Il Cambiamento
Questo è il primo capitolo della mia autobiografia
Sono un uomo, che si avvia ai sessant'anni e si appresta a tagliare questo traguardo. A questo punto provo ad immaginarmi di tornare indietro di dieci anni e di avere un ipotetico dialogo con me stesso di allora.
Lui conscio di avere di fronte se stesso con dieci anni in più di esperienza; la prima cosa che chiede è: "se è riuscito a risolvere tutte le questioni che lo tormentavano o quantomeno chiedeva consiglio per evitare gli errori che avrebbe commesso durante quei dieci anni, e gli avrebbe impedito la crescita personale, senza troppa sofferenza e messo ordine nella sua vita".
Esordì: “Era una crisi mistica l’episodio accadutomi a trentatré anni e mi ha condotto verso la pazzia”?
“No! Caro amico, il fatto che tu avessi gli stessi anni di quando Cristo è morto, questo è stato l’indizio che ti ha portato fuori strada, ma durante la malattia, sei arrivato a comprendere che tra i bisogni primari c’è la continuazione della specie e che il tuo scopo è quello di contribuirne l’evoluzione”.
“Io credevo che era il delirio della malattia, che mi aveva indotto a quelle considerazioni”.
“Ebbene No! Tralasciamo quello che è accaduto, che noi conosciamo benissimo; quello che non sai, è perché ti è accaduto”? Devi sapere, che tutto accade per un motivo ben preciso, anche se sembra frutto del caso o per fatalità; la malattia è sorta per avvertirti, che la strada che avevi intrapreso non ti conduceva all'allontanamento dalla sofferenza e quindi all'avvicinamento al piacere; in sostanza non ti permetteva di raggiungere un livello di consapevolezza superiore. Quello è stato senza saperlo, il primo passo significativo che ha innescato le basi di partenza che ti ha condotto ad essere me in questo preciso momento, in cui ci stiamo confrontando. Bisogna toccare il fondo, per avere la forza di risalire; inoltre sappi che in nostro soccorso ci viene in aiuto l’istinto di sopravvivenza. Ora amico caro, ti sei ritrovato a capire che un qualcosa generasse il tuo malessere e fino a d’ora ti sei tenuto lontano da rivivere quella condizione, ma questo non basta! Nel frattempo hai ricevuto una miriade di avvertimenti, che non hai recepito e hai continuato a star male. Quindi devi scavare dentro di te e comprendere alla radice, cosa ha generato quel trauma e apportare le opportune correzioni.
“Allora dimmi cosa fare”?
“Bene ascoltami attentamente! Più che dirti cosa devi fare, ti dirò cosa ho fatto”! Lo farò a ritroso, a quello che sono oggi ad arrivare a quello che sei tu in questo momento. Oggi la mia comprensione mi permette di dedurre e formulare che la vita è una scala e partendo dal gradino più alto c’è l’entità, che ci guida verso l’illuminazione, ciò vale a dire la realizzazione del nostro scopo sulla terra, che poi è lo scopo di tutti gli esseri senzienti, attraverso i modi e i tempi che ognuno ha. Io per semplicità la chiamo Essenza! La quale Essenza si avvale di un collaboratore, che per motivi pratici chiamo Supervisore. Subito sotto c’è l’Identità (io chi sono); il raggiungimento dell’essere libero, scevro dai condizionamenti, in altre parole aver conseguito il libero arbitrio, per poter affermare sono un uomo libero e felice. Ancora sotto ci sono i Bisogni Primari, che vanno identificati in Sopravvivenza, intesa anche come conservazione della specie, Allontanamento dal Dolore e Avvicinamento al piacere. Il gradino ancora più sotto ci sono i Bisogni Funzionali, che generano dei sottogradini, che vado ad elencare in ordine di importanza: I Valori, Le Credenze, Le Capacità e Le Azioni. Alla base della scala c’è L’Ambiente. L’ambiente contribuisce alla creazione dell’Ego; quanto più grande è l’ego più difficile è ottenere la presa di coscienza e liberarsi dalle catene che ci rendono schiavi. Ricapitolando, i gradini intermedi, I Valori, Le Credenze, Le Capacità e Le Azioni cambiano e si modificano in base alla prospettiva del Supervisore o del Superego, ma alla fine è sempre il Supervisore ad averla vinta.
