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Infinity Dream

I suoi sogni erano viaggi magici ed incantati attraverso mondi incredibili e misteriosi. Non di rado si svegliava tra l'intorpidito e lo stupito, ponendosi mille perché. Ciò che aveva in mano, anzi, in testa risultavano sequenze fatte di labirintici di meravigliosi giardini, laghi e fiumi cristallini, mari di un azzurro invitante in cui nuotare ed immergersi senza la necessità di ossigeno, cieli straordinariamente cerulei da solcare senza ali e moltissime altre cose a dir poco fantastiche.
Al compimento del trentesimo compleanno decise di farsi un regalo: cimentarsi in maniera caparbia alla ricerca concreta di risposte. Gli anni passarono e gli studi giunsero a delle conclusioni convincenti, tangibili e riscontrate.


Arrivò il periodo delle profonde delusioni esistenziali, dovute a cause lavorative, sentimentali e sociali, il nostro mondo non lo ritenne più accogliente semmai troppo soggiogato dalle brutture, dalla cattiveria dall'incertezza e dalla superficialità, difatti, si convinse pienamente di quanto l’inquietudine e i turbamenti giorno dopo giorno lo stavano distruggendo, tra l'altro l'essere sognatore anche ad occhi aperti, benché lo aiutasse, non era di certo una soluzione al disagio. A volte pensava che sarebbe stato meglio non focalizzarsi eccessivamente su ciò che accadeva nei viaggi onirici, concentrandosi e rassegnandosi piuttosto al quotidiano, mentre in altri casi avrebbe voluto continuare a dormire senza interruzione.
Una mattina non si svegliò per davvero, trovandosi in uno stato transitorio tra il surreale e il sospeso. Probabilmente neanche si accorse che stava per iniziare una inedita esistenza spirituale. O almeno non subito.
“È in una condizione simile al coma.” dissero i dottori ai famigliari e nessuno seppe spiegarsi la motivazione.
In un letto d'ospedale, giaceva immobile, finché alcuni giorni dopo esalò l'ultimo respiro e rivide tutta la sua vita come in un film.
Si aprì una gigantesca spirale che si sovrapponeva a due coni composta peraltro da una nebbiolina colorata particolarmente intensa per poi venire trasportato a elevata velocità attraversando numerose galassie e sistemi stellari tanto da restarne strabiliato. Ed era solo l'inizio.
Dai precedenti viaggi onirici passò ad un definitivo viaggio astrale, fino a quando raggiunse la "sfera" ideale. Tutto gli apparve perfetto fin da subito, così come le altre anime che dimoravano in quel paradisiaco scenario dominato dalla Luce e dall'Amore per non parlare delle migliaia e migliaia di abitazioni e architetture di indicibile bellezza.
«Una rinascita e una nuova vita!» disse tra sé con le lacrime agli occhi, piene di felicità.
E finalmente scoprì il significato della parola EQUILIBRIO.



N.d.R. questo racconto lo dedico sentitamente a Puccia, una carissima amica, con la quale in passato abbiamo condiviso argomenti inerenti al soprannaturale ovverosia esperienze extracorporee, vita dopo la vita ed anche la periodica sospensione dello stato di coscienza chiamato comunemente sonno e relativi sogni.




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Racconto scritto il 06/03/2019 - 07:48
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.957 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


In entrambi i casi, i protagonisti trovano, alla fine di un percorso, una quiete interiore ed un dimensione nuova che non ha nulla a che vedere con la tristezza e il dolore che di solito accompagnano la morte fisica.
Cinque stelline per entrambi.
In ogni caso, quando hai necessità, non esitare a contattarmi, così come hai fatto stavolta.
Grazie per la considerazione e alla prossima

Afrodite T 09/10/2020 - 13:08

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Ciao Giuseppe, il titolo di questo racconto, molto ben strutturato, è emblematico rispetto al suo contenuto, perché lungo tutto lo snodo della vicenda, chiaramente si respira quell'atmosfera tipica del sogno.
Anzi, parafrasando il titolo di una canzone di Ligabue (Tra palco e realtà), direi "Tra sogno e realtà" che, in fondo, è l'aspetto che accomuna questo racconto con la tua penultima opera intitolata "L'anima".

Afrodite T 09/10/2020 - 13:01

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Il tuo racconto mi pare molto ben scritto. Io non sono molto portata al trascendente, dunque mi fa pensare a una nuova vita simbolica, come una rinascita o come dici te una scoperta di equilibrio o armonia interiore che fa stare bene al mondo anche se questo è ostile... Bello e bravo!!!

Maria Isabel Mendez 07/03/2019 - 01:03

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dire fra sè e sè è la migliore forma per capire; ma del resto qualsiasi conclusione visiva e/o percettiva è un dire fra sè e sè.

Ernesto D'Onise 06/03/2019 - 14:26

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Ciao Santa, grazie per la tua entusiastica opinione.
Desidero concludere il passaggio come il protagonista, ovviamente sentendomi come te vicino a Dio (le due cose le ritengo collegate, mi son fatto una grossa cultura attraverso saggi, testimonianze e video su Youtube) ma il più tardi possibile e ovviamente cercando di meritare con molta umiltà la "sfera" migliore.
In conclusione il tuo Ottimo commento mi gratifica enormemente.
Grazie di cuore!

Giuseppe Scilipoti 06/03/2019 - 12:58

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Caro Giuseppe, in questo pregevolissimo racconto hai il coraggio e la bravura di affrontare un argomento difficilissimo! Nessuno di noi è mai tornato dal mondo della trascendenza! La rappresentazione onirica che fai è quella che si auspica ognuno di noi, in qualunque età avvenga il passaggio! Da profonda cristiana io percorrenza mia, la trascendenza è quella di poter tornare nel cuore di Dio attraverso l'amore in Cristo. La tua storia è meravigliosa sotto ogni punto di vista sia letterario che narrativo! Attraverso la tua penna realtà e fantasia si fondono in un connubio perfetto. Ti abbraccio!

santa scardino 06/03/2019 - 12:51

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