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Linea azzurra

Eri soltanto una linea azzurra la prima volta che ti incontrai. Entrasti nella mia vita facendo molto fracasso dentro, silente fuori.
Cavalcasti mandrie di pensieri galoppanti poi anestetizzati.
Fuori di me, ero fuori di me, saresti diventato fuori da me, altro da me.
Nella corsia anonima una suora anonima  mi parlo', sottolineando di nero indelebile; farfugliai giustificazioni inutili che non convincevano neppure me.
Sola.. così sola, non ti chiamai mai figlio.
Poi mi addormentai di un sonno cosi profondo che per anni non riuscii a svegliarmi. Non un bacio mi svegliò ma l'incubo che non ti avrei stretto mai, negandoti la vita. Piccola linea azzurra, avevi un nome nel mio cuore.
Se potessi rivolgere una preghiera al cielo ti vorrei regalare una mamma vera.



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Racconto scritto il 10/05/2018 - 23:27
Da Antonella Bertino
Letta n.978 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Perchè zero commenti...?
Questo componimento è DECISAMENTE struggente mi ha lasciato VERAMENTE senza fiato, ancora di più de "Luna stasera"
Sì, senza fiato, più leggevo e più andavo in "profondità" dello scritto, mi son sentito come un subacqueo prossimo all'embolia.
La chiusa l'ho trovato... celestiale. Nel vero senso della parola.
Racconto triste, figurati che sto scrivendo il mio commento con gli occhi lucidi.
Un abbraccio.

Giuseppe Scilipoti 30/01/2021 - 12:40

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