“Anch'io ho una mia teoria: enuncia che la vita è un viaggio fatto a tappe e che mi condurrà alla tappa finale, che concluderà con la meta raggiunta”!
“Perfetto! Sei sicuro di essere sulla strada giusta? Conosci la tua meta”?
“Beh a dire il vero non sono riuscito a darmi delle risposte, ti prego aiutami a comprendere”!
Le risposte sono riconducibili ad un’unica risposta, che è molto semplice, senza andare a scomodare la filosofia, se la tua vita scorre felice, senza dolore e provi gioia per quello che fai, sei sulla strada giusta, se ti stai allontanando dalla via maestra, il Supervisore ti darà una spintarella per rimetterti in carreggiata.
“Mah io non riesco in alcun modo ad allontanarmi dal dolore e avvicinarmi al piacere”!
“Tu prova a pensare, come hai fatto a superare la malattia”?
“Si ricordo, che a un certo punto ho buttato nel cesso tutte le sostanze psicotrope e da quel momento sono guarito”.
“Guarito proprio non direi, sei riuscito ad evitare che l’azione farmacologica ti tenesse in scacco ed avere quel barlume di lucidità, per permetterti di uscire da quella morte dell’anima, consentimi il termine”. Certamente non hai ovviato al Superego di “alterare tutta la tua attività mentale”!
“Con questo cosa vuoi dire? Non capisco”?
Hai permesso che i Valori, le Credenze, le tue Capacità e le tue Azioni fossero appannaggio del Superego e producessero dolore. Proprio per questo a distanza di due o tre anni, non ricordo bene sei ricaduto nella stessa problematica e sempre il Supervisore ti è venuto in soccorso con le stesse modalità e tu grazie all’esperienza precedente della morte apparente dell’anima, ne sei venuto fuori più velocemente, ma tu di coccio nemmeno questa volta hai ricevuto il messaggio. Qualunque input ti lanciava non era recepito, eri troppo preso ad accogliere quelli erronei del Superego.
“Eppure ero convinto di essere nel vero, di avere il discernimento del bene e del male, avere sani valori e che i miei comportamenti erano giusti”!
“Queste credenze ti sono state impiantate subito dopo che lo spermatozoo ha fecondato l’ovulo è si formato lo zigote. Dallo zigote ai sette anni, si è una spugna; dopo si sviluppa la capacità critica e si acquisisce l’abilità a mettere filtri, sui dati che vogliamo che entrino nell’archivio della nostra memoria, ciò non toglie che non siamo immuni ai vari condizionamenti ambientali e alle varie tecniche di plagio del Superego”.
“Allora come faccio a liberarmi dal Superego? Riprendermi la mia vita”?
