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Pensieri sparsi su Bobby Fischer - Seconda parte

Non saprei dire il perché ma Bobby Fischer è un personaggio, ai miei occhi, affascinante.
Qualche anno fa ho trovato in libreria un interessantissimo libro dal titolo: Finale di partita, questi è una biografia scorrevole e interessante di quello che è stato uno dei geni, dei più grandi giocatori di tutti i tempi, di quel Bobby Fischer che era giudicato da molti: un tipo strano.
Bobby conobbe molto presto gli scacchi, fu la sorella a farglieli conoscere, da allora fu una passione divorante la sua.
I vari testi che trovava sugli scacchi li divorava letteralmente.
Giocava tutte, o quasi, le partite riportate dai libri dei grandi campioni.
Col tempo quel ragazzino timido, che appariva nelle immagini in bianco e nero delle tv americane, lasciò il posto ad un adulto fastidioso e difficile da trattare.
Il padre di Bobby risultava essere Gerhardt Fischer ma sembra che il padre biologico fosse un fisico ungherese, tale Paul Nemenj.
Sia il padre biologico che la madre erano ebrei, lui, invece, era un antisemita convinto, cosa abbastanza curiosa viste le sue origini.
Non perdeva occasioni per parlare male degli ebrei, cosa ancora più strana fu il fatto che molti suoi amici, che lo ospitarono e aiutarono in varie occasioni, erano ebrei.
A causa dei suoi comportamenti, nel tempo sempre più insoliti, perse molti amici.
Da ragazzo viveva da solo, infatti non aveva ancora 18 anni quando la madre lo lasciò per vivere da un'altra parte.
Chi andò a trovarlo allora raccontò che lui abitava in una casa disordinata e sporca.
Seppur veniva aiutato economicamente dalla madre, aveva con questa un rapporto non ottimale.
Regina, la madre di Bobby, era seguita dall'Fbi, che aveva un nutrito fascicolo, per le sue attività politiche.
In un servizio televisivo la si può vedere partecipare, in prima fila, ad una manifestazione contro la guerra del Vietnam, intervistata e ripresa in quanto madre del campione di scacchi.
Bobby divenne presto gran maestro.
Si narra che un gran maestro, che se lo vide davanti ancora adolescente per essere sfidato da lui, pensasse che fosse uno scherzo, che qualcuno si volesse prendere gioco di lui, solo quando riuscì a vincere con qualche difficoltà si rese conto di chi aveva davanti.
Da ragazzino gli capitava di sfidare 30 o 40 giocatori in una volta, in un documentario si vede il nostro giovane campione che passa velocemente da un tavolo ad un altro mentre sfida un incredibile numero di avversari.
Bobby insistette affinché i campioni di scacchi fossero ricompensati con premi di una certa importanza economica, uno dei motivi per cui, nel 1972, la sua partecipazione al campionato mondiale di scacchi rischiò di andare in fumo fu anche per motivi di soldi.
Rese gli scacchi, in quel oramai lontano 1972, uno sport popolarissimo in America.
Ora pochi sanno chi sia il campione in carica o dove si sono svolti i campionati mondiali di scacchi ma allora, in quel 1972, tutti i telegiornali ne parlavano, non solo, era spesso una delle prime notizie.
Quando Bobby fece allontanare le telecamere, che a suo dire gli toglievano la concentrazione in quanto rumorose, un importante canale televisivo americano ricorse a dei disegnatori per spiegare l'andamento della partita Fischer/Spasskj, mentre l'incredibile folto pubblico presente nella capitale Islandese seguiva gli incontri dalla videocamera a circuito chiuso.
Nell'ultimo periodo della sua vita aveva grossi problemi di salute ma nonostante questo si rifiutò di recarsi in ospedale.
Un suo amico medico gli propose il ricovero ma lui rifiutò.
Non credeva alla medicina, che, forse detestava, ma il suo rifiuto a farsi seguirsi lo portò ad una grave insufficienza renale che lo portò alla tomba.
Quando trovai la sua biografia pensavo che Bobby fosse ancora in vita invece era deceduto pochi anni prima, quasi in sordina, senza quel clamore e senza quella risonanza con cui tutti i giornali avevano trattato il suo nome nel lontano 1972.
Bobby aveva offeso la sua patria quando l'11 settembre del 2001 l'America fu colpita.
Le sue dichiarazioni cariche d'odio non erano passate inosservate, anzi.
Fu arrestato nel 2004 mentre era in Giappone, ospite di Miyoko Watai, campionessa di scacchi nonché sua moglie, cosa riconosciuta solo nel 2011 in quanto mancavano i documenti che attestassero tale matrimonio e importante perché, tra l'altro, le permise di entrare in possesso dell'eredita di Fischer, fu arrestato, dicevo, in Giappone mentre con un passaporto scaduto tentava di lasciare il Paese.
Fu portato in carcere e solo grazie all'interessamento degli amici islandesi, che si misero contro il gigante statunitense consegnandoli un passaporto, ebbe la possibilità di una nuova vita in Islanda.
La sua tomba si trova in un piccolo cimitero islandese e neanche dopo morto fu lasciato in pace.
Una feroce lotta legale si accese per la sua eredità, nella “mischia” entrò anche una signora filippina la quale disse che la figlia era nata dalla relazione con Fischer, a causa del terreno ghiacciato si dovette aspettare il bel tempo per riesumare la salma ed eseguire il test del Dna, che dimostrò che Bobby non era il padre della bambina.



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Racconto scritto il 22/05/2018 - 22:07
Da Massimiliano Casula
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