Era il 21 settembre, di qualche anno fa, giorno del mio anniversario di matrimonio.
Mio marito come ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle cinque del pomeriggio tornava a casa dal lavoro.
Mi salutava con un bacio,andava in camera a togliersi la divisa e così fece anche quel giorno dopo avermi consegnato un mazzo di margherite (i miei fiori preferiti).
Avendo notato che ero occupata a preparare la cena mi disse:
> Amore ti dispiace se scendo in cortile a fare quattro chiacchiere con i colleghi?<
>No, ma figurati, ci vediamo dopo<
Dopo pochi minuti squillò il telefono, era mio fratello Nino, che abita a Lecce.
> Ciao sorellina, io e mia moglie abbiamo appena imboccato