SOLO CENERE
Forse a casa tua si parla sardo e al bar bevi solo Ichnusa, forse sventoli la bandiera dei quattro mori ad ogni occasione, con orgoglio magari, forse sei uno di quelli che asserisce che i prodotti sardi siano i migliori e che il nostro mare sia il più bello al mondo.
Forse nelle feste scorgi la bellezza delle donne della tua terra, nelle loro vesti intessute di storia, di silenzi, di sofferenze e di speranza in un domani migliore.
Forse hai ballato stretto insieme alle tue sorelle ed ai tuoi fratelli in un magico ballu tundu dove la musica arrivava da un tempo remoto.
Forse hai figli da abbracciare ogni sera ed una donna da amare mentre ti tuffi nella profondità della sua anima.
Forse non sai che il suolo che occupi non è opera tua: è l’eredità che il tempo con la sua pazienza e donne ed uomini dallo sguardo intenso e dal profilo deciso hanno tramandato perché ne avessimo cura con passione e fierezza.
Tante ipotesi, le mie, ed un’unica certezza, che tu un cuore non ce l’abbia. Perché se solo l’avessi avuto avresti capito che sei un ospite in questa meravigliosa terra, avresti sentito l’erba spuntare e difeso ogni essere che qui viaggia insieme a te, fosse anche solo una formica.
Se avessi avuto un cuore saresti stato grato per tutti i doni che su questa terra hanno una valenza diversa: l’ombra delle querce che asciuga il sudore e ritempra dalle fatiche instillando nuova e magica energia; il mare, splendida cornice della nostra storia millenaria racchiusa dalle pietre rivestite di muschio, morbido velluto che preserva e attraverso il quale passa, lieve ma soave, la voce del passato; il vento, abile e paziente cesellatore delle nostre rocce, profusore di profumi unici che arrivano in ogni dove, fino all’ultimo dei villaggi più isolati e irraggiungibili.
Ma tu sei diverso, sei il figlio bastardo di questa terra, sei una pietra senza cuore, senza storia e senza futuro perché non hai voluto capire, non hai voluto respirare per un attimo, chiudendo gli occhi e aprendo il cuore. Sei un traditore che usa i doni per distruggere gli uomini, gli animali e la terra.
Ma mentre noi, figli veri e grati verso questa terra ci scrolleremo di dosso la cenere e volgeremo ancora lo sguardo al cielo ad implorare l’aiuto delle stelle per ricoprire di querce il suolo e di muschio le pietre, tu sarai morto.
Lo sai, sei morto dal momento in cui la fiamma si è propagata ed ha inghiottito storia e progetti, fatiche immani e pezzi di pane. Sei morto perché non sei più un essere umano, non sei un animale e non sei neanche il più piccolo, ma prezioso granello di sabbia. Sei quello che hai creato. Sei solo cenere.
Forse nelle feste scorgi la bellezza delle donne della tua terra, nelle loro vesti intessute di storia, di silenzi, di sofferenze e di speranza in un domani migliore.
Forse hai ballato stretto insieme alle tue sorelle ed ai tuoi fratelli in un magico ballu tundu dove la musica arrivava da un tempo remoto.
Forse hai figli da abbracciare ogni sera ed una donna da amare mentre ti tuffi nella profondità della sua anima.
Forse non sai che il suolo che occupi non è opera tua: è l’eredità che il tempo con la sua pazienza e donne ed uomini dallo sguardo intenso e dal profilo deciso hanno tramandato perché ne avessimo cura con passione e fierezza.
Tante ipotesi, le mie, ed un’unica certezza, che tu un cuore non ce l’abbia. Perché se solo l’avessi avuto avresti capito che sei un ospite in questa meravigliosa terra, avresti sentito l’erba spuntare e difeso ogni essere che qui viaggia insieme a te, fosse anche solo una formica.
