Il portatore della pioggia
Il sole bruciava la sabbia dell’arena, che sembrava l’unica ad avere un po’ di pietà per tutto quel sangue sparso tra le sue braccia.
La gente lo avrebbe persino bevuto, se avesse potuto, al posto dell’acqua. L’oppressione si sentiva in ogni respiro e nelle gocce di sudore salato, e c’era un brusio diffuso che reclamava la ribellione.
Lo sapevano gli uomini di potere e tutti quelli che lucravano su quella massa di schiavi assetati d’acqua e di libertà.
Il grande spettacolo era pronto. Il massacro dei gladiatori era più che mai utile allo sfogo della rabbia della folla rumorosa e indistinta; tuttavia la gloria era riservata all’ultimo sopravvissuto,
nell’ultima lotta.
Spartaco non cercava la gloria, e forse sarebbe voluto morire, deluso in cuor suo per non essere stato in grado di difendere un amore; ma forse questo rendeva meno dolorose le ferite che il ferro dell’avversario infliggeva alle sue carni.
Arrivavano nuvole dense a coprire il sole, e le daghe taglienti erano pesanti tra le mani. Forse era un buon modo per morire: senza la pietà del sole. Poi un lampo squarciò l’aria e il tuono fece tremare la terra. Il colosso che aveva davanti ebbe una fatale esitazione, quanto basta per vedere la sua stessa testa rotolare ai piedi di Spartaco. E finalmente venne la pioggia. Solo la pioggia si poteva udire sulla folla ammutolita.
Poi echeggiò una voce possente: IL PORTATORE DELLA PIOGGIA!!
Quel grido, che sembrava venuto dal cielo, vibrava nell’udito e nelle membra della folla. Il senso di liberazione la eccitava, ma in realtà era successo molto più di tutto questo. In quell’arena era
germogliato il seme della libertà.
Ora, l’amico Spartaco, che tutti conosciamo in questo sito, si starà chiedendo. Ma che diamine vorrà dire Francesco con questi accostamenti, con queste metafore di libertà?
Ed io gli rispondo dicendogli che sono uno che scrive quello che gli pare, come è giusto che sia. La vera libertà è quella di seguire fedelmente l'ispirazione. Noi scrittori dobbiamo essere dei cagnolini obbedienti, e lei la nostra padrona. Ahahahah...
Caro Spartaco, io voglio dire che sono contento della tua presenza, e mi sento più libero, quando leggo i tuoi racconti (molto belli quelli che parlano del mare) e le tue poesie. Questo vale anche per gli altri autori, per tutti noi in genere, e grazie anche al titolare del sito, nel senso che abbiamo il grande privilegio di poterci esprimere liberamente, magari grazie anche al sangue versato nella
sabbia, e al portatore della pioggia.
Racconto scritto il 17/09/2017 - 10:26Voto: | su 7 votanti |
Secondo il mio modesto parere, dobbiamo essere liberi di scrivere ciò che sentiamo, nelle opere e nei commenti, senza interventi dall'alto (?) che vengano a precludere questa nostra libertà di espressione.
Il punto è uno e uno soltanto: scrivere con educazione e nel rispetto degli altri, sempre.
Credo che questa sia la chiave di tutto, in questo sito, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni, che andrebbe vissuta senza invidie o ipocrisie e seguendo quei principi sani di moralità che dovrebbero contraddistinguere ogni uomo o donna.
Non dubito, conoscendoti un po', che tu sia perfettamente d'accordo.
Bello il racconto, direi necessario...

Mimmi Due
18/09/2017 - 10:30 Buona notte amici cari

Francesco Gentile
18/09/2017 - 01:09
Francesco Gentile
18/09/2017 - 01:06 In ogni caso, nonostante l'ora tarda, voglio ringraziarvi tutti per aver letto e commentato questa sorta di racconto.. che sembra aver suscitato, a mio avviso, perlomeno un malinteso.
Ma forse non lo è, nel senso che - sempre secondo me - il senso di libertà d'espressione deve prevalere anche nei commenti... oltre che nei racconti e le nostre poesie.
Francesco Gentile
18/09/2017 - 00:46
Giulia Bellucci
17/09/2017 - 22:17
Giulia Bellucci
17/09/2017 - 22:15 Francesco, come sempre bravissimo, ha mandato un messaggio è, a buon intenditor....

Teresa Peluso
17/09/2017 - 20:30

margherita pisano
17/09/2017 - 18:28 per il resto non so di che cosa si parla esattamente non conosco i fatti tranne alcuni stralci, ma certo esprimere se stessi, liberando emozioni e interiorità, è il fine principale dello scrivere.

Grazia Giuliani
17/09/2017 - 16:07
Spartaco Messina
17/09/2017 - 15:21
antonio girardi
17/09/2017 - 13:40
Ken Hutchinson
17/09/2017 - 13:31