“Innanzitutto devi comprendere in che modo il Superego opera e come è riuscito ad inserire delle illusioni nell’archivio della memoria, al posto della realtà oggettiva; utilizzo questo termine, per specificare che non ti permette di comprendere i Bisogni Funzionali. Sostituendoli con i Bisogni Indotti, ma prima crea tutte le condizioni favorevoli; affinché si insinuano o per utilizzare un termine computeristico si installano nell’archivio della memoria (Ippocampo), considerato come uno "spazio di memoria" nel quale le informazioni multisensoriali collegate ad una memoria dichiarativa (episodica e semantica) si integrerebbero per un breve periodo. Successivamente verranno inviate a regioni paraippocampali che dissociandole ne faranno una memoria più duratura. Le nostre esperienze modificano le sinapsi (le connessioni fra neuroni) e queste alterazioni permanenti sono responsabili della memoria. In pratica, quando accade qualcosa che in futuro ricorderemo, si genera nel cervello un segnale elettrico che provoca variazioni chimiche e strutturali dei neuroni. Queste variazioni sono possibili grazie a una catena di reazioni che coinvolge diverse molecole fra cui gli ioni calcio e alcuni enzimi e neurotrofine, e il cui risultato finale è il potenziamento delle sinapsi. Quindi la nostra mente non distingue ciò che è vero dal falso, ma risponde a impulsi elettrici, che generano dolore o piacere; nella fattispecie del dolore si innesca automaticamente il sistema di protezione per allontanarci dal dolore, ma ogni qualvolta si tocca un bottone installato dal Superego genera dolore e ci fa star male. Il nostro cervello è un super computer, che può memorizzare 1 petabyte di dati e sarebbe fino a 10 volte maggiore di quanto si pensasse ed è capace di fare cose incredibili, ben al di là di qualsiasi cosa si possa oggi ottenere con qualsiasi computer. Il nostro cervello al pari di un computer è dotato di memoria rom di sola lettura, quindi non modificabile, dove all’interno ci sono tutti i dati, che ci permettono di soddisfare tutti i bisogni primari e funzionali e di una memoria ram, che è di lettura e di scrittura ed è lì dove il Superego va ad installare i suoi programmi per generare stress e quindi farci ammalare e causarci dolore. Sempre lì noi dobbiamo sostituire i programmi che ci procurano sofferenza, con quelli che ci tolgono il dolore e provvedono al nostro piacere, rendendoci felici.
“E tu riesci a riprogrammare gli errori d’installazione del Superego”?
“Non avere fretta ci arriviamo per gradi”! La prima cosa che devi sapere a installarci involontariamente questi programmi è nostra madre; essendo attaccati al cordone ombelicale, riceviamo tutti gli stimoli dell’ambiente esterno e tutte le percezioni e le sensazioni provate da nostra madre ci vengono trasmesse e se per esempio, i nostri genitori non ci accettano (o solo uno), noi nel grembo materno cresceremo con la percezione dell’abbandono, in parole povere siamo stati programmati per essere accettati e di conseguenza lo scopo della nostra vita a nostra insaputa sarà teso all'appagamento della programmazione. Nella vita per quanto ci si sforzi e possiamo acquisire qualsiasi abilità non possiamo piacere a tutti e questo ci procurerà dolore, perché farà leva sull'abbandono; in questo modo siamo stati programmati ad essere infelici, perché proviamo gioia solo dalla gratificazione dell’accettazione e pur di averla siamo disposti ad essere zerbini. Ho citato l’esempio della paura dell’abbandono, perché tutti noi al taglio del cordone ombelicale, abbiamo percepito la sensazione dell’abbandono, dovuta al cambiamento ad affacciarci alla vita e siccome il primo impatto ci causa il dolore di morire. Quindi alla programmazione dell’accettazione si è aggiunta quella di non cambiare, perché il cambiamento viene identificato con la morte. Queste due programmazioni da sole, già basterebbero a renderci la vita infernale, ma il nostro Superego non contento va a installare programmi su programmi, per renderci la vita più difficile e dolorosa; soprattutto mettere i bastoni tra le ruota, alla presa di coscienza. Tra i più devastanti il possesso, ti ricordi: “Nostro padre ci raccontava, che all'età di due anni ogni cosa che vedevamo, la volevamo e che adducevamo era nostra”? “Si lo ricordo, ma non lo riconducevo ad un programma di condizionamento, sui cui verte l’intero capitalismo e si creano i bisogni indotti”.
“Bravo e ci hanno creato una serie di illusioni, sempre per controllarci, sfruttarci e spingerci nella direzione voluta da chi ci manovra, che si affida a dei programmatori ben pagati. L’illusione della fede religiosa, accettata per dogma e come citava Marx: “è l’oppio dei popoli” e per gli atei e agnostici l’evoluzione della specie di Darwin (gli esseri più forti sopravvivono e migliorano il genere umano, mentre i più deboli si estinguono ed io aggiungo dominati). Ci hanno indottrinato alla competizione e alla paura, mentre in natura avviene una mutazione accidentale ad un componente della specie, che gli permette di acquisire delle abilità per adattarsi meglio all'ambiente e quindi la probabilità di sopravvivere di più degli altri. E riuscirà a diffondere questo nuovo patrimonio genetico alla sua progenie.
