Città Sotterranea
Una volta si sognava la California, oggi si sogna l’Australia che piace sempre di più ai giovani italiani attratti dall’ottima qualità di vita e salari alti, davvero dell’altro mondo se paragonati a quelli del Vecchio Continente; così Angelo e Maria, una coppia affiatata, ma senza lavoro fisso, che sporadicamente si adattava a qualsiasi cosa pur di racimolare il gruzzoletto per poter partire. La coppia era al di sotto della soglia dei trent’anni e riuscì ad ottenere dal dipartimento di Immigrazione australiano il visto per lavorare nel nuovissimo continente. Lo stesso dipartimento procurò il lavoro alla coppia nelle miniere di opale a Coober Pedy, nello stato dell'Australia Meridionale e situata in un'area desertica a circa 850 chilometri nord di Adelaide. Questa cittadina, fondata verso gli inizi del 900, è uno dei principali luoghi di estrazione dell'opale di tutto il mondo. A causa delle altissime temperature, che raggiungono anche i 50°C, gli abitanti hanno deciso di vivere sottoterra. Angelo e Maria si procurarono i passaporti e tutta la documentazione del caso, partendo dall’aeroporto di Capodichino e atterrando all’aeroporto di Coober Pedy, dove li attendevano un incaricato della Opal Mines of Australia, che li ha accompagnati al Venushill B&B (albergo sotterraneo). Il giorno successivo si recarono negli uffici della società mineraria e sbrigarono le pratiche di assunzione e lo stesso giorno visitarono la miniera dell’opale. Alla coppia nella visita, fu affiancato Giovanni, un napoletano che lavorava in miniera da dieci anni, che fece da cicerone e spiegò ad Angelo e Maria, in cosa consistevano le loro mansioni iniziali. Giovanni racconta ai due, che quando la cittadina di White Cliffs chiuse le miniere di opale, un giovane ragazzo di nome Willie Hutchinson ha scoperto un pezzo di opale in cima alla terra in un luogo in seguito chiamato 'Coober Pedy’ che in aborigeno significa uomo bianco in un buco. Questo campo opale divenne la capitale dell’opale al mondo e di essere il più grande giacimento mai scoperto. L’estrazione dell’opale minerario a Coober Pedy continua fino ad oggi, anche se alcuni dicono che sta cominciando a esaurirsi. Giovanni viveva in una tipica casa sotterranea e che si trova tra gli 8 e i 22 metri sotto il livello del suolo ed è composta da camera da letto, soggiorno, cucina e bagno; ha dei pilastri di sostegno di circa 40 centimetri di spessore, alberi naturali per la ventilazione. Con la moglie Jane e i figli Thomas e Justine; anche lui partito da Napoli all’età di ventidue anni e prima di loro, ha fatto la stessa trafila. Ha conosciuto Jane, una ragazza australiana di origine inglese, se ne innamorò e l’ha sposò sette anni fa, da cui ha avuto due figli Thomas di sei anni e Justine di quattro anni; due splendidi tesorini. Oggi in città vivono più di 3000 abitanti provenienti da 45 paesi diversi. In superficie non esiste quasi nulla, la popolazione vive lungo un'intricata rete di tunnel sotto il deserto, in oltre 1500 case e abitazioni che si chiamano dug-outs. La città si serve di un sistema di sfiatatoi per regolare l’umidità. Purtroppo non ci sono sistemi sotterranei per la depurazione ecco perché cucine e bagni sono sempre situate verso la superficie. Coober Pedy cominciò ad attirare turisti curiosi intorno agli anni 80 quando fu costruito il primo Hotel sotterraneo, ma non solo, oggi in città si trovano una rete di bar sotterranei, negozi, musei e chiese da visitare. Angelo e Maria, momentaneamente continuano a vivere in albergo, finché la Opal Mines of Australia non assegnerà un’abitazione alla coppia. Per il primo periodo di assestamento frequentano Giovanni e Jane; poi successivamente si aggregano a un gruppo di italiani, un po’ scapestrati, a cui piace fare le ore piccole e baldoria. I loro comportamenti, alquanto irrispettosi e non consoni al vivere civile, li fece definitivamente allontanare da quel gruppo di scalmanati (per usare un eufemismo). Dopo due anni di duro lavoro, riuscirono a mettere da parte un bel gruzzolo, per realizzare il loro sogno di fare il giro dell’Australia. Per perdersi, allontanarsi e provare a vivere l’idea di un’esperienza diversa da quella di tutti i giorni; senza telefoni, totalmente distaccati da qualsiasi radice. Alla ricerca della pura libertà e per questo motivo avevano deciso che avrebbero girato il paese, e il giorno che partirono, l’emozione fu tanta da battere nel cuore di entrambi. Viaggiare insieme e allo stesso tempo potersi isolare, godendo in silenzio dei momenti che solamente un viaggio senza limiti può regalare. Dopo aver risparmiato il più possibile senza tanti pensieri e paranoie, si mettono in viaggio. Sembra una storia inverosimile e invece questi due ragazzi italiani lo hanno fatto davvero. Hanno varcato tra dogane e posti di blocco, speso intere giornate dietro a documenti scritti in lingue incomprensibili; visitato i posti più belli e caratteristici. Sono passati dal torrido e asfissiante caldo dei 50°C di Coober Pedy, al freddo pungente a Melbourne in pieno