Un uomo mentre passeggiava per i quartieri alti del Vomero, dove c’è la più alta concentrazione di persone benestanti di Napoli, dall’alto della collina, con i suoi bellissimi e imponenti palazzi e le maestose ville; ce ne era una più bella delle altre, dal di fuori delle sue cinta, poté ammirare la città distendersi come una sirena sulle curve del golfo e con il Vesuvio da sfondo. Si avvicinò alla villa, era tutta rifinita e graziosa; i gradini di quella casa mandavano bagliori d’oro, le aiuole del giardino erano piene di bellissimi, profumati e rari fiori, che vedeva per la prima volta, le finestre scintillavano come diamanti; e si fermò ad osservare stupito quella meraviglia. Stando così fermo, si accorse di un uomo che lo fissava da una finestra trasparente, che gli procurò un minimo di agitazione. L’uomo era attempato, e aveva la testa calva e la barba nera; e il suo viso era grave di dolore, e sospirava amaramente. E anche lui lo osservò con discrezione, ma la cosa strana mentre si guardavano, sembrava che si invidiassero a vicenda. Improvvisamente il proprietario della villa sorrise e fece un cenno col capo, invitò l’uomo ad entrare e lo accolse sulla porta di casa. È bella questa mia casa, disse l’uomo e sospirò amaramente. Non vi piacerebbe entrare e vederla da vicino? Così condusse lo sconosciuto per ogni parte della casa, dalla cantina al tetto, e non c’era lì nulla che non fosse perfetto nel suo genere, e l’uomo ne rimase ammirato. In verità, disse: “questa è una casa splendida; se io vivessi in una simile, canterei tutto il giorno”! Perché avete quest’aria così triste? Non c’è alcun motivo, disse l’ospitante perché voi non possiate avere una casa in tutto simile a questa o ancora più bella, se lo desiderate. Suppongo abbiate del denaro? Ho cinquanta euro rispose l’uomo, ma una casa come questa non potrà mai costare una somma così ridicola? Cinquanta euro e fece i suoi calcoli e controbatte: “Mi dispiace che non abbiate di più, perché potrebbe darvi delle noie in futuro; ma sarà vostra per cinquanta euro. La villa? domandò l’uomo. No, non la casa, replicò l’uomo barbuto, ma la bottiglia. Poi aggiunse: “Dovete sapere, sebbene vi sembri così ricco e favorito dalla sorte, tutta la mia fortuna e questa villa stessa e il suo giardino, sono venuti fuori da una bottiglia non molto più grande di un litro. E aprì un armadio chiuso a chiave, e ne tirò fuori una bottiglia panciuta, dal collo lungo; il vetro era di un bianco latte e aveva nella grana i colori cangianti dell’arcobaleno. E, dentro, qualcosa si muoveva oscuramente, come un’ombra e un fuoco. Questa è la bottiglia in questione e quando il suo interlocutore rise. Non mi credete? Soggiunse. Provate voi stesso e cercate di romperla? L’uomo prese la bottiglia e la scagliò sul pavimento fino a stancarsi; ma quella rimbalzava sul pavimento come una palla, senza rompersi. Questa è una cosa strana, gli uscì dalla bocca dopo quei vani tentativi, perché a toccarla, come a guardarla, sembrerebbe di vetro. E di vetro è, rispose l’attempato signore, sospirando più profondamente che mai e aggiunse, il suo vetro è stato temprato nelle fiamme dell’inferno; ci vive dentro un diavolo, ed è quell’ombra che vediamo muoversi; almeno così suppongo. Se qualcuno compra questa bottiglia, il diavolo sarà ai suoi ordini, tutto ciò che desidera: amore, fama, denaro, case; tutto sarà suo appena espresso il desiderio. Napoleone ebbe questa bottiglia, e per mezzo suo arrivò ad essere il re del mondo; ma alla fine la vendette e cadde. Cristoforo Colombo ebbe questa bottiglia e per mezzo suo trovò la rotta per le americhe; ma anch’egli la vendette e venne accusato di tradimento e imprigionato nelle galere portoghesi; infine morì a causa dell’artrite reattiva . Perché, una volta venduta, se ne vanno potere e protezione; e, a meno che uno non si accontenti di quel che ha, può finir male. E perché volete venderla? Chiese l’uomo. Ho tutto ciò che desidero e sto invecchiando, rispose con piglio triste. C’è una cosa che il diavolo non può fare; non può allungare la