“Fin qui ci siamo”!
“Ricordi a diciannove anni, ti piaceva la psicoanalisi e ti sei imbattuto in W. Reich e ti sei interessato di Bioenergia”?
“Si me lo ricordo, ma poi l’abbandonai, perché un mio amico uscì fuori di testa e fu proprio lui che me la indicò”!
“Lì avevi imboccato la strada giusta e avevi capito, che tutti i programmi davano vita alla corazza o armatura caratteriale e non comprendevi ancora i meccanismi che la regolavano”. La corazza caratteriale esprime il modo di funzionare della persona: è muscolare, è energetica, è caratteriale. La corazza, se da un lato serve all'individuo per fronteggiare le esperienze frustranti e dolorose della vita, dall'altro lo blocca nel suo movimento pulsativo vitale, ingabbiandolo in un rigido modo di vivere la vita. La corazza caratteriale apparentemente salva dall'angoscia e impedisce il piacere: il piacere è possibile solo attraverso il libero fluire di energia e questo non è possibile in uno stato di contrazione. Questa energia che Reich chiamò Orgone e costruì la camera orgonica per curare i suoi pazienti con problemi psichici e ad altri riuscì a guarirli dal cancro. Ad una forma di rilassamento fisico deve associarsi, secondo Reich, una forma di "liberazione mentale" mediante il rilascio a livello cerebrale di endorfine. All'epoca il sistema più noto (e semplice) per produrre le endorfine era l'orgasmo: qui si fonda, a torto o a ragione, l'importanza che Reich dava all'orgasmo e di conseguenza alla "liberazione dei costumi sessuali" al fine di rendere l'uomo più libero e consapevole della propria sessualità e dei legami tra una "sessualità repressa" e l'insorgere di patologie psicofisiche. Diciamo che queste informazioni ti hanno protetto dal condizionamento totale e ti è servito per uscirne fuori prima dall'agitazione psicomotoria, poi dal bipolarismo e infine dalla depressione.
Sono un uomo, che si avvia ai sessant'anni e si appresta a tagliare questo traguardo. A questo punto provo ad immaginarmi di tornare indietro di dieci anni e di avere un ipotetico dialogo con me stesso di allora.
Lui conscio di avere di fronte se stesso con dieci anni in più di esperienza; la prima cosa che chiede è: "se è riuscito a risolvere tutte le questioni che lo tormentavano o quantomeno chiedeva consiglio per evitare gli errori che avrebbe commesso durante quei dieci anni, e gli avrebbe impedito la crescita personale, senza troppa sofferenza e messo ordine nella sua vita".
Esordì: “Era una crisi mistica l’episodio accadutomi a trentatré anni e mi ha condotto verso la pazzia”?
“No! Caro amico, il fatto che tu avessi gli stessi anni di quando Cristo è morto, questo è stato l’indizio che ti ha portato fuori strada, ma durante la malattia, sei arrivato a comprendere che tra i bisogni primari c’è la continuazione della specie e che il tuo scopo è quello di contribuirne l’evoluzione”.
“Io credevo che era il delirio della malattia, che mi aveva indotto a quelle considerazioni”.
“Ebbene No! Tralasciamo quello che è accaduto, che noi conosciamo benissimo; quello che non sai, è perché ti è accaduto”? Devi sapere, che tutto accade per un motivo ben preciso, anche se sembra frutto del caso o per fatalità; la malattia è sorta per avvertirti, che la strada che avevi intrapreso non ti conduceva all'allontanamento dalla sofferenza e quindi all'avvicinamento al piacere; in sostanza non ti permetteva di raggiungere un livello di consapevolezza superiore. Quello è stato senza saperlo, il primo passo significativo che ha innescato le basi di partenza che ti ha condotto ad essere me in questo preciso momento, in cui ci stiamo confrontando. Bisogna toccare il fondo, per avere la forza di risalire; inoltre sappi che in nostro soccorso ci viene in aiuto l’istinto di sopravvivenza. Ora amico caro, ti sei ritrovato a capire che un qualcosa generasse il tuo malessere e fino a d’ora ti sei tenuto lontano da rivivere quella condizione, ma questo non basta! Nel frattempo hai ricevuto una miriade di avvertimenti, che non hai recepito e hai continuato a star male. Quindi devi scavare dentro di te e comprendere alla radice, cosa ha generato quel trauma e apportare le opportune correzioni.
