L’acqua argentina di quel ridente ruscelletto era una meraviglia, ti veniva voglia di tuffarci le mani e berne un sorso, tanto era limpida ed invitante, soprattutto in estate. In primavera vi si passava accanto per andare a raccogliere le viole selvatiche che crescevano nelle crepe del vecchio ponte coperto della ferrovia. Più avanti, il ruscello si confondeva nelle placide acque di un fosso che si avvicinava alla casa dove viveva Teresa; in quel punto il fosso aveva un’ansa che si abbassava e formava una piccola spiaggetta dove le donne calavano la tavola per lavare i panni e gli uomini, alla sera, andavano a lavarsi le fatiche e i sudori di una faticosa giornata. A Teresa piaceva quel luogo e fu rattristata parecchio quando, tempo dopo, lei cambiò casa e arrivarono nuovi proprietari che, facendo diversi lavori, alterarono l’armonia del fosso e del ruscello; l’acqua non era più cristallina, non si vedevano più i ciottoli sul fondo, non ti chinavi più a osservare i pesciolini guizzare nell’acqua; ora essa era torbida, fangosa. Fu cambiato anche l’assetto dei fossi nella campagna dove Teresa era andata ad abitare con la famiglia; erano terre in passato adibite a risaia e col mutare delle cose, fu ritenuto di bonificare il terreno per adibirlo ad altre colture. Nei fossi che un tempo alimentavano le risaie si poteva pescare e andare a rane. A dire il vero c’era un luogo rimasto un po’ selvaggio, era chiamato “il boschetto” e altro non era che un ammasso di erbe palustri. Non era stato toccato perché era uno spicchio di terreno tra la ferrovia e l’argine del canale che attraversava il paese. Il canale aveva alti argini ed era stato protagonista di qualche allagamento in paese. Però era anche un “bravo” canale, in tempi lontani aveva alimentato i mulini di proprietà della nobile famiglia che amministrava il paese e in un passato di cui solo i più anziani si ricordano, anche della prima centrale elettrica della zona. Sopra (al canale) vi passano alcuni ponti della ferrovia, mentre in tempi lontanissimi e confinati nella leggenda, si parla di una torre. Ora, una piacevole ciclabile permette di uscire per un po’ da traffico e stress; per tornare alla nostra Teresa, lei che tanto ama la natura, ora abita vicino ad un laghetto. Esso è nato da una cava, ma col passare del tempo la natura, aiutata dall’uomo, ha fatto si che si creasse un luogo apprezzato da molti, sia perché vi vengono a pescare, sia perché è di conforto alla calura estiva.
Racconto scritto il 21/04/2018 - 16:46
Da Ivana Piazza
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Commenti
Emozionalmente, ringrazio!
Ivana Piazza 23/04/2018 - 18:05
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Potrebbe essere l'incipit dibun romanzo che vorrei leggere :)
Atrebor Atrebor 23/04/2018 - 14:04
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Racconto armonioso...
Grazia Giuliani 22/04/2018 - 22:09
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