Era l’esperto delle meglio pennellate e sapeva ritrarre bene le femmine soprattutto se metà o del tutto spogliate.
Lo precedeva la fama d’impenitente dongiovanni, e allungava le mani e quello che poteva, facendo certe volte scene davvero eclatanti.
Era un pittore che dicevano famoso, tant’è che si chiamava Stanislao.
Ma il vero nome, per tutta verità, era Nicola o meglio detto, Nicolao.
Non veniva, di certo, dalla Russia o da quelle parti dei cinesi…
A essere precisi, d’origine era siciliana,
e se non sbaglio, proveniva dalle parti dei palmesi.
Eppure si dava le arie di quel tipo di forestiere misterioso,
e faceva con tutte le femmine, pure l’uomo prezioso e licenzioso.
Donna Angioletta che era la vedova più vogliosa della città,
non volle farsi sfuggire questa bella novità.
Non le parse neanche vero e fu presa completamente dalla eccitabilità.
Non volle perdere, caso non certo strano,
di farsi ritrarre, come comunemente si dice, di prima mano.
Considerava quella, una vera e rara occasione,
come fosse un singolare film di prima visione.
Voleva una raffigurazione... diciamo… con l’atteggiamento radioso,
cercando ad ogni costo, di mettere in evidenza, quanto il suo corpo era formoso.
Non è che per la verità fosse tanto bella!
Del resto, lo sapevano tutti in paese, che non era più una giovincella.
Con tutto ciò, si sentiva ancora troppo smaniosa
e pure fresca, profumata come una rosa.
Mandò presto a chiamare il Maestro Stanislao che, ricevendo questa richiesta inaspettata, subito fece una volata, e si precipitò.
Appena vide quella femmina tutta colorata,
e pure male combinata, disse in testa sua,
che quella tela poteva riuscirei solamente una pessima smorfiata.
A che serviva fare un ritratto di tale tipo vivente,
se era una vera bruttezza ambulante?
Però appena quella si cominciò a scoprire il decolté,
fece vedere quello che per gli altri niente c’è.
Spalle… petto e ogni ben di Dio, mise in bella mostra.
Talmente si spogliò, che il pittore Stanislao tutto all’istante si arrapò.
Era questo e nient’altro che voleva donna Angioletta, che nel frattempo si era tutto denudata.
Assaggiare un pochino di quel dolce che, da troppo tempo aveva dimenticato.
E non si diede nemmeno troppo da fare perché fu il pittore che col pennello la volle del tutto pitturare, dalla testa ai piedi, toccare e poi, pure ritoccare.
La finale di questa storia è piccante come l’aglio!
Al pittore Stanislao, da allora, non gli mancò mai più, il meglio travaglio.
(Racconto burlesco in dialetto siciliano, riportato nel corrispondente italiano, tratto dal libro dello stesso autore dal Titolo: “Disegni d’autore e poi… Serenate, Canzoni, cantilene, Lamenti e litigi d’amore”. Edizione Youcanprin 2015. Pagg. 258)
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