LE MADRI…
Le madri sono quelle che hanno inventato, nel mondo, il vero sorriso,
e sono quelle che ci porteranno nell’eterno paradiso.
Le preghiere delle mamme sono quelle dirette.
Cancellano ai figli tutte le offese maledette,
Sono quelle che puliscono il mondo da ogni rovina.
Da serve dei figli, restano sempre le vere regine.
Le madri, nessuno le potrà sfiorare.
Si possono solo amare e poi amorevolmente rispettare.
Se vieni meno a questo precetto,
ti resta soltanto… togliere il cuore dal tuo petto.
Se le offendi anche di un po’, potranno pure nel vento, per pura magia, anche svanire.
Dopo ti resterà solo il ricordo infame per poterle rammentare.
Danno amore infinito senza mai fiato pesare,
in cambio di un semplice gesto d’amore.
Conservano ogni piccolo ricordo nella valigia nella loro tarda età,
e lo fanno per sopravvivere ad una impossibile realtà.
Quella inventata, capitata di forzata quiescenza.
Chi è figlio, adesso, faccia un bell’esame di coscienza,
e si chieda, magari, se di sua madre ne può fare senza.
… E QUELLE CHE AMANO TROPPO
Sono quasi tutte uguali le mamme che ho conosciuto sino a questa mia età.
Ma quelle che amano troppo, non s’accorgono proprio d’essere fuori da ogni realtà.
Le mamme che amano troppo sono come le sirene del mare.
Incantano i figli per poterli soggiogare.
Queste mamme tolgono ai figli il respiro della vita,
e li lasciano ad attendere in una terra, da loro, involontariamente inaridita.
Impediscono di alitare direttamente.
Non solo, ma usano la propria, anziché, la loro mente.
Li alimentano come malati, senza via d’uscita, e srotolano il destino attraverso le proprie dita.
Non lo fanno mai per male queste mamme che amano sconsideratamente.
Perché convintissime che il loro è un bene assoluto, quello vero e prorompente.
Se agiscono così, è perché da piccole è stato rubato a loro, il ruolo di figlie.
Quello che ogni cosa trasforma, giorno dopo giorno, in vere meraviglie.
Le madri che amano troppo, non possono dirsi, pienamente, madri dei propri figli.
Piuttosto di se stesse, prevalentemente.
Cercano, ancora, la loro madre, mai avuta, disperatamente.
Fanno sempre una verifica di sé ,le madri che vivono nell’ansia.
Ma con quel troppo amore, colmano, in realtà, quel legane felice, mai avuto nell’infanzia.
Tolgono ai figli, l’essenza dell’errore
e lo fanno per eccesso del troppo amore.
E poi, eliminano tutto quello che li fa crescere con naturalezza e gioia infinita.
Ciò che è spontaneo, necessario che si espande, sin da piccoli, di una voglia sconfinata.
Non imparano ai figli a volare con o senza ali,
che permette di conoscere eventi anche quelli pieni di tutti i mali
Le madri che amano troppo, pur di avere accanto la figliolanza,
insegnano non il rispetto, ma l’arroganza.
E poi, cieche d’amore, non s’accorgono che stanno preparando,
attorno a se, la grande lontananza.
Lasciano ogni cosa inaridita, pur se d’amore preconfezionata.
Impediscono ai figli di percorrere la strada nei vicoli, quelli della vita inesplorata.
Le madri che si comportano così, non faranno crescere i figli … mai!
Quest’ultimi rimarranno sempre, come piccoli, rachitici alberi bonsai.
Le madri che i figli amano troppo trascurano finanche i mariti,
e li abbandonano alla deriva, feriti e tramortiti.
Si immolano sino all’estremo eroismo.
Ma in realtà affogano i figli, nel loro semplice egoismo.
Non bisogna, per davvero condannare le mamme che hanno amato troppo.
Sono sempre madri, anche se di uno speciale tragico legame, con i figli mai interrotto.
Bisogna recidere il cordone anche dopo, con i figli cresciutelli.
Soprattutto se sposati, occorre liberarli,
da tutti quei fili così oramai ingarbugliati.
Ma che ne sanno le madri che hanno amato troppo, dei lacci e dei legami già induriti,
consolidati e incancreniti?
Specchiano solo e soltanto nei figli la loro finta felicità.
Ma non s’accorgono che loro invecchiano,
mentre ai figli resta da vivere ancora un’altra lunga età.
Non possono vivere eternamente con le mani attaccate ai figli,
queste madri che amano sconsideratamente.
Perché se dovessero per un attimo lasciarli ritroveranno desolazione
e neanche più il tempo per ritrovarli.
Perciò, care “madri tutto ardore” abbandonateli ad una certa età
i vostri figli, e lasciateli liberi di vivere il loro amore.
Quello vero per la vita.
Quello della loro storia non ancora incominciata.
Ricordatevi che non siete solo voi l’unica essenza.
La vita ha insegnato, per fortuna, che anche di una madre, nella lontananza,
si può ben vivere senza.
Mettitelo bene in mente anche tu, madre, questo precetto da imparare.
I figli non sono tuoi.
Devono lasciare il nido e da soli imparare a volare.
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