Mia madre era una ballerina
Mia madre era una ballerina: non era una professionista, ma per me era la ballerina più talentuosa che questa terra potesse mai ospitare. La penso tutti i giorni, mia madre: se n’è andata due anni fa, portata via da una brutta malattia, ma la luce che aveva negli occhi, quella no, nessuno la poteva portar via. A volte mi piace pensarla a danzare con gli angeli, lassù nel cielo e, al solo pensiero, sorrido e mi scende una lacrima. Mia madre era una ballerina: iniziava a danzare alla prima nota di una qualche canzone e nessuno poteva più fermarla. Mio padre la guardava pieno di ammirazione: adorava la sua danza, i suoi movimenti ma, soprattutto, adorava il suo viso felice mentre danzava. Quando le chiedo di lei, lui mi dice:” Quando vidi che era una ballerina, capii subito che sarebbe stata la donna della mia vita. Non è mai passato alcun giorno senza che lei danzasse, anche quando nascesti tu. La sua passione era incredibile”. Ho sempre adorato osservare mia madre mentre danzava: quando ero piccola, lei mi metteva a letto, mi dava la buonanotte e se ne andava in salotto, nell'unico momento della giornata in cui poteva dedicare un po' di tempo a se stessa. Una sera non riuscivo a prendere sonno e, da lontano, sentii una dolce musica allietare il buio della notte. Allora, in punta di piedi, mi misi dietro la porta e la scoprii: quella fu la prima volta che la vidi danzare. La guardavo mentre faceva una pirouette, un allongée, un cambré; poi, con un po’ di incertezza e attenta a non far troppo rumore per non svegliare me e mio fratello, la vidi fare un grand jeté. Con il senno del poi, vi dico che i suoi passi non erano perfetti: nelle pirouettes non teneva bene il centro e nel grand jeté non stendeva bene le gambe ma quella sera, per me, era la più bella e la più brava ballerina che fosse mai esistita. Non riuscivo a smettere di guardarla. Poi, quando finì, tornai a letto e pensai: da grande voglio essere una ballerina, proprio come lei. Da lì in poi diventò un rituale: ogni sera lei mi metteva a letto ed io facevo finta di dormire; poi, con la dolce furbizia e la curiosità dei miei cinque anni, mi nascondevo dietro la porta e la guardavo, con ammirazione, cercando di imitarla. Mia madre era incredibile: amava tutti i generi: dalla danza classica, alla danza moderna, al latino americano, al caraibico, ballava persino la mazurka! La vedevo passare dalla grazia della danza classica alla sensualità della bachata o alla velocità del jive: non le interessava esattamente cosa, l’importante era danzare. Una sera, lei mi vide: “ Aurora, cosa ci fai ancora sveglia?“ -mi domandò con un po’ d’imbarazzo. “ Ti guardavo, mamma”- risposi. “Vieni qui, furbacchiona: ti insegno qualcosa.” La prima cosa che imparai da lei furono le cinque posizioni base: prima, seconda, terza, quarta, quinta. Ero divertita, felicissima e piena di voglia di imparare. Dopo circa mezz’ora, mi disse “ e adesso, mia piccola ballerina, vai a dormire, che domani devi andare a scuola”. Da quel momento in poi, tutte le sere proseguivamo il nostro rituale mentre papà dormiva: era un momento tutto nostro quello, e volevamo godercelo a pieno. Mia madre, nonostante la sua poca esperienza, riconobbe subito il mio talento e mi iscrisse ad una scuola di ballo: così, dopo qualche anno, ero io che insegnavo a lei. Mia madre aveva un tatuaggio sulla caviglia: una ballerina di spalle con le braccia alzate e con il viso rivolto lateralmente. “ Mamma, cosa significa questo tatuaggio?”- chiedevo curiosamente. “ Questo tatuaggio è molto importante per me, quando sarai più grande te lo spiegherò”. Volevo saperlo subito, ovviamente, ma lei mi disse di attendere in modo che ne avrei compreso pienamente il significato. Una sera avevo sedici anni ed ero chiusa in camera a provare la coreografia che avevamo fatto a lezione, mia madre bussò e mi disse:” Vuoi sapere la storia del tatuaggio?”; tornai per un attimo la bambina di undici anni fa e mi sedetti sul letto, in attesa del suo racconto.
