbe potuto sottrarsi.
Iniziava a prendere forma il profilo di una persona con disturbo dell'identità di genere, transessuale che aveva superato la fase transitoria mtf ('male to female' ovvero da uomo a donna) ma con orientamento lesbo....come dire: un disturbo di identità nel disturbo di identità di genere!
Certamente, nulla avrebbe potuto eccepire Elena, la cui elasticità mentale ben si accompagnava alla consapevolezza delle diversità di genere e di orientamento sessuale....ma come non accorgersi che nel quadro generale tutto ciò iniziava a premere fortemente sulle tempie? Anche perché, e questa fu la fatidica goccia di troppo, Ros aveva avuto fino a pochi giorni prima e da sempre, gusti sessuali più che dichiaratamente etero, molto lontana da qualsivoglia altro orientamento e cosa ancor più sconcertante, da tempo dedita a una condotta da ritenersi un po' più che spregiudicata...!!
E ne parlava come non esistesse nessun altro al mondo da sempre, pur avendo conosciuto il tipo da poco più di una settimana!!!
Ora, il caso o chi per esso volle che Elena avesse chiesto probabilmente qualcosa di troppo perché senza apparente motivo, Ros pose fine in modo repentino a quella conversazione, lasciando inspiegabilmente pochissimo spazio persino ai saluti....
Ora si! Ora era un dato di fatto: c'era molto più di qualcosa che non andava!
Tachicardia!
Sudore freddo!
Sangue a pulsare forte nelle vene!
LA BATTUTA DI CACCIA ERA APERTA!!!
Un vortice di immagini, una sequenza di diapositive mentali che si accalcano nella testa, fotografie perfette di tutto quanto era imprescindibile. E di tutto quanto andava fatto!
Ora!
Subito!
Il respiro si fa pesante, il battito cardiaco che lascia poco spazio al tempo e il corpo che si irrigidisce dalla rabbia:
IL CACCIATORE NON PUÒ PIÙ IGNORARE IL SUO RICHIAMO!!
'É ancora presto' pensò frettolosamente Elena mentre le dita correvano sulla tastiera del telefono alla ricerca del numero della mamma di Ros, la prima diapositiva della sequenza.
'Devo avvisarla, devo trovare il modo di avvisarla che partirò stanotte per la Sicilia....diamine! Giusto il tempo di preparare il cane, due cose in borsa e via....É forte il tipo....questa volta é troppo forte....non posso farcela....si....devo farcela....E COME LE SPIEGO CHE LA STIAMO PERDENDO????....mio Dio....come posso al telefono....starà preparando la cena...povera piccola....quella mi muore! Non può capire, come spiego a una sicula di settant'anni quello che sta per accadere?? Lei che la crede S. Maria Goretti... Devo.... devo tentare.... male che vada, parto e attacco... come sempre! Ma devo tentare, ho bisogno di loro, mi serve la famiglia, non posso arrivare prima che la porti via... dobbiamo fermarli.... chiamo! E basta!'
E compose il numero. Le mani tremavano, come le labbra.
Davvero non sapeva da dove cominciare. Erano anziani. E stanchi. E così lontani dal mondo e dai suoi spasimi di umanità che davvero, stavolta non sapeva cosa avrebbe detto.
Le rispose. E mentre i convenevoli di rito andavano scemando, di pari passo con l'enfasi della gioia di risentirsi dopo tanto tempo, Ele comprese che doveva andare dritto al sodo. E lo fece. Nel modo che trovò più semplice da digerire.
'Bella mia, ti chiamo oltre che per salutarti, perché volevo parlare un po' con te...come dire, siamo sole? Rossana è lì?'
chiese tenendo conto che ormai era quasi ora di cena e probabilmente, poteva trovarsi a casa e mai, mai avrebbe parlato con la madre se fosse stata in casa. Sapeva di non dover suscitare il benché minimo sospetto e piuttosto, sarebbe partita senza dire nulla.
'No. Non c'è, è fuori a cena con una sua amica, una che ha conosciuto da poco. Stanno sempre insieme'....(!)
'Ah! E come mai tuo marito l'ha lasciata uscire di sera?'
e intanto ringraziava Dio le avesse dato il LA per introdurre l'argomento. Del resto, Elena era molto abile nel dialogo e conosceva già la risposta, a fare da gancio alla notizia che cominciava a premere sul petto come un tacco da 12!
'E beh! Sai...tanto è un’amica! Se fosse stato un maschio mica la lasciava andare, lo conosci...'
'Beh....insomma....veramente è proprio di questo che volevo parlarti...come dire...ma tu la conosci questa amica?'
'Hahahaha....e che ti devo dire! A parte il fatto che pare un uomo e che mio marito, per camurría, dice che a Natale sarebbe il caso di regalarle un rasoio per la barba...insomma...che è un po' bruttina, che ti devo dire....mi pare una brava persona. E' venuta qui a conoscerci (....!!!), ha voluto vedere la casa e poi, da quando la conosce a dire il vero, sono uscite sempre insieme....che ti devo dire, Elena....Ma perché mi domandasti se la conosco?'
