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La zia Mariettina del tempo che fu

In punta di piedi entrai nella stanza a riprendere il cappellino nuovo di paglia di Panama che avevo appena comprato alla fiera di Copacabana per indossarlo alla cerimonia di fidanzamento della mia cara amica per la pelle.


Una figura esile, dai lineamenti gentili, era ferma davanti allo specchio dell’armadio (quelli grossi degli anni trenta) di zietta Mariettina a controllare che non vi fossero altre imperfezioni della pelle sul volto emaciato e pallido da fantasma del Louvre, Belfagor.


Era sempre molto attenta a curare il suo corpo per preservarlo dalla inclemenza…. del tempo; non badava a spese, Agnese, quando andava all’estero, nei negozi di “body care” o “boots” dove nessuno dei conoscenti poteva vederla, nessuno doveva sapere…Quante creme per il viso, lozioni, intrugli idratanti per le cosce, ritrovati per rassodare il seno, belletti per apparire quella che non era, ma avrebbe voluto essere.


Oh, eterna giovinezza! Che cosa non avrebbe dato pur di tornare indietro di venti anni! Natura crudele e inclemente! Era stata la più bella del paese, quanti ragazzi si erano azzuffati per lei! Possibile che fosse così cambiata da non trovare un buon PARTITO che potesse soddisfare le sue esigenze?


“Scusami, Agnese, avrei bussato se avessi supposto che ci fosse qualcuno, lo lasciato qui il mio nuovo acquisto che voglio arricchire con un nastro di un bel colore arancio che ben si addice al mio abito di seta beige. Sai, voglio farmi bella nella speranza di conquistare quel tale Torquato contro il quale sono andata a sbattere uscendo di corsa di casa per sfuggire alle grinfie di Berenice. ”
“Non è il caso che ti scusi, siamo di casa, non facevo nulla di imbarazzante! Fai pure quello che devi.”
“Che mi dici dell’amico di Giovanni …quel tale Ferdinando che alloggiò alla locanda del paese per qualche giorno, e dovette partire per via di problemi in famiglia? Sembrava che fosse rimasto affascinato dalla tua CULTURA! L’hai rivisto? Pendeva dalle tue labbra quando sfoggiavi un linguaggio aulico, per fare colpo su di lui; sciorinavi tante parole poco usate nel linguaggio quotidiano allo scopo di mostrare che non sei una come tante, al contrario … tu sei una donna intelligente tra una massa di ignoranti. Sono davvero tanto dispiaciuta per te, che non hai qualcuno con cui poter dialogare con intelligenza e disquisire su argomenti di una certa rilevanza!”
“No, non l’ho più visto. Giovanni mi ha riferito che la partenza improvvisa in realtà fu causata dal desiderio di mettere chilometri e chilometri di distanza tra lui e me. La mia preparazione in tutti i campi, la mia superiorità lo ha spaventato a tal punto da indurlo a scappare. In realtà preferisco così, non era all’altezza delle mie aspettative, tutto sommato è inconcludente.”


“Ora ti lascio, mia cara, ho molte cose da fare tante di più da sistemare. Comunque non disperare, vedrai che al più presto troverai l’uomo che abbia i requisiti che cerchi tu.”


“Agnesee, zia Mariettina ti sta chiamando. Ha bisogno di consultarsi con te in merito a quella faccenda che riguarda tutti gli eredi. Non farla aspettare, sai quanto è permalosa!”


“Vado subito.”
“Eccomi, zietta. Chiedevi di me? Che cosa ti affligge? Perché non allontani quei pensieri che ti rendono irrequieta e impegni quella bella, veneranda testolina in cose piacevoli che ti allungano la vita? E’ ormai prossimo il giorno in cui la tua pronipote prediletta renderà ufficiale il suo fidanzamento. Perché non le ricami una bella mantellina da mettere sulle spalle quando si pettina? Sai che ama circondarsi di fodere porta pettini, portatovaglioli e portaposate di stoffa ricamati. La faresti molto felice. E’ una ragazza deliziosa, semplice, rispettosa, tanto attaccata a te. Ti adora.”
“Sai che quello che mi preoccupa è che tu non sei affatto felice. Ti aggiri sempre sola in questa grande, austera casa come un’anima in pena. So che vorresti maritarti, ma hai aspirazioni troppo alte per quella manciata di scapoli rimasti in questo paesino desolato. Tanti giovani di valore, con grandi aspirazioni e tanta volontà sono andati via di qui, a Londra o a New York, dove possono trovare interlocutori validi e in grado di soddisfare le loro esigenze. Anche tu dovresti deciderti a lasciare questi luoghi desolati e soprattutto non devi preoccuparti di starmi vicino. Non trovo giusto che non abbia una tua vita a causa della tua amata “zietta” che ha già una veneranda età e una esistenza alle spalle ricca di gioie, di soddisfazioni, di garbate bravate fatte con le amiche negli anni della sua gioventù. Ho partecipato alle feste di compleanno dei miei coetanei, sia amici sia vicini di quartiere, ho preparato con le altre fanciulle della mia età delle feste a sorpresa per amici di parenti e parenti di amici. Non ho rinunciato ai divertimenti. Ho poi avuto la grande fortuna di accompagnarmi a un giovane sfrontato ma dal cuore generoso e dai sentimenti puri che non mi ha mai negato nulla, anzi assecondava ogni mia richiesta. Era solito dirmi assecondarmi dicendo: “ogni tuo desiderio è per me un ordine e un piacere”; ha sempre avuto tanta fiducia in me da lasciarmi decidere di gestire la mia vita . Sai, quando si condividono le cose della vita di tutti i giorni, quando c’è il sorriso che precede e accompagna ogni richiesta, ti ritrovi come me alla fine dei tuoi giorni a renderti conto che la tua esistenza è stata meravigliosa, la vita ti ha arriso.”


“Mia adorata, voglio che tu riprenda in mano la tua vita e vada incontro ad un futuro radioso. Ti dico questo con la morte nel cuore perché già avverto un senso di vuoto, sai che sentirò la tua mancanza, ma la tua felicità mi sta molto a cuore. Spero che non dimentichi mai gli insegnamenti che ti abbiamo dato. Ti do la mia benedizione.”




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Racconto scritto il 06/09/2013 - 14:27
Da Marianna Bonno
Letta n.1879 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Confesso che ho trovato un po' faticoso seguire i dialoghi. L'io narrante, Agnese e la zia Marietta non sempre si distinguono in modo chiaro. Detto questo, il brano regala una lettura piacevole, scivola via con un certo apprezzamento per i contenuti che nascondono, nella loro semplicità, le basi di una morale a cui dare il suo giusto valore.
Un saluto.

sergio boldini 08/09/2013 - 12:12

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