vita; e, non sarebbe onesto nascondervelo, la bottiglia ha un inconveniente, se uno muore prima di venderla, la sua anima sarà imprigionata nelle tenebre dell’inferno. Certo, questo è un inconveniente, è chiaro! Pronunciò l’uomo e Non vorrei averci niente a che fare. Posso fare a meno di una casa, grazie a Dio; ma c’è una cosa che non vorrei mai, cioè essere dannato. Ma su, non siate così precipitoso, controbatte l’anziano signore. Tutto quel che dovete fare è usare il potere del diavolo con moderazione, e poi venderla a qualcun altro, come io a voi, e finire in agiatezza la vita. Quanto al perché la venda così a buon mercato, devo spiegarvi una particolarità di questa bottiglia. Molto tempo fa, quando il diavolo la propose per la prima volta, era estremamente cara e venne venduta per molti milioni di euro rapportati ai tempi d’oggi al Faraone Menes; ma non può essere rivenduta se non perdendoci. Se la vendete a quanto l’avete pagata, vi ritorna indietro, come un piccione viaggiatore. Dunque, in tanti secoli il costo ha continuato a diminuire, e la bottiglia è ora molto a buon mercato. Io stesso l’ho comprata da uno dei miei grandi vicini su questa collina, e l’ho pagata solo novanta euro. La potrei rivendere per ottantanove euro e novantanove centesimi, ma non un centesimo di più, altrimenti mi tornerebbe indietro. Ora, a proposito, ci sono due inconvenienti. Primo, quando si offre una bottiglia così straordinaria per ottanta euro, la gente suppone che si scherzi. In secondo luogo, ma non c’è fretta riguardo a questo e non è necessario entrare nel merito. Ricordatevi solo che dovete venderla per denaro coniato. Come posso fidarmi, di ciò che dice è tutto vero? Domandò l’uomo. In parte lo potete verificare subito, replicò l’uomo pelato; datemi i vostri cinquanta euro, prendete la bottiglia, e desiderate che vi tornino in tasca. Se questo non accade, vi do la mia parola d’onore che romperò il contratto e vi restituirò il denaro. Non mi state ingannando? Disse incredulo. Ebbene, correrò il rischio, perché non può farmi alcun danno e pagò con in suoi soldi l’uomo, e l’altro gli porse la bottiglia. Poi davanti al vecchio, chiese al diavolo della bottiglia, di riavere i suoi cinquanta euro. Ed ecco riapparire i soldi in tasca; certo questa è una bottiglia meravigliosa e se ne tornò a casa felice. Una volta a casa fece un’altra prova, chiese una tavola imbandita di ogni ben di dio e anche quel desiderio gli fu appagato; mangiò con gusto tutte le pietanze e assaporò il miglior vino, che abbia mai bevuto prima e soddisfatto se ne andò a dormire. Il giorno dopo la prima cosa che fece, provò ad aprirla col cavatappi, ma ogni volta che conficcava la vite, questa tornava fuori di nuovo, e il tappo restava integro senza muoversi di un millimetro e senza riportare nessun segno di rottura. Questo è un qualche nuovo tipo di tappo, si era detto; improvvisamente cominciò a tremare e a sudare, perché quella bottiglia lo spaventava. Raccontò per filo e per segno, l’accaduto al suo migliore amico, che gli rispose: “Quello che mi hai raccontato è da non credere e se mi stai prendendo per il culo, finirà male per te”! Comunque torniamo al nocciolo della questione; sai quali sono i guai, e ti conviene godere i vantaggi del contratto. Soddisfa tutti i tuoi desideri e quando ti stancherai della bottiglia, la comprerò io e a mia volta soddisferò tutti i miei desideri. Su questo si misero d’accordo e non passò molto tempo dopo, che la bottiglia entrò in possesso dell’amico. Ma prima il nostro uomo si rese conto, che per ogni desiderio realizzato era controbilanciato da una disgrazia. Quando desiderò la villa più bella di quella che vide la prima volta e la ebbe, morì suo zio a cui era molto affezionato. Quando ottenne il panfilo ancorato nella darsena sul lungomare di via Caracciolo (Napoli), gli morì suo cugino, quel splendido ragazzo, che con lui condivideva tutto, si era lasciato annegare in mare. Colmo di dolore, cominciò a piangere e a lamentarsi, imprecando contro quella bottiglia maledetta e che la sua ingordigia