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Cose che capitano !

Il mio rapporto col sesso femminile è stato improntato al massimo rispetto e all’assoluta uguaglianza su tutti i fronti. Non ho mai tralasciato, peraltro, di assegnare alle donne quell’aura di dolcezza e di passionalità che le contraddistingue dal sesso maschile. Per queste motivazioni, mi sono sempre trovato bene nei rapporti con esse o almeno mi piace crederlo. Si, perché non sempre, è facile comprenderle, cosa universalmente riconosciuta.
Per fortuna, l’aggettivo che mi diversifica ai loro occhi è “divertente”. Purtroppo, per uno che nacque con l’ironia come seconda pelle, non era una bella cosa che questa venisse confusa con l’essere divertente. L’ironia è graffiante e il sorriso che nasce da essa spesso ha un sapore amaro. Non che mi dispiaccia far sorridere chiunque, però, nel mesozoico… ai tempi della mia giovinezza, quando una donna mi diceva che ero simpatico e divertente, di solito voleva dire che…non c’era trippa per gatti ! Ne feci tesoro e quando, tra le risate fino alle lacrime delle donne di turno che mi ascoltavano, qualcuna usava il termine “divertente” o “simpatico”, spostavo, immantinente, il bersaglio delle mie attenzioni. Non mi scoraggiai mai. Ho creduto sempre nel mio modo di porgermi genuino, dissacrante, insinuante ma sempre deferente. Mi piacevo. Mi piaceva ricordare quella frase tratta da una gag di Lando Buzzanca che recitava : “Si, lo so, piacere piaccio ma a ste donne, che je faccio !”. E, infatti, ci facevo poco e niente ! Poi conobbi una ragazza, una bella ragazza, mi pare fosse sarda, che mi fece battere il cuore e a cui mi dedicai anima e corpo, la quale mi chiese di conoscere la mia vita, più o meno, sentimentale e non sentimentale. Dopo avermi ascoltato, mi disse, passando dal riso ad un’espressione riflessiva, che le mie, più che avventure, somigliavano a delle disavventure Fantozziane ! Cose che capitano. Come spiegarle che, ad esempio, quella volta che corteggiai una ragazza, che avevo scelto fra le più bruttine della mia compagnia, giusto per evitare un rifiuto, e, finalmente, ero riuscito a portarla a casa mia dove avevo approntato un angolo del soggiorno con delle lucine soffuse, dei bon bon, una bottiglia di whisky ed un comodo divano, nel momento topico, quando, cioè, avevo deciso di mettere da parte la sua, ma, principalmente la mia timidezza, mentre mi accostavo per baciarla (ahimè), lei , candidamente , mi confessò di essere innamorata dell’amico che condivideva con me l’appartamento ? Certo, si può ridere…però, pensate a come ci restai io ! Altro che divertente ! Cosa avrebbe detto Lando Buzzanca ? Forse riesco ad immaginarlo : “Che te mozzichi un vampiru, che me fai, me piji in giru ? “.
Quel giorno cominciai a pormi il dilemma che poi, tanto dilemma, non era più, se fossi io a fare impazzire le donne o loro facessero impazzire me. La seconda, decisamente ! Cose che capitano.
Eppure ho sempre saputo che le donne vengono attratte da un uomo che le fa ridere. Credevo di poter ottenere, in virtù di questo, qualcosa che avrebbe scavalcato il mero aspetto amicale. Mi sbagliavo. Presi sempre delle ciabattate sul muso. Lo sbaglio più grosso è stato addebitare gli insuccessi alla mia struttura fisica, alla mia non bellezza che trascendeva il mio essere divertente. In effetti, ma me ne accorsi molto tempo dopo, la verità è che non avevo conosciuto bene la personalità femminile, pronto, com’ero pronto, anche se inconsapevolmente, a considerare le donne come terra di conquista e non esseri dotati di un cervello superiore, quantomeno, al mio.
Quando ci riuscii, però, era ormai troppo tardi. Incontrai una donna che rispondeva alla mia simpatia, con l’indifferenza, a volte con lo sberleffo. Mi impegnai sul serio e senza ironia a mostrarle quel che ero veramente, cosa avrei potuto darle e cosa avrei voluto ricevere da lei. Per non farla lunga, la sposai. Cose che capitano ! Solo che…capitano tutte a me.



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Racconto scritto il 03/05/2018 - 09:52
Da Nino Curatola
Letta n.946 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Grazie, Sei molto gentile

Nino Curatola 04/05/2018 - 13:36

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Un bel racconto. Scorre molto bene. Mi è piaciuto.

Massimo Tovagli 04/05/2018 - 13:27

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