È come su di una fune sottile l'equilibrio precario tenuto con tutte le dieci dita dei piedi. Ci si arrampica fino su in cima per il trepidio di guardare giù e vedere un salto impossibile da compiere, la scarica di adrenalina che prevede tutto il percorso da fare e il sangue che inizia a scorrere sempre più veloce, vene mai sentite prima iniziano a vibrare con il cuore come se fossero sempre state legate a lui.
E dopo la scarica la consapevolezza o pazzia Chiamala come vuoi, sono arrivata fino a qui quindi vado.
Un respiro profondo cercando di calmare i battiti, un sorriso finto stampato in faccia, come tutti gli animali da palcoscenico, si fa il primo passo.
Il bilanciere in mano che in teoria dovrebbe aiutarti ma in realtà pesa moltissimo, molto più di me; e solo lo sforzo di tenerlo con le braccia e non farlo crollare a terra già quello sembra un grande traguardo.
Davanti a me due metri di fune.
Al secondo passo arriva la folata di vento che ti togli un po' di equilibrio e sai già con gli occhi lucidi e il solito sorriso finto sul volto che il peggio deve ancora venire, il peggio è a metà della fune dove sarai stanca anzi meglio distrutta e non potrai nè tornare indietro né andare avanti, entrambi sono equidistanti e ti sembreranno irrangiungibili.
Io ora sono così al secondo passo al massimo al terzo sento la difficoltà, il bilanciere pesa sulle mie piccole braccia e ne sento tutto lo sforzo, Ora sono veramente qui e tornare indietro non è un opzione fattibil; ho paura di trovarmi a metà di quella fune. Ho paura che le tue parole d'amore siano solo parole soffiate dal vento vicino al mio cuore ma si sa che sono cocciuta come un asino, Il sogno di arrivare dall'altro capo della fune non me lo toglie nessuno dell'anima quindi qualche altro passo nel vuoto proverò a farlo.
E dopo la scarica la consapevolezza o pazzia Chiamala come vuoi, sono arrivata fino a qui quindi vado.
Un respiro profondo cercando di calmare i battiti, un sorriso finto stampato in faccia, come tutti gli animali da palcoscenico, si fa il primo passo.
Il bilanciere in mano che in teoria dovrebbe aiutarti ma in realtà pesa moltissimo, molto più di me; e solo lo sforzo di tenerlo con le braccia e non farlo crollare a terra già quello sembra un grande traguardo.
Davanti a me due metri di fune.
Al secondo passo arriva la folata di vento che ti togli un po' di equilibrio e sai già con gli occhi lucidi e il solito sorriso finto sul volto che il peggio deve ancora venire, il peggio è a metà della fune dove sarai stanca anzi meglio distrutta e non potrai nè tornare indietro né andare avanti, entrambi sono equidistanti e ti sembreranno irrangiungibili.
Io ora sono così al secondo passo al massimo al terzo sento la difficoltà, il bilanciere pesa sulle mie piccole braccia e ne sento tutto lo sforzo, Ora sono veramente qui e tornare indietro non è un opzione fattibil; ho paura di trovarmi a metà di quella fune. Ho paura che le tue parole d'amore siano solo parole soffiate dal vento vicino al mio cuore ma si sa che sono cocciuta come un asino, Il sogno di arrivare dall'altro capo della fune non me lo toglie nessuno dell'anima quindi qualche altro passo nel vuoto proverò a farlo.
Racconto scritto il 06/03/2019 - 23:34
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Commenti
Racconto molto bello nella sua brevità.
Antonio Girardi 07/03/2019 - 14:19
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Grandioso racconto, piaciuto moltissimo, scrivene ancora, sei bravissima!!!!!
Maria Isabel Mendez 07/03/2019 - 12:22
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Grandioso racconto, piaciuto moltissimo, scrivene ancora, sei bravissima!!!!!
Maria Isabel Mendez 07/03/2019 - 12:22
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Bella
Ernesto D'Onise 07/03/2019 - 09:52
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Brava, Piera! Hai classe e maestria!
John Sirrom 07/03/2019 - 08:51
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