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Babbo Natale...in mutande !

Quest’anno, no ! Festeggerò il Santo Natale in un locale prenotato con amici e parenti. In casa mai più ! Non dopo lo scorso anno, che è stato un vero disastro. Si, capisco la fibrillazione che nasce durante il periodo che lo precede e che si prolunga fino ad arrivare al capodanno ed oltre, ma bisogna darsi una calmata. E’ una festa, una ricorrenza, per chi crede, non la sublimazione delle patologie nervose. Lo scorso anno, una settimana prima di Natale, subii l’invasione della mia tranquilla dimora da parte di mia suocera e di mia cognata, con relativo marito e tre figli di cui il più grande aveva appena sei anni. Niente di male, a parte mia suocera con la quale non abbiamo mai condiviso un sentimento di simpatia e stima reciproca e a parte mia cognata, degna figlia di sua madre con la quale, lei si, condivide tutte le doti di antipatia. Niente di male neanche per la presenza del marito di quest’ultima, un pover’uomo plagiato e ridotto a pura presenza visiva con la licenza di annuire solo quando parla la moglie. Che dire dei tre frugoletti, nati dall’incesto dei due degenerati genitori ? Solo tre piccoli corpi, più che anime, votati alla distruzione incondizionata di cose e persone. Ora, penserete che parli della famiglia Adams ! Per carità, parlo di molto, molto peggio ! Arrivarono tra capo e collo, una mattina, contando sul fatto che ho una casa molto capiente, vantando quasi un diritto di prelazione su eventuali altri ospiti che avessi dovuto avere. Tacqui, per l’amore che porto a mia moglie e alle mie coronarie anche se mi sarei aspettato ben altra festa. In breve tempo la casa si riempì di regali di ogni genere, ritrovai pacchi e pacchettini anche nel mio studio, sulla mia scrivania. C’era un andirivieni nervoso per tutta la casa da farmi presagire la necessità, prima o poi, di ricoverare qualcuno in clinica neuro. Per non parlare della cucina. Vi andai per prendere il mio solito yogurt pomeridiano, dovetti fare a sportellate con le ante del mio frigo per poterlo aprire, tanto era pieno. Durò poco, perché venni inibito ad entrare in cucina perché dovevano preparare il cenone della vigilia. Una settimana prima ! ! Pazientemente, presi il giornale ed andai ad occupare la mia fida poltrona. Non lo avessi mai fatto. Quel pomeriggio dovetti buttare i pantaloni che avevo indosso perché le cinque pesti (tre di mia cognata e due mie), avevano deciso di mangiare “i dolci di Natale”, tutta roba untuosa e zuccherata, sulla mia amata, vecchia, coccolata poltrona, con il risultato di renderla lercia, appiccicosa e quant’altro. Intanto le spese continuavano all’impazzata e non mi meravigliò che il direttore della mia banca, indignato, mi dicesse che dal mio conto era in atto una vera e propria fuga di capitali ! Tuttavia subivo volentieri, per l’amore che ho per mia moglie, per le mie coronarie e per la mia stabilità psichica. Ma lo scandaloso deve ancora venire. Una sera, tornando a casa dopo una giornata a dir poco massacrante, trovo la famiglia seduta attorno al tavolo del soggiorno intenta a pianificare non so quali danni ancora. Appena mi videro assunsero, pro forma, un’aria sorniona, distratta. I Farisei, cioè, scusate, i miei familiari, aggiunta una sedia al tavolo (ovviamente la sedia che cigolava un po’), mi invitarono a sedere ed iniziarono ad illustrarmi come si sarebbe svolta la serata della vigilia. Quindi mi portarono a conoscenza di quali sarebbero stati i rispettivi ruoli. Neanche se avessimo dovuto pianificare lo sbarco in Normandia ! Comunque li ascoltai, giusto per farli star buoni. Infine mi dissero del ruolo che avrei dovuto ricoprire io. Incredibile ! Avrei dovuto vestirmi da Babbo Natale, vista la leggera prominenza che mi caratterizza lo stomaco e distribuire quella montagna di regali sparsi per casa. No, non ci potevo stare ! Sono una persona seria. Aiuto nel reparto di chirurgia di uno dei più noti centri di cardiochirurgia, stimato dal primario e dagli assistenti. Non mi sarei mai vestito da Babbo Natale, avevo una dignità da difendere, io. Ma dovetti farlo, per l’amore che porto a mia moglie, per le mie coronarie, per la mia stabilità psichica e per mettere a tacere quelle boccacce che mi stavano ossessionando quasi con insolenza. Avevano già acquistato il vestito (con i miei soldi, naturalmente). Dovevo solo misurarlo. Mi rifiutai di farlo, mica mi dovevo sposare, dovevo solo fare il pagliaccio per qualche minuto !
