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ultimo addio d'un mondo che brucia

E tra le ultime fiamme che folgoravano i cieli, il mondo lanciò un ultimo grido ad un uomo oramai sommerso da una rimpianta indifferenza.
“ Non troverai che l’inferno ovunque t’insedierai, sei il tuo stesso cancro, e sei stato il mio” le disperate grida di un corpo celeste ormai morto echeggiavano inascoltabili nel vuoto, ma l’uomo le sentii , risuonavano estremamente dolenti nella sua coscienza.
“ Come hai potuto, figlio mio, voltare le spalle alla tua culla, inquinandola, sporcandola, consumandola e bruciandola con le tue stupide guerre?”.
Queste ultime parole fecero lacrimar i pochi fiumi rimasti , i pochi mari ancor estesi, le poche montagne ghiacciate consapevoli della loro fine.
L’uomo, di spalle, non si voltò, il suo corpo si allontanava dalla terra, ma il suo cuore bruciava con essa, una lacrima gli rigò il viso, e prima che la terra potesse esalare il suo ultimo respiro, girò la testa, e guardando il proprio pianeta estinguersi , percepii un fremito, la paura.
“Ho sbagliato, ti ho uccisa , perseverando nel diabolico, nel disumano e nel meschino. Ed ora resto solo, a vagar nel vuoto , cercando un’altra casa, ammesso di trovarla, ma se mai la potessi trovare, non sarà mai te, madre mia.”
Parole colme di odioso rimpianto, l’uomo vedeva il suo passato scomparire per mano sua, e con le lacrime tentava inutilmente di spegnere il fuoco che ardeva dentro sé, ma ogni tentativo risultava vano.
Il mondo riuscii a formulare un’ultima frase, prima di implodere, prima di arrendersi ad un destino al quale non era riuscito ad opporsi; “vi perdono, mie creature, ma siate buoni con voi stessi, e con la natura, amatevi.”
Dopo aver detto ciò esplose con la forza di mille soli, e la luce d’altrettanti, lasciandosi alle spalle la sua stessa esistenza, per contemplare un eterno riposo.
Anche morente la madre terra ha saputo dimostrare il proprio amore per l’uomo, nonostante le mille angherie subite, ogni albero, ogni fiume, ogni mare , ogni animale ed ogni monte è rimasto fedele all’uomo, fino all’ultimo errore.
L’uomo, rimasto definitivamente solo, immerso nell’insicurezza più assoluta, gridò per un’ultima volta ai resti della propria madre, con voce rotta dal dolore .
“Questo è il mio ultimo saluto, addio verde casa, addio eterna speranza.” Detto ciò, partii verso confini inesplorati, consapevole del proprio disastro, e accettando inevitabilmente la propria inestinguibile pena.
L’uomo, l’umanità, noi ospiti senza gratitudine, un mondo malato ci ha chiesto aiuto, e gli abbiamo teso la mano, puntandogli una pistola dritta al cuore.
L’oscuro futuro ha il sapore d’un doloroso passato, un’altra terra troveremo, un’altra terra ridurremo a pezzettini. Ed altre lacrime sui nostri errori verseremo, ma il perdono non arriverà, non all’infinito, e l’uomo com’è nato, morirà.



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Racconto scritto il 25/11/2017 - 16:55
Da Carlo Comerlati
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