Leggevo, l’altro giorno, questa parola stampata su uno striscione sorretto da pochi ragazzini, allo stadio. In un tripudio di colori e in un contesto rumoroso e festante, notai che non perdeva il significato austero e serio di cui era pregna. Pensai a quante volte usiamo ed abusiamo di questo termine, che dovrebbe far parte del nostro DNA, in occasione delle problematiche sociali importanti che, quotidianamente, ci accompagnano. Parola impegnativa, corredo essemziale per ogni uomo al di la di convenzioni stupide e becere. In assenza di essa, l’uomo entra in conflitto con se stesso e cade in uno stato patologico che lo rende simile alle bestie. Mi vien da pensare agli omofobi e a coloro che usano violenza sulle donne. Mi vien da pensare al normale rapporto che intercorre tra uomo e donna costantemente messo in dubbio, profanato dal modo di pensare meschino del sesso “forte”. Eppure, ci vorrebbe così poco per una vera presa di coscienza se tutti imparassero a rispettare innanzi tutto se stessi. Ma anche io,, che sollecito momenti di riflessione in altri, riconosco di essere carente, in parte, dal detenere tale importante prerogativa. Riconosco, e non ne faccio ammenda, che, a volte, ho saputo rinunziare al rispetto, parte imprescindibile della mia vita, quando ho amato una donna. In amore non ho mai rispettato la mia controparte, anzi, l’ho sempre trattata nel modo opposto all’attenzione che meritava. E non scrivo queste cose quasi a recitare un mea culpa di cui non sono convinto, ma per affermare che, in amore, non ci può essere rispetto. Quando ho amato ho usato molte violenze alla mia partner, l’ho soffocata di baci, l’ho triturata di carezze, l’ho fagocitata perché entrasse in me diventando parte di me ed io di lei, di tutto ciò che rappresentava per me, dai pensieri al sesso, senza limiti di età, di sogni, di passioni. Con lei, dentro, ero trasformato. Quasi un perfetto ermafrodita, facendola desistere da ogni tentativo di ribellione. E’ vero, era il mio completamento, era il mio io conquistato e compresso, mai represso. Era la mia ansia di felicità, il mio desiderio sfrenato di sensualità che non cedeva mai e non cederà col passare degli anni e dell’età. Sorrido quando vedo alcuni filmati di centenari che si tengono ancora per mano e si scambiano gesti d’affetto frettolosi e teneri. Io non voglio una donna da rispettare in modo così patetico e rituale, voglio una donna da maltrattare a modo mio, come solo il mio brutto carattere mi induce a fare. Qualche volta anch’io sono incappato in una donna che ha fatto questo a me, le eccezioni ci sono sempre ! L’importante è che quando tutto finisce, se finisce, si capisca ciò che si è fatto e perché si è fatto e non vi sarà mai acredine fra due ex, ci si lascerà per fatalità e con affetto e…rispetto
Racconto scritto il 07/02/2018 - 12:37
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Commenti
il rispetto è lo specchio di chi lo porta molto piaciuto
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 07/02/2018 - 19:00
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