Si potevano udire il canto di merli e le urla di madri
da quell'androne isolato nel bel mezzo d'un anima
una ragazza dalle lunghe ciocche scure e l'occhi stanchi
la pelle a buccia d'arancia
la bocca bagnata , salata
in un mare d'immenso era solita viaggiare
perdersi e poi perdersi
con la paura di poter tornare
si faceva trascinare dalle correnti e
a largo non temeva
grossi pesci o morsi di serpenti
era forse la radura o l'oceano
che premura aveva
portava con sè l'intenso coraggio
come pece nera
inconfondibile
negli occhi lo si leggeva..
Angela Caterina O forse Margherita
a quante donne somigliavi
da tante altre poi scappavi
non amavi la corsa
ma andare e andare
senza sosta.
Ti fermasti a mirare l'aurora
abbassando l'occhi sentisti il profumo
del grigio , delle sporche mura
fu il sogno a tenerti in vita
e fosti viva per qualche dollaro e
il coraggio di percorrere una strada in salita.
Esausta non fosti mai , camminasti in mezzo ai guaji.
Tua madre in silenzio e l'urla e l'egoismo
d'una madre che non dice ma vuole possedere
una creatura dalle cosce troppo sporche
dai piedi troppo neri
e tu però volevi andare
angelo rondine libellula
figlia di mondo e forse d'una terra
quanto l'hai amata
tra l'alberi e l'asfalto c'hai costruito una casa
e mille nascondigli
dove io t'ho trovata , tra tutti quegli appigli
eri e poi non eri
andavi e poi tornavi
ed io guardandoti mi sono perso
cuore in rovina , ch'amore molesto
non seppi amare te ma quei due occhi
che del mondo avevano i contorni e su quel viso ci stavano stretti
ne ritagliai i confini
vai e guarda il mondo
raccontamelo dai tuoi occhi
io che del tuo coraggio ammiro
l'intoppi
quando andare e andare volevi
e invece sul mio corpo t'accasciavi
e mai seppero dir di te
tu non volevi esser detta
ti facevi sentire
e quel sale sulla bocca tua
in me la marea l'inondazione hai sconfitto l'armatura
d'un uomo che volea dirsi tale
che d'esser chiamato uomo andava fiero
che stupido animale.
Ad oggi non mi chiamo
mare sole cielo terra
nera come la pece questa stupida terra
apro l'occhi
un raggio di sole.
da quell'androne isolato nel bel mezzo d'un anima
una ragazza dalle lunghe ciocche scure e l'occhi stanchi
la pelle a buccia d'arancia
la bocca bagnata , salata
in un mare d'immenso era solita viaggiare
perdersi e poi perdersi
con la paura di poter tornare
si faceva trascinare dalle correnti e
a largo non temeva
grossi pesci o morsi di serpenti
era forse la radura o l'oceano
che premura aveva
portava con sè l'intenso coraggio
come pece nera
inconfondibile
negli occhi lo si leggeva..
Angela Caterina O forse Margherita
a quante donne somigliavi
da tante altre poi scappavi
non amavi la corsa
ma andare e andare
senza sosta.
Ti fermasti a mirare l'aurora
abbassando l'occhi sentisti il profumo
del grigio , delle sporche mura
fu il sogno a tenerti in vita
e fosti viva per qualche dollaro e
il coraggio di percorrere una strada in salita.
Esausta non fosti mai , camminasti in mezzo ai guaji.
Tua madre in silenzio e l'urla e l'egoismo
d'una madre che non dice ma vuole possedere
una creatura dalle cosce troppo sporche
dai piedi troppo neri
e tu però volevi andare
angelo rondine libellula
figlia di mondo e forse d'una terra
quanto l'hai amata
tra l'alberi e l'asfalto c'hai costruito una casa
e mille nascondigli
dove io t'ho trovata , tra tutti quegli appigli
eri e poi non eri
andavi e poi tornavi
ed io guardandoti mi sono perso
cuore in rovina , ch'amore molesto
non seppi amare te ma quei due occhi
che del mondo avevano i contorni e su quel viso ci stavano stretti
ne ritagliai i confini
vai e guarda il mondo
raccontamelo dai tuoi occhi
io che del tuo coraggio ammiro
l'intoppi
quando andare e andare volevi
e invece sul mio corpo t'accasciavi
e mai seppero dir di te
tu non volevi esser detta
ti facevi sentire
e quel sale sulla bocca tua
in me la marea l'inondazione hai sconfitto l'armatura
d'un uomo che volea dirsi tale
che d'esser chiamato uomo andava fiero
che stupido animale.
Ad oggi non mi chiamo
mare sole cielo terra
nera come la pece questa stupida terra
apro l'occhi
un raggio di sole.
Racconto scritto il 20/07/2017 - 17:20
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Commenti
un racconto con il sapore di poema comunque bello
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 20/07/2017 - 18:17
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