gennaio, dove solo i fuochi accesi al calar del sole sono riusciti a far superare il costante freddo. Il tutto con le cartine e i cartelli stradali come si faceva una volta, sbagliando strada un’infinità di volte e cambiando percorso a causa dell’impraticabilità del terreno. Nella terra dei canguri, Angelo e Maria vivono le avventure di tutti i colori attraverso 22 paesi, lungo un percorso di svariati chilometri, l’unico pensiero saldo e ben radicato nei loro animi era visitare le meraviglie dell’Australia. Il viaggio è stato un’esperienza fortissima: avevano incontrato tradizioni, festività, costumi e usanze inimmaginabili, e sempre per pura coincidenza. Hanno incontrato altri viaggiatori, con cui hanno potuto condividere cibo, storie e aneddoti che mai dimenticheranno, legati da un’esperienza simile e incontrovertibile. Hanno attraversato l’intera East Coast australiana da Melbourne a Agnes Waters offre delle meravigliose spiagge (Surf Beaches) e la costa del Tropical North Queensland è l’area che ospita la grande barriera corallina, la foresta pluviale e Island Getaways. Partiti da Coober Pedy si sono spinti per l’Outback (l’entroterra desertico) che si estende da Adelaide ad Alice Springs è colmo di cultura aborigena, sabbia rossa, città sotterranee ed è il luogo dove si trova l’Ayres Rock. Hanno ammirato le gigantesche cascate, coccodrilli e laghi naturali nel parco nazionale di Kakadu nella zona più a nord di Darwin. Inoltrati nella West Coastè, la zona dell’Australia più remota e intatta, tanto da non trovare un essere umano neanche dopo ore e ore che sei alla guida, ma soltanto lucertole, cavalli, aquile, canguri ed emù. Sbarcati sulle isole Whitsunday, 74 isole tropicali situate sulla grande barriera corallina e calpestando la sabbia di Whitehaven Beach, una delle 10 spiagge più belle del mondo; facendo il giro in barca notturno partendo da Airlie Beach. Salire sul Sydney Harbour Bridge dove non c’è vista migliore! Girato tutta la città di Sidney; scoprendone i luoghi più strani e bizzarri, oltre quelli più rinomati e che vanno per la maggiore. Sono stati a Fraser Island, la spiaggia più grande del mondo, talmente tanto che hanno impiegato tre giorni per visitarla tutta, con il fuoristrada, girando l’isola, campeggiarci e scherzare con gli amici attorno a un falò con un bicchiere di goon (vino comunissimo australiano). Passando per Uluru (Ayres Rock), che non ha paragoni: quest’enorme roccia rossa, in cui si nascondono i dingo, si trova proprio al centro dell’Australia, è circondata da sabbia rossa ed è molto legata al significato della cultura aborigena. Si sono avventurati per la Tasmania, stracolma di cultura, buon cibo, vino ed escursioni all’Overland Track, oltre ad avere meravigliose foreste pluviali, spiagge e città pittoresche! Fatto tappa a Cape Tribulation a nord di Cairns, è il luogo in cui le foreste pluviali incontrano la barriera corallina, facendo un BBQ, ogni spiaggia e ogni parco in Australia ha un BBQ pubblico e, naturalmente, all’aperto; comprato qualche salsiccia, del pane e salsa di pomodoro, Goon e si sono divertiti moltissimo. Notti in tenda sotto cieli stellati mozzafiato, senza contare la bellezza di albe e tramonti; la sorprendente ospitalità della gente, quando nel offrire cibo e alloggio, volevano semplicemente esprimere la gioia nel poter sapere qualcosa in più di due estranei, senza secondi fini. Hanno rivissuto l’esperienza della “prima volta” decine di volte, fermati giusto il tempo di prepararsi e ripartire. Ma in Australia, con una stabilità economica ritrovata e una qualità della vita molto alta, è nato un desiderio tra i due: quello di mettere su famiglia. Così, senza pianificare o farsi spaventare da inutili barriere mentali, hanno deciso che era arrivato il momento di allargare la famiglia. Il desiderio si è realizzato quando è nato Francesco e si è completato con Olimpia. Avere due figli implica che il viaggio debba finire? Nemmeno a pensarci! Si erano detto dall’inizio che ai loro figli avrebbero trasmesso il senso di libertà, di gioia e di amore che il viaggio impartisce. Nonostante la difficile pianificazione di un lungo viaggio con due figli piccoli comporta, Angelo e Maria sono riusciti a partire e hanno fatto tanti sacrifici, senza contare le rinunce che solo la costruzione di una famiglia può darti. Non è stato semplice gestire figli, ottenere visti e attraversare tutti i paesi di questo continente. Sulle ali del loro sogno, al di là dei confini della terra rossa, hanno trascorso sei mesi tra Australia e Tasmania percorrendo circa 30.000 km in totale in camper e fuoristrada. Senza futuro, loro due e i due figli, senza limite d’immaginazione, con la speranza e il sogno di vivere in piena libertà!
Racconto scritto il 05/07/2017 - 00:48
Da Savino Spina
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Commenti
Ho letto questo tuo racconto sull'Australia con molto interesse e viva curiosità. Per un attimo mi hai portato lontano. Complimenti.
Giulio Soro 05/07/2017 - 16:13
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