Sono tanti anni che sei andata via, mamma, ma io lo ricordo come fosse ieri. Era una giornata come oggi, scura, ventilata, quasi l'atmosfera sentisse il lutto che entrava nel mio animo. Te ne andasti in silenzio, quasi in punta di piedi, per non disturbare nessuno. Non hai mai voluto dare fastidio a nessuno, neanche a me che ero tua figlia e che, anche se non te lo dicevo, ti amavo tanto. Non lo sapevo allora quanto eri importante per me. Sono stata sempre una figlia ribelle, viziata. Tu mi hai viziata ed io ci stavo bene. Mettevo a dura prova la tua pazienza e il tuo amore, ma eri incrollabile. Dopo, tutto è stato diverso, non c'è stato più nessuno che ha perso la pazienza con me perchè ero io che ero diventata brava, come avresti voluto che lo fossi con te. Non ci siamo mai capite io e te; tu vivevi le tue frustrazioni che la vita ti aveva largamente elargito e riversavi su di me le tue insicurezze, ma io non potevo capirti allora. Il mio pensiero era libero, aveva bisogno di spazi e non di costrizioni.
Ricordo, quando ti accompagnai all'ospedale, dopo che ti eri sentita male a casa e in macchina mi dicesti: "non ti spaventare: non è di morte" quasi a volermi salvaguardare dal dolore che mi avresti dato dopo un po'. Infatti non riprendesti più conoscenza, ma io ti parlavo, parlavo, come non avevo fatto mai . Avevo avuto fiducia delle tue parole e non pensavo che fosse la fine. Mi allontanarono gentilmente due dottori....
Cara mamma, non avresti potuto fare di meglio. Mi hai voluto troppo bene e ancora oggi, dopo tanti anni, sento quel senso di abbandono che provai quel giorno. Non ero più una bambina, ma il tuo amore aveva fermato il mio tempo, e ti dirò, che forse ancora oggi, posso dire di non essere cresciuta abbastanza.
Avevo sempre pensato di fare ricerche sulle mie origini, ma quando sono giunta alla verità, non me la sono sentita di mettermi allo scoperto, perchè sentivo che tu da lassù ne avresti sofferto. Non mi avevi mai voluto dire la verità, perchè tu stessa la rifiutavi. Ero tua figlia e basta. Fin da quel lontano giorno di tanti anni fa, quando l'assistente sociale ti mise quel batuffolo fra le braccia, tu ne facesti una cosa tua e per il grande amore hai rimosso la realtà.
Non ti preoccupare, mamma non ci saranno mai interferenze fra te e me, ti voglio tanto bene ancora.
Un abbraccio tua figlia Anna Maria
Ricordo, quando ti accompagnai all'ospedale, dopo che ti eri sentita male a casa e in macchina mi dicesti: "non ti spaventare: non è di morte" quasi a volermi salvaguardare dal dolore che mi avresti dato dopo un po'. Infatti non riprendesti più conoscenza, ma io ti parlavo, parlavo, come non avevo fatto mai . Avevo avuto fiducia delle tue parole e non pensavo che fosse la fine. Mi allontanarono gentilmente due dottori....
Cara mamma, non avresti potuto fare di meglio. Mi hai voluto troppo bene e ancora oggi, dopo tanti anni, sento quel senso di abbandono che provai quel giorno. Non ero più una bambina, ma il tuo amore aveva fermato il mio tempo, e ti dirò, che forse ancora oggi, posso dire di non essere cresciuta abbastanza.
Avevo sempre pensato di fare ricerche sulle mie origini, ma quando sono giunta alla verità, non me la sono sentita di mettermi allo scoperto, perchè sentivo che tu da lassù ne avresti sofferto. Non mi avevi mai voluto dire la verità, perchè tu stessa la rifiutavi. Ero tua figlia e basta. Fin da quel lontano giorno di tanti anni fa, quando l'assistente sociale ti mise quel batuffolo fra le braccia, tu ne facesti una cosa tua e per il grande amore hai rimosso la realtà.
Non ti preoccupare, mamma non ci saranno mai interferenze fra te e me, ti voglio tanto bene ancora.
Un abbraccio tua figlia Anna Maria
Racconto scritto il 13/08/2017 - 17:35
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
molto bello sentimentale molto brava
buon Ferragosto
buon Ferragosto
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 15/08/2017 - 10:43
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E' giusto Spartaco che, come in tutti i lavori, si debba rispettare delle regole e soprattutto lo scrittore, non deve lasciarsi influenzare dai sentimenti....ma, poichè sinceramente non riuscirei a scrivere nulla se non fossi evotivamente presa, allora continuo con la mia immediatezza, anche se non sarò mai una brava scrittrice.
Grazie per la tua attenzione....ciaoooo e buon Ferragosto.
Grazie per la tua attenzione....ciaoooo e buon Ferragosto.
Annamaria Palermo 14/08/2017 - 16:18
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In genere si raccomanda lo scrittore di essere freddo, di non lasciarsi influenzare dai sentimenti, dalle emozioni perché, almeno così si dice da parte dei docenti di scrittura creativa( Pontiggia per esempio), quel che si vuol trasmettere sarebbe influenzato troppo dall'eccessivo pathos che inquina, o meglio inquinerebbe, il narrato. Forse è vero, ma se si scrive della mamma, del ricordo di quando era viva, dell'amore che ancora vive nel proprio cuore, come si fa a non sentire un trasporto emotivo? E infatti in questo bel racconto lo si sente, ma a mio avviso è un pregio della narrazione e non un difetto. ciaociao...5*
Spartaco Messina 14/08/2017 - 11:25
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