Se avessi avuto un cuore saresti stato grato per tutti i doni che su questa terra hanno una valenza diversa: l’ombra delle querce che asciuga il sudore e ritempra dalle fatiche instillando nuova e magica energia; il mare, splendida cornice della nostra storia millenaria racchiusa dalle pietre rivestite di muschio, morbido velluto che preserva e attraverso il quale passa, lieve ma soave, la voce del passato; il vento, abile e paziente cesellatore delle nostre rocce, profusore di profumi unici che arrivano in ogni dove, fino all’ultimo dei villaggi più isolati e irraggiungibili.
Ma tu sei diverso, sei il figlio bastardo di questa terra, sei una pietra senza cuore, senza storia e senza futuro perché non hai voluto capire, non hai voluto respirare per un attimo, chiudendo gli occhi e aprendo il cuore. Sei un traditore che usa i doni per distruggere gli uomini, gli animali e la terra.
Ma mentre noi, figli veri e grati verso questa terra ci scrolleremo di dosso la cenere e volgeremo ancora lo sguardo al cielo ad implorare l’aiuto delle stelle per ricoprire di querce il suolo e di muschio le pietre, tu sarai morto.
Lo sai, sei morto dal momento in cui la fiamma si è propagata ed ha inghiottito storia e progetti, fatiche immani e pezzi di pane. Sei morto perché non sei più un essere umano, non sei un animale e non sei neanche il più piccolo, ma prezioso granello di sabbia. Sei quello che hai creato. Sei solo cenere.
Che la nostra terra abbia pietà di te.
Millina Spina, 13 Luglio 2017
Racconto scritto il 14/07/2017 - 17:12
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Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Vedere la propria terra che brucia, sia essa la Sardegna, la Campania o la Sicilia, è un dolore troppo grande. Capire che sono i propri conterranei gli artefici di questa distruzione fa arrabbiare ed intristisce.
Ogni giorno l'essere umano perde delle buone occasioni per essere ancora definito tale.
Ogni giorno l'essere umano perde delle buone occasioni per essere ancora definito tale.
Grazie per le letture ed i commenti lasciati.
Millina.
Millina Spina 17/07/2017 - 08:06
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Un racconto molto toccante, riletto per entrare nella tua emozione. Sono tragedie che ci accomuna in un unico dolore. Un abbraccio 5*
donato mineccia 15/07/2017 - 19:47
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Ciao Millina, ti capisco benissimo attraverso questi bei versi pieni tristezza e di denuncia
Lo stesso sta accadendo al mio amato Vesuvio...
Non c'è mai fine alla banale cattiveria umana.
Lo stesso sta accadendo al mio amato Vesuvio...
Non c'è mai fine alla banale cattiveria umana.
PAOLA SALZANO 15/07/2017 - 19:45
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Grande Millina, come grande e bella è la tua terra.
Piango con te...
Ciao a rileggerti.
Piango con te...
Ciao a rileggerti.
Loris Marcato 15/07/2017 - 11:57
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Ciao Millina cara una lettera questa tua scritta a cuore aperto...
purtroppo la cattiveria umana non conosce limiti.
Ti sono vicina tanto vicina
purtroppo la cattiveria umana non conosce limiti.
Ti sono vicina tanto vicina
Un abbraccio grande ciao cara
Maria Cimino 14/07/2017 - 22:26
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ciao dolcissima Millina
perdonami, ma non ho capito (forse nn è da comprendere) il destinatario di questa "lettera accusa"...
potrei pensare ad un destinatario ipotetico, quale il male, la cattiveria, la disonestà...
o forse, nn sono riuscita aleggere tra le righe
in ogni caso, stupendo
perdonami, ma non ho capito (forse nn è da comprendere) il destinatario di questa "lettera accusa"...
potrei pensare ad un destinatario ipotetico, quale il male, la cattiveria, la disonestà...
o forse, nn sono riuscita aleggere tra le righe
in ogni caso, stupendo
laisa azzurra 14/07/2017 - 22:06
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Ciao Millina non esiste dolore più grande di questo...e sono con te in questo momento per la nostra amata terra che non merita di essere consumata dal fuoco della cattiveria...un abbraccio grande!
margherita pisano 14/07/2017 - 21:46
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Il mio cuore piange assieme al tuo ed a quello dei giusti! Lo sai!
Patrizia Bortolini 14/07/2017 - 19:35
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