Il suo sorriso e il modo in cui socchiude gli occhi mentre sorride. Queste due cose mi hanno fatto innamorare di lui.
Il fatto che non fosse per niente il mio tipo è diventato del tutto trascurabile dal momento che l’ho visto sorridere per la prima volta.
Era il modo nel quale mi guardava, che mi ha fatto pensare che forse anche per me, c’era qualcuno nel mondo, che pensate, mi avrebbe potuto amare proprio per come ero; non lo so, mi guardava come se sapesse tutto.. E c’è molto da sapere.
Lui aveva capito tutto e andava bene, gli andava bene il fatto che a volte volevo stare da sola o che mi arrabbiavo per piccole cose solo perché avevo paura di perderlo; sarebbe stato disposto a sentire i miei discorsi insensati fino alle tre di notte, pur di stringermi a sé e vedermi sorridere alla fine.
Ero il suo mondo e lui il mio; non succedeva niente che non gli raccontassi, e quando qualcosa andava male con il mio datore di lavoro, potevo sempre piombare a casa sua all’improvviso e passare tutto il giorno a prenderlo in giro.
Era il mio mondo.
Sentivo scoppiarmi il cuore in petto quando lo guardavo; lo guardavo quando non lo sapeva, era ancora più bello quando era impegnato a fare qualcosa e non si accorgeva dei miei occhi.
Quando si arrabbiava però non era per niente bello; non si arrabbiava mai con me prima e quando ha cominciato a farlo ho cominciato ad arrabbiarmi anche io e finivamo per litigare per ore e ore.
Mi guardava come se non capisse, allora io urlavo.
Lui non mi vedeva, ma ero lì, proprio davanti a lui e mi dannavo per rendermi visibile ai suoi occhi. Non era più io e gli altri; adesso era tutto il resto.
Allora mi sono accorta, una sera mentre litigavamo, che le mie urla stavano spegnendo il suo bellissimo sorriso; ed ho visto, per un momento, che era tornato a capirmi, ma era diverso questa volta, perché aveva capito anche sé stesso. E io con lui.
Più lo tiravo verso di me e cercavo di stringerlo, e più sanguinavamo; perciò ho deciso di lasciare la sua mano e camminare da sola.
Un po’ traballante, ho preso per mano me stessa e ho detto al mio cuore che doveva continuare a battere perché dopotutto, anche quello era un lieto fine.
Mi sono girata solo una volta, speranzosa incontrare il suo bel sorriso un’ultima volta. Lui me ne regalò uno, e io lì capii che sarebbe andato tutto bene.
Il fatto che non fosse per niente il mio tipo è diventato del tutto trascurabile dal momento che l’ho visto sorridere per la prima volta.
Era il modo nel quale mi guardava, che mi ha fatto pensare che forse anche per me, c’era qualcuno nel mondo, che pensate, mi avrebbe potuto amare proprio per come ero; non lo so, mi guardava come se sapesse tutto.. E c’è molto da sapere.
Lui aveva capito tutto e andava bene, gli andava bene il fatto che a volte volevo stare da sola o che mi arrabbiavo per piccole cose solo perché avevo paura di perderlo; sarebbe stato disposto a sentire i miei discorsi insensati fino alle tre di notte, pur di stringermi a sé e vedermi sorridere alla fine.
Ero il suo mondo e lui il mio; non succedeva niente che non gli raccontassi, e quando qualcosa andava male con il mio datore di lavoro, potevo sempre piombare a casa sua all’improvviso e passare tutto il giorno a prenderlo in giro.
Era il mio mondo.
Sentivo scoppiarmi il cuore in petto quando lo guardavo; lo guardavo quando non lo sapeva, era ancora più bello quando era impegnato a fare qualcosa e non si accorgeva dei miei occhi.
Quando si arrabbiava però non era per niente bello; non si arrabbiava mai con me prima e quando ha cominciato a farlo ho cominciato ad arrabbiarmi anche io e finivamo per litigare per ore e ore.
Mi guardava come se non capisse, allora io urlavo.
Lui non mi vedeva, ma ero lì, proprio davanti a lui e mi dannavo per rendermi visibile ai suoi occhi. Non era più io e gli altri; adesso era tutto il resto.
Allora mi sono accorta, una sera mentre litigavamo, che le mie urla stavano spegnendo il suo bellissimo sorriso; ed ho visto, per un momento, che era tornato a capirmi, ma era diverso questa volta, perché aveva capito anche sé stesso. E io con lui.
Più lo tiravo verso di me e cercavo di stringerlo, e più sanguinavamo; perciò ho deciso di lasciare la sua mano e camminare da sola.
Un po’ traballante, ho preso per mano me stessa e ho detto al mio cuore che doveva continuare a battere perché dopotutto, anche quello era un lieto fine.
Mi sono girata solo una volta, speranzosa incontrare il suo bel sorriso un’ultima volta. Lui me ne regalò uno, e io lì capii che sarebbe andato tutto bene.

Da Dead Roses
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Commenti
Bellissimo.E brava tu... 



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