'Eh!...mmhhhh.....sai, non so come dire....cioè....il fatto è che non 'sembra' un uomo.....'è' un uomo!' (si, si, si....meglio spararla dritta al petto....ce la puoi fare...daije!)
'Hehehe...e infatti te lo dissi! Pare proprio un uomo! Camurriiiiiia che mi facesti dire!'
'Adriana....E'-un-uomo!'
'Mariiiia! Ele!!! E che mi vulisti ricere! Lo capii! Vorrà dire che a Natale ci lu facissimo stu regalo e passa la paura!!!'
A questo punto, Elena capì che sarebbe stato molto, molto difficile combattere il rifiuto mentale a comprendere altro e senza darsi per vinta, cercò con tatto di mettere la mamma sull'avviso della sua venuta, certa della fiducia e della stima che aveva sempre nutrito nei suoi riguardi sia come amica di sua figlia, che come persona. Tento' di limitare il danno il più possibile ma non poté fare a meno di condensarle addosso una scarica di ansia momentaneamente immotivata, riassumendo il tutto in una frase.
'Ascolta Adri. Sono le 22 e io ho poco tempo per prepararmi. Devo immediatamente venire lì. Rossana è in pericolo, ti prego non chiedermi di spiegarti adesso, non ho tempo! Fidati di me! Sai chi sono e sai quanto mi costa dirti questo al telefono, così, tra capo e collo ma so che prenderai sul serio ogni parola che sto per dire. Ora posso solo impartirti delle indicazioni. Seguile alla lettera, ti prego se ci tieni a tua figlia non far minimamente capire che sto arrivando. Ti spiego tutto quando sono lì. Ora devo spiegare tutto a Stefano, preparare il cane e partire per poter essere lì domattina presto. Ti voglio bene. Vi voglio bene. So che lo sai. Fai quello che ti dico e ti giuro che Rossana la riprendiamo. Ti giuro che la riprendiamo, fosse l'ultima cosa che faccio!!'
'Maria Vergine! Elena....io muoio....non capisco...che debbo fare? Perché non posso sapere? Io devo dare spiegazioni a Mimmo, non posso, quello mi uccide...'
'Smettila Adriana! NON-HO-PIÙ-TEMPO!! Io rischio la pelle, cazzo!! Non posso, fallo per Rossana! Lasciami partire, devo spiegarti tutto guardandoti negli occhi ma anche no!! IO-DEVO-PARTIRE!! Mollami! E se hai un minimo di fede in me, fai come ti dico e capirai....è l'unico modo per difenderla....mollami! Ci vediamo lì...mandami un sms con l'indirizzo e arrivo. Ti voglio bene Adri...è importante che tu lo tenga a mente....'
'Va bene Ele. Io non capisco ma mi fido di te. Niente ci dico! Niente! Ma muoio prima che arrivi qui...'
'Non puoi morire, Adri....mi servi viva!!!!!!'
(segue 3^ parte)
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Se desideri rispondermi anche nei componimenti in cui ti commento, (ad esempio da qui) lo dico perchè ripasso sempre dove scrivo le mie opinioni. Purtroppo Oggi Scrivo non dispone di quella opzione che ti notifica quando altri commentano postumo lo stesso racconto che hai già commentato per prima.
Le storie più intense sono quelle della nostra vita. Se poi vengono raccontate con maestria come fai tu... quale miglior racconto potremmo mai desiderare? Ti ammiro per come scrivi, hai uno stile personale (non lo dico solo perchè scrivi "autentico) e coinvolgente, travolgi il lettore con piacevole interesse. Da leggere ASSOLUTAMENTE la terza parte!!!
Il racconto ha assunto un elemento che oltre noir forse anche thriller e qui ci sguazzo come un pescecane affamato poichè è il mio genere letterario e cinematografico preferito. Ros a quanto mi è dato di leggere si trova in grossi guai, forse la ragazza è convinta di ave trovato il suo equilibrio ma non è cosi invece.
Guarda, a momenti dato che l'hai strutturato attualmente in tre parti poichè la quarta in basa alla risposta che mi hai dato la stai "limando" per benino, ne sta uscendo fuori un mini mini romanzo. Tra le tante cose mi piace di come non hai "maccheronizzato" o storpiato il nostro idioma siculo...
Alessandra, dimmi una cosa:
Questa non è la prima incursione nel mondo della scrittura narrativa vera?
SEI troppo BRAVA! Stai scrivendo un racconto che ha una forte componente psicologica, c'è una certa cura nei dialoghi, nei pensieri introspettivi della protagonisti con dei riusciti accostamenti a cominciare da "PREDA VS CACCIATORE" e un insindacabile intuito della protagonista che francamente mi stupisce tantissimo...
We are thinking different!
E nel ringraziare i sempre presenti Antonio e Giancarlo di seguirmi quanto te, chiedo venia a voi tre moschettieri e a tutti per non essere in grado di dire quanto manca al termine....e' la prima volta che fermo questa storia su carta e la sto scrivendo mano mano che pubblico! Dovrei cavarmela con un paio di pubblicazioni ancora...ecco, giusto per rinfrancar lo spirito tra una pubblicazione e l'altra (cit. La Settimana Enigmistica)...!
nell'ultima parte. Non te lo aspettavi? Ciao Nicol
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