“Allora dimmi cosa fare”?
“Bene ascoltami attentamente! Più che dirti cosa devi fare, ti dirò cosa ho fatto”! Lo farò a ritroso, a quello che sono oggi ad arrivare a quello che sei tu in questo momento. Oggi la mia comprensione mi permette di dedurre e formulare che la vita è una scala e partendo dal gradino più alto c’è l’entità, che ci guida verso l’illuminazione, ciò vale a dire la realizzazione del nostro scopo sulla terra, che poi è lo scopo di tutti gli esseri senzienti, attraverso i modi e i tempi che ognuno ha. Io per semplicità la chiamo Essenza! La quale Essenza si avvale di un collaboratore, che per motivi pratici chiamo Supervisore. Subito sotto c’è l’Identità (io chi sono); il raggiungimento dell’essere libero, scevro dai condizionamenti, in altre parole aver conseguito il libero arbitrio, per poter affermare sono un uomo libero e felice. Ancora sotto ci sono i Bisogni Primari, che vanno identificati in Sopravvivenza, intesa anche come conservazione della specie, Allontanamento dal Dolore e Avvicinamento al piacere. Il gradino ancora più sotto ci sono i Bisogni Funzionali, che generano dei sottogradini, che vado ad elencare in ordine di importanza: I Valori, Le Credenze, Le Capacità e Le Azioni. Alla base della scala c’è L’Ambiente. L’ambiente contribuisce alla creazione dell’Ego; quanto più grande è l’ego più difficile è ottenere la presa di coscienza e liberarsi dalle catene che ci rendono schiavi. Ricapitolando, i gradini intermedi, I Valori, Le Credenze, Le Capacità e Le Azioni cambiano e si modificano in base alla prospettiva del Supervisore o del Superego, ma alla fine è sempre il Supervisore ad averla vinta.
“Anch'io ho una mia teoria: enuncia che la vita è un viaggio fatto a tappe e che mi condurrà alla tappa finale, che concluderà con la meta raggiunta”!
“Perfetto! Sei sicuro di essere sulla strada giusta? Conosci la tua meta”?
“Beh a dire il vero non sono riuscito a darmi delle risposte, ti prego aiutami a comprendere”!
Le risposte sono riconducibili ad un’unica risposta, che è molto semplice, senza andare a scomodare la filosofia, se la tua vita scorre felice, senza dolore e provi gioia per quello che fai, sei sulla strada giusta, se ti stai allontanando dalla via maestra, il Supervisore ti darà una spintarella per rimetterti in carreggiata.
“Mah io non riesco in alcun modo ad allontanarmi dal dolore e avvicinarmi al piacere”!
“Tu prova a pensare, come hai fatto a superare la malattia”?
“Si ricordo, che a un certo punto ho buttato nel cesso tutte le sostanze psicotrope e da quel momento sono guarito”.
“Guarito proprio non direi, sei riuscito ad evitare che l’azione farmacologica ti tenesse in scacco ed avere quel barlume di lucidità, per permetterti di uscire da quella morte dell’anima, consentimi il termine”. Certamente non hai ovviato al Superego di “alterare tutta la tua attività mentale”!
“Con questo cosa vuoi dire? Non capisco”?
Hai permesso che i Valori, le Credenze, le tue Capacità e le tue Azioni fossero appannaggio del Superego e producessero dolore. Proprio per questo a distanza di due o tre anni, non ricordo bene sei ricaduto nella stessa problematica e sempre il Supervisore ti è venuto in soccorso con le stesse modalità e tu grazie all’esperienza precedente della morte apparente dell’anima, ne sei venuto fuori più velocemente, ma tu di coccio nemmeno questa volta hai ricevuto il messaggio. Qualunque input ti lanciava non era recepito, eri troppo preso ad accogliere quelli erronei del Superego.