non gli permetteva di disfarsene. Intanto aveva più di quanto, qualsiasi uomo potesse desiderare, una bella famiglia, con un figlio e una figlia splendida, ricchezza, fama, gloria, ma gli mancava la serenità, il rispetto, il tempo (perché gli affari e gli impegni erano pieni), il non essere riconosciuto per strada e non avere i soliti paparazzi tra i piedi, ma la cosa più importante non essere a posto con la sua coscienza, ben sapendo che tutto ciò che aveva ottenuto nella vita, a scapito delle persone che maggiormente amava. Quando andò a capo del Gruppo Bilderberg, gli morirono la moglie e i figli in un incidente stradale; l’autista in un sorpasso azzardato, perse il controllo dell’auto e cadde in mare, dopo aver abbattuto il guardrail, stavano percorrendo la costiera amalfitana per raggiungerlo all’incontro annuale della conferenza, che quell’anno si svolgeva a Positano. Chiamò il suo amico per vendergli la bottiglia, che si precipitò immediatamente al suo cospetto e disse: “è tutto come desideravi”? L’uomo con il dolore in petto rispose: “sarebbe stato meglio se non avessi mai acquistato la bottiglia”! L’amico ribatte: “tutto questo potrebbe essere accaduto naturalmente e il diavolo della bottiglia non averci niente a che fare. Se dovessi comprare la bottiglia e non poter realizzare nessun desiderio, avrei messo la mano nel fuoco per nulla. L’uomo rispose all’amico, ormai mi conosci da tanto tempo, sapevi com’ero prima e come sono adesso; sta a te prendere la decisione di comprarla o meno, ma posso assicurarti che realizzerai tutti i desideri, ma ad un costo altissimo, non in termini economici naturalmente. L’amico rispose: “Ti ho dato la mia parola tempo fa e intendo mantenerla”; quindi l’acquisterò! Ho giurato di non ricevere più favori dalla bottiglia, disse l’uomo all’amico, sono andato già abbastanza avanti. E con dispiacere te la venderò; dimmi solo a che prezzo vuoi comprarla, ben sapendo non oltre e più basso di 50 euro. L’amico rispose la voglio comprare a un centesimo di euro! Sei sicuro di quella cifra? Cercando di dissuaderlo da quel prezzo e farlo ragionare. Ma l’amico non volle ascoltare ragioni e si impuntò per pagarle 1 centesimo. Va bene è tua per 1 centesimo e consegna la bottiglia all’amico, che contento e un gran sorriso fra le labbra lascia la casa del suo magnate, con la bottiglia sotto il braccio e disse a se stesso: “Bene, avrò il mio schooner (veliero con l'albero anteriore più basso di quello o di quelli posteriori). La sua insaziabile voracità lo portò all’acquisizione di tutto e di più, il desiderio travolgente di avere sempre di più, di quanto ne abbia realmente bisogno. Non c'è più profondo squilibro che altera la coscienza e impedisce qualsiasi rimorso. Per quanto favorito nelle sue voglie, desidera sempre alcun che di più; e così dal buono sale col pensiero al migliore e da questi all'ottimo, cui tuttavia non può cogliere, per quanto ve lo attragga e lo solleciti, per tale insaziabilità dei suoi desideri e prova ugualmente ognora innanzi agli occhi della mente l’appagamento insoddisfatto. Lo ha ridotto ad un’anima sordida, impastato di fango e d’immondizia, sedotto dalla cupidigia, come l’anima bella lo è dalla gloria e dalla virtù; capace di una sola voluttà, quella di lucrare o di non rimetterci; bramoso e avido dell’accumulo. Non c'è colpa più grande che assecondare i desideri; non c'è sventura più grande che non sapersi accontentare e non c'è difetto più grande della sete di volere sempre di più. Quattro cupidigie rendono infelici la maggior parte degli uomini: la cupidigia di aver molto, di saper molto, di viver molto, e di divenir grande. Ma l’errore più grave che ha commesso il nostro amico è quello di non poter più rivendere la bottiglia, perché non può regalarla e deve essere assolutamente acquistata; soprattutto non è sta coniata una moneta inferiore ad 1 centesimo; quindi la sua anima è costretta a vagare tra le fiamme dell’inferno.
Racconto scritto il 10/10/2017 - 17:13
Da Savino Spina
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