Un sogno nel cuore
Era un mondo fantastico, ma per lui era tutto naturale.
Era nato, bevendo dal biberon, note musicali , insieme al latte.
arrangiamernti, diesis , , si bemolle, toni alti o bassi, ecc.. erano parole che facevano parte del suo vocabolario, così come gli erano familiari Bach, Beethoven, Clementi, Mozart, Chopin, Debussy...
Suonare al pianoforte lo estasiava e le sue esecuzioni erano perfette.. Insomma, si prospettava per lui uno splendido avvenire ed i sogni lo vedevano già Direttore d'orchestra.
Non si dovrebbe sognare troppo, perchè, a volte, il destino ha già segnato altre vie da percorrere e, nonostante gli sforzi, non si riesce ad evitare di attraversarle. .
Pensava al suo passato, a quanto di grandioso avesse sperato, in un passato lontano...troppo lontano... Il gomitolo era quasi tutto dipanato e, riattorcigliare quel filo era impossibile.
Era un uomo maturo ormai, che, per sbarcare il lunario, aveva fatto disparati lavori:il falegname, il carrozziere..e tutto ciò che gli capitava, pur di guadagnare per i suoi bisogni.
Certo la passione per la musica non l'aveva mai perduta...anzi, era stata proprio quella a salvarlo dalla pazzia.
Un banalissimo incidente gli aveva precluso il sogno e gli aveva impedito di ottenere il diploma di pianoforte.
Aveva 20 anni ed un solo sogno nel cassetto: suonare!
Imparò presto a suonare molto bene con nove dita, ma , la delusione che vedeva negli occhi della madre, lo spinsero a cercare consolazione , altrove.
L'aereo solcò i cieli e lo portò in Marocco , con una compagna di viaggio e due altri bravi musicisti.
Furono sei lunghissimi mesi, in cui fu eroso dalla nostalgia per la sua famiglia...ma, stoicamente, resistette.
Era un mondo diverso da quello in cui aveva vissuto. L'hotel era tappezzato con tappeti persiani, molto belli e le colonne della hall erano ricoperte da lamine d'oro.Arazzi ricoprivano i muri e fruscio di sete e damaschi, falsavano la realtà.
L'opulenza dell'hotel cozzava con la povertà della popolazione.
Non tutti avevano una casa, ed imparò che si dormiva persino sui balconi, su una stuoia.
La differenza culturale e di costume era enorme, ma imparò ad amare quella gente, che sopportava con dignità ogni disagio e che si accontentava di poco.
pensò più volte alla sua casa ed alla sua famiglia, ma era legato da un contratto, quindi rimase lì.Girovagò per i vicoli, aiutò qualche famiglia , sedendo al loro misero desco e portando in dono derrate alimentari, che erano sempre ben accette.
Si rese conto che a volte aveva disprezzato con aria di superiorità i Wo gumbrà del suo paese.
Adesso , nel loro paese, egli era ospite rispettato ed ossequiato.
Nella vita non si finisce mai d'imparare ...imparare che l'umiltà e la fratellanza spesso sono le più grandi virtù. se l'uomo apprendesse queste grandi verità, allora vivremmo in un mondo migliore, dove regnerebbe sempre la pace.
L'aereo sorvolò nuovamente il Mediterraneo ed atterrò, come un gabbiano all'aeroporto di Brindisi.
L'aria tiepida ed odorosa di oleandri , gli accarezzò il volto. Era felice.
Era scappato per cercare lontano, un sogno...ritornava con un sogno nel cuore...
Non sarebbe più fuggito.
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