“Eppure ero convinto di essere nel vero, di avere il discernimento del bene e del male, avere sani valori e che i miei comportamenti erano giusti”!
“Queste credenze ti sono state impiantate subito dopo che lo spermatozoo ha fecondato l’ovulo è si formato lo zigote. Dallo zigote ai sette anni, si è una spugna; dopo si sviluppa la capacità critica e si acquisisce l’abilità a mettere filtri, sui dati che vogliamo che entrino nell’archivio della nostra memoria, ciò non toglie che non siamo immuni ai vari condizionamenti ambientali e alle varie tecniche di plagio del Superego”.
“Allora come faccio a liberarmi dal Superego? Riprendermi la mia vita”?
“Innanzitutto devi comprendere in che modo il Superego opera e come è riuscito ad inserire delle illusioni nell’archivio della memoria, al posto della realtà oggettiva; utilizzo questo termine, per specificare che non ti permette di comprendere i Bisogni Funzionali. Sostituendoli con i Bisogni Indotti, ma prima crea tutte le condizioni favorevoli; affinché si insinuano o per utilizzare un termine computeristico si installano nell’archivio della memoria (Ippocampo), considerato come uno "spazio di memoria" nel quale le informazioni multisensoriali collegate ad una memoria dichiarativa (episodica e semantica) si integrerebbero per un breve periodo. Successivamente verranno inviate a regioni paraippocampali che dissociandole ne faranno una memoria più duratura. Le nostre esperienze modificano le sinapsi (le connessioni fra neuroni) e queste alterazioni permanenti sono responsabili della memoria. In pratica, quando accade qualcosa che in futuro ricorderemo, si genera nel cervello un segnale elettrico che provoca variazioni chimiche e strutturali dei neuroni. Queste variazioni sono possibili grazie a una catena di reazioni che coinvolge diverse molecole fra cui gli ioni calcio e alcuni enzimi e neurotrofine, e il cui risultato finale è il potenziamento delle sinapsi. Quindi la nostra mente non distingue ciò che è vero dal falso, ma risponde a impulsi elettrici, che generano dolore o piacere; nella fattispecie del dolore si innesca automaticamente il sistema di protezione per allontanarci dal dolore, ma ogni qualvolta si tocca un bottone installato dal Superego genera dolore e ci fa star male. Il nostro cervello è un super computer, che può memorizzare 1 petabyte di dati e sarebbe fino a 10 volte maggiore di quanto si pensasse ed è capace di fare cose incredibili, ben al di là di qualsiasi cosa si possa oggi ottenere con qualsiasi computer. Il nostro cervello al pari di un computer è dotato di memoria rom di sola lettura, quindi non modificabile, dove all’interno ci sono tutti i dati, che ci permettono di soddisfare tutti i bisogni primari e funzionali e di una memoria ram, che è di lettura e di scrittura ed è lì dove il Superego va ad installare i suoi programmi per generare stress e quindi farci ammalare e causarci dolore. Sempre lì noi dobbiamo sostituire i programmi che ci procurano sofferenza, con quelli che ci tolgono il dolore e provvedono al nostro piacere, rendendoci felici.
“E tu riesci a riprogrammare gli errori d’installazione del Superego”?