Arrivò la fatidica sera della vigilia e, non mi spiegavo, guardando dalla finestra, come tutta la gente facesse così in fretta a voler tornare a casa mentre, invece, io, se avessi potuto, sarei andato lontano, molto lontano dalla mia. Mia suocera avrebbe voluto assistere alla vestizione del Santa Klaus di turno, cioè io ! Mi opposi con tutte le mie forze giusto per non provocarle ricordi che l’avrebbero resa più assatanata. Volli solo mia moglie, con me. Quella sera fu la prima sera in cui mi domandai perché Babbo Natale avesse dovuto vestirsi a quel modo. Sicuramente era in combutta con mia suocera ! Infine la sorpresa. I pantaloni erano stretti ! Non riuscivo ad indossarli. Gioii come quando Altobelli segnò la terza rete ai mondiali di Spagna contro la Germania. L’urlo, però mi morì in gola quando, mia moglie, mia suocera e mia cognata decisero di mandarmi “in scena” ugualmente, vestendo solo la parte superiore dell’abito, la barba finta e il cappello sopra una parrucca di capelli bianchi. E…sotto ? Risposero in coro : Resterai in mutande ! ! ! Mi rifiutai, ma loro, con grande nonchalance “non” mi convinsero affermando che mettendo qualche sedia davanti, ricoperte da un telo natalizio, non si sarebbe visto nulla ed io avrei potuto, così, assolvere alle mie funzioni. Follia pura ! Quindi allestirono il tutto all’uopo e mi trascinarono, in mutande, dietro le sedie. La casa era piacevolmente riscaldata ma le mie gambe, nude, non se ne avvidero. Battevo i denti come un fabbro batte il ferro e, comunque, non mi arresi. Non avevo ancora distribuito un dono che suonarono alla porta di casa. Mia moglie andò ad aprire e tornò… che dire sconvolta è poca cosa. Balbettava. Ma che le era preso, mi chiesi.
• Caro, il…il..tuo primario e signora sono passati per farti gli auguri !
Dietro di lei avanzarono i due illustri ospiti.
• Tanti auguri caro Antonio - disse la moglie del mio capo, tendendomi la mano per il solito bacio a cui l’avevo abituata ed avvicinandosi, pericolosamente, alle sedie che coprivano le mie nudità !
D’istinto e con estrema rapidità, mi allungai per prenderle la mano e per non farla avvicinare ulteriormente. E voilà la frittata fu servita. Le sedie caddero rumorosamente per terra, lasciando senza protezione le mie gambe e, soprattutto, le mie mutande. Oddio, erano mutande nuove, ovviamente pulite, ma dall’urlo che lanciò la signora del mio primario sembrò che non le avesse gradite. Non voglio tediarvi e quindi non vi racconterò dell’espressione schifata del mio capo. In tutto questo bailamme, si sentiva solo la voce scellerata di mia suocera che mi strillava “copriti, copriti”, quasi che avessi deciso volontariamente di mostrare le mie…bellezze.
Quella notte, per fortuna, mia moglie si ravvide e sentendomi nervoso, smanioso mi accarezzò dolcemente chiedendomi di far l’amore per acquetarmi.
Quest’anno, invece, sono qui, seduto sulla mia poltrona ripulita, nella mia casa in ordine, ad aspettare la vigilia, in assoluta tranquillità. Ripenso allo scorso anno, a tutto quel trambusto e quasi non mi par vero di tanta tranquillità. Troppa tranquillità. I bambini giocano in silenzio, mia moglie stira gli abiti che indosseremo nel locale pubblico che abbiamo prenotato. Anche le luci del presepe sembrano annoiate e pulsano debolmente. L’albero non è nemmeno acceso. Insomma, che mortorio, proprio ora che dovremmo festeggiare la più grande delle natività. Bisognerebbe essere in allegria e invece…Prendo il telefono, chiamo prima mia suocera, poi mia cognata e…le invito a venire da me a trascorrere le festività…senza armi improprie, però, a cominciare dalle grandi idee ! Corro a dirlo a mia moglie che mi subissa di baci e mi fa una promessa…intima. Non certo come la promessa di Gesù all’umanità, molto più terrena ma gradita. Dai, che avete capito, ed è sempre bello parlare d’amore.



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Racconto scritto il 26/12/2017 - 10:21
Da Nino Curatola
Letta n.956 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


NINO CURATOLA...esilarante, spassoso un racconto che ho letto molto volentieri e mi ricorda certi Natali... ma mai passati in mutande per fortuna. Complimenti piaciutissimo Felice Nuovo Anno auguri per le prossime festività

mirella narducci 26/12/2017 - 11:46

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