“Ho fatto questo tatuaggio all’età di ventun anni, nel periodo più felice della mia vita”- iniziò.“La danza mi ha salvata, mi ha risollevata da un tunnel nero, mi ha fatto scoprire la felicità, il divertimento e…l’amore. Ero appena uscita da una brutta storia con la persona che credevo fosse l’amore della mia vita, ero triste ed infelice ed iniziai, oltre al corso di ballo che già frequentavo, un altro corso, per danzare più ore. Da lì in poi, tutto andò per il verso giusto: iniziò per me un periodo florido, più danzavo più mi accorgevo di non poterne fare a meno, più danzavo e più il mio volto si illuminava, più danzavo e più avevo voglia di provare nuove figure. I saggi erano per me motivo di grande soddisfazione, ricevevo complimenti da tutti, ero sempre in prima fila: la mia maestra nutriva grande fiducia in me ed era piena di compiacenza quando i passi da lei insegnati mi riuscivano con facilità. Capii che mai e poi mai, qualsiasi cosa fosse accaduta nella mia vita, avrei smesso: ormai il ballo era parte di me e non potevo più farne a meno, quindi, decisi di farmi questo tatuaggio, proprio nel momento giusto”. “Grazie, mamma”- dissi. Mi limitai solo a questo, ma quel grazie significava tante cose: grazie di esserci, grazie di esserti confidata con me, grazie per avermi regalato questa grande passione. “ Sono fiera di te”- rispose.
Ricordo quei momenti con estrema lucidità, come se fossero passati solamente due giorni anziché anni. Ricordo il suo viso, ricordo il suo sguardo, ricordo la gioia e l’amore di mio padre nel vederla danzare. Ricordo quando danzavamo insieme, mentre preparavamo il pranzo, e ricordo perfettamente le sue parole prima di lasciarmi:” segui le tue passioni e realizza i tuoi sogni, qualunque essi siano”.
Mia madre era una ballerina, non era una professionista, ma per me era la ballerina più talentuosa che questa terra potesse mai ospitare. La penso tutti i giorni, mia madre, e mi piace immaginarla lassù, nel cielo, a danzare con gli angeli, con il suo sorriso e quella luce negli occhi che nessuno avrebbe potuto spegnere mai.
“Ho fatto questo tatuaggio all’età di ventun anni, nel periodo più felice della mia vita”- iniziò.“La danza mi ha salvata, mi ha risollevata da un tunnel nero, mi ha fatto scoprire la felicità, il divertimento e…l’amore. Ero appena uscita da una brutta storia con la persona che credevo fosse l’amore della mia vita, ero triste ed infelice ed iniziai, oltre al corso di ballo che già frequentavo, un altro corso, per danzare più ore. Da lì in poi, tutto andò per il verso giusto: iniziò per me un periodo florido, più danzavo più mi accorgevo di non poterne fare a meno, più danzavo e più il mio volto si illuminava, più danzavo e più avevo voglia di provare nuove figure. I saggi erano per me motivo di grande soddisfazione, ricevevo complimenti da tutti, ero sempre in prima fila: la mia maestra nutriva grande fiducia in me ed era piena di compiacenza quando i passi da lei insegnati mi riuscivano con facilità. Capii che mai e poi mai, qualsiasi cosa fosse accaduta nella mia vita, avrei smesso: ormai il ballo era parte di me e non potevo più farne a meno, quindi, decisi di farmi questo tatuaggio, proprio nel momento giusto”. “Grazie, mamma”- dissi. Mi limitai solo a questo, ma quel grazie significava tante cose: grazie di esserci, grazie di esserti confidata con me, grazie per avermi regalato questa grande passione. “ Sono fiera di te”- rispose.
Ricordo quei momenti con estrema lucidità, come se fossero passati solamente due giorni anziché anni. Ricordo il suo viso, ricordo il suo sguardo, ricordo la gioia e l’amore di mio padre nel vederla danzare. Ricordo quando danzavamo insieme, mentre preparavamo il pranzo, e ricordo perfettamente le sue parole prima di lasciarmi:” segui le tue passioni e realizza i tuoi sogni, qualunque essi siano”.
Mia madre era una ballerina, non era una professionista, ma per me era la ballerina più talentuosa che questa terra potesse mai ospitare. La penso tutti i giorni, mia madre, e mi piace immaginarla lassù, nel cielo, a danzare con gli angeli, con il suo sorriso e quella luce negli occhi che nessuno avrebbe potuto spegnere mai.
Racconto scritto il 13/04/2019 - 17:06
Da Marianna S
Letta n.1041 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Complimenti, un racconto che scivola nel cuore.
Maria Luisa Bandiera 10/01/2020 - 15:18
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un bellissimo racconto. Mi è piaciuto molto.*****
Alberto Berrone 08/08/2019 - 23:28
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Molto toccante, ti abbraccio
Maria Isabel Mendez 19/04/2019 - 23:32
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Grazie di cuore a tutti e Buona Pasqua
Marianna S 19/04/2019 - 15:12
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Cara Marianna, la tua tristezza, il modo come ti esprimi colpisce. Complimenti!
Infiniti auguri, Buona Pasqua!
Infiniti auguri, Buona Pasqua!
mare blu 19/04/2019 - 15:09
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Brava. I miei complimenti
Ernesto D'Onise 13/04/2019 - 20:21
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Brava...è molto bello, l'ho letto d'un fiato.
Grazia Giuliani 13/04/2019 - 19:17
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