“Non avere fretta ci arriviamo per gradi”! La prima cosa che devi sapere a installarci involontariamente questi programmi è nostra madre; essendo attaccati al cordone ombelicale, riceviamo tutti gli stimoli dell’ambiente esterno e tutte le percezioni e le sensazioni provate da nostra madre ci vengono trasmesse e se per esempio, i nostri genitori non ci accettano (o solo uno), noi nel grembo materno cresceremo con la percezione dell’abbandono, in parole povere siamo stati programmati per essere accettati e di conseguenza lo scopo della nostra vita a nostra insaputa sarà teso all'appagamento della programmazione. Nella vita per quanto ci si sforzi e possiamo acquisire qualsiasi abilità non possiamo piacere a tutti e questo ci procurerà dolore, perché farà leva sull'abbandono; in questo modo siamo stati programmati ad essere infelici, perché proviamo gioia solo dalla gratificazione dell’accettazione e pur di averla siamo disposti ad essere zerbini. Ho citato l’esempio della paura dell’abbandono, perché tutti noi al taglio del cordone ombelicale, abbiamo percepito la sensazione dell’abbandono, dovuta al cambiamento ad affacciarci alla vita e siccome il primo impatto ci causa il dolore di morire. Quindi alla programmazione dell’accettazione si è aggiunta quella di non cambiare, perché il cambiamento viene identificato con la morte. Queste due programmazioni da sole, già basterebbero a renderci la vita infernale, ma il nostro Superego non contento va a installare programmi su programmi, per renderci la vita più difficile e dolorosa; soprattutto mettere i bastoni tra le ruota, alla presa di coscienza. Tra i più devastanti il possesso, ti ricordi: “Nostro padre ci raccontava, che all'età di due anni ogni cosa che vedevamo, la volevamo e che adducevamo era nostra”? “Si lo ricordo, ma non lo riconducevo ad un programma di condizionamento, sui cui verte l’intero capitalismo e si creano i bisogni indotti”.
“Bravo e ci hanno creato una serie di illusioni, sempre per controllarci, sfruttarci e spingerci nella direzione voluta da chi ci manovra, che si affida a dei programmatori ben pagati. L’illusione della fede religiosa, accettata per dogma e come citava Marx: “è l’oppio dei popoli” e per gli atei e agnostici l’evoluzione della specie di Darwin (gli esseri più forti sopravvivono e migliorano il genere umano, mentre i più deboli si estinguono ed io aggiungo dominati). Ci hanno indottrinato alla competizione e alla paura, mentre in natura avviene una mutazione accidentale ad un componente della specie, che gli permette di acquisire delle abilità per adattarsi meglio all'ambiente e quindi la probabilità di sopravvivere di più degli altri. E riuscirà a diffondere questo nuovo patrimonio genetico alla sua progenie.
“Fin qui ci siamo”!
“Ricordi a diciannove anni, ti piaceva la psicoanalisi e ti sei imbattuto in W. Reich e ti sei interessato di Bioenergia”?
“Si me lo ricordo, ma poi l’abbandonai, perché un mio amico uscì fuori di testa e fu proprio lui che me la indicò”!
“Lì avevi imboccato la strada giusta e avevi capito, che tutti i programmi davano vita alla corazza o armatura caratteriale e non comprendevi ancora i meccanismi che la regolavano”. La corazza caratteriale esprime il modo di funzionare della persona: è muscolare, è energetica, è caratteriale. La corazza, se da un lato serve all'individuo per fronteggiare le esperienze frustranti e dolorose della vita, dall'altro lo blocca nel suo movimento pulsativo vitale, ingabbiandolo in un rigido modo di vivere la vita. La corazza caratteriale apparentemente salva dall'angoscia e impedisce il piacere: il piacere è possibile solo attraverso il libero fluire di energia e questo non è possibile in uno stato di contrazione. Questa energia che Reich chiamò Orgone e costruì la camera orgonica per curare i suoi pazienti con problemi psichici e ad altri riuscì a guarirli dal cancro. Ad una forma di rilassamento fisico deve associarsi, secondo Reich, una forma di "liberazione mentale" mediante il rilascio a livello cerebrale di endorfine. All'epoca il sistema più noto (e semplice) per produrre le endorfine era l'orgasmo: qui si fonda, a torto o a ragione, l'importanza che Reich dava all'orgasmo e di conseguenza alla "liberazione dei costumi sessuali" al fine di rendere l'uomo più libero e consapevole della propria sessualità e dei legami tra una "sessualità repressa" e l'insorgere di patologie psicofisiche. Diciamo che queste informazioni ti hanno protetto dal condizionamento totale e ti è servito per uscirne fuori prima dall'agitazione psicomotoria, poi dal bipolarismo e infine dalla depressione.
Racconto scritto il 24/04/2018 - 11:15
Da Savino Spina
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