La tregua
Ho sognato tanto nella mia vita…Ho sognato la pace, la serenità, l’amore…
Lego i capelli ed infilo un paio di jesns sdruciti. Devo fare presto, al lavoro non ammettono ritardi.
Ho solo vent’anni, ma, nella mia breve esistenza, ho vissuto situazioni, che mi hanno fatto maturare prima del tempo.
Do uno sguardo allo specchio e scappo via. Le strade sono deserte ed una leggera nebbia ancora aleggia tutt’intorno. Fa freddo…Non mi piace l’inverno, preferisco la calda estate , che mi consente di non infagottarmi in questi pesanti cappotti…e poi c’è il mare in cui tuffarsi e fare annegare tutti i dispiaceri.
La mia famiglia, non so perché, è diventata così povera, che mio padre non riesce a mantenerci decorosamente. E’ toccato a me, più grande di tre fratelli, cercare un lavoro per sollevare un po’ le sorti della famiglia ed evitare i morsi della fame. Si… sembra ridicolo parlare di fame adesso, che il ben di Dio si butta in pattumiera…, ma è una cosa reale.
Eppure la mia vita non è stata sempre piena di stenti. Quando ero piccolina fui portata a vivere in una casa che non conoscevo, con gente che non conoscevo. E’ stato facile affezionarmi a loro e li ho amati tanto: essi rappresentavano tutto il mio mondo. Il nonno, così ho chiamato l’uomo maturo, che ho conosciuto in quella casa, era un uomo mite,buono, sempre pronto allo scherzo e tanto affettuoso con me. La nonna, che mi portava con sé e non mi faceva mancare nulla, era una donna dolce/severa. Per me rappresentava la sapienza. Non c’era cosa alcuna a cui lei non sapesse dare una spiegazione.
Ed io ero una bimba curiosa e m piaceva ascoltare le sue storie, le sue filastrocche…Imparai, giocando con la nonna, le tabelline ed i verbi in tutte le sue forme. Viaggiavamo molto. I miei nonni erano sempre insieme e con loro ho visto, per la prima volta, i “Grattacieli”. Io abitavo in un piccolo paese, dove le case erano tutte a piano terra, al massimo a due piani…Figuratevi lo stupore quando, per la prima volta da lontano apparve il quartiere Bozano di Brindisi, con i suoi grattacieli… Sembrava di essere a New York.
Il nonno mi spiegò che erano solo grandi palazzi, ma la favola ebbe il sopravvento sulla realtà ed a me sembrò di essere arrivata nel paese delle meraviglie. E c’era il mare, il porto, le grandi navi attraccate all’ancora, i barconi dei pescatori, pesce guizzante appena pescato… tutto era bello.
Ma il bello dura sempre poco…è il brutto che si mette addosso e non ti abbandona…
Fu così che i miei iniziarono a litigare e, poco alla volta, a sfaldare quella famiglia, che avevo tanto sognato e che svaniva come neve al sole. Ho subito continui traslochi, quando i miei genitori erano in crisi…Non capirò mai perché litigassero…certo è che non riuscivano ad essere collaborativi per sé stessi e per i figli.
Adesso la mia famiglia è di nuovo insieme, ma non so quanto durerà questa tregua. Ho imparato però a non dimenticare i periodi belli e le persone che hanno fatto in modo che esistessero. Il bello non dovrebbe mai essere dimenticato, perché nel momento dello sconforto, esso rappresenta l’apostrofo rosa nello grigiore della vita.
Sono arrivata. Adesso dovrò dimenticare i miei problemi personali e sfoggiare il più bel sorriso. Il sorriso aiuta a vedere positivo ed io, come dice la mia nonna, non devo mai perdermi d’animo. La vita ha in serbo per me, anche cose belle.
Per adesso mi godo la tregua, sperando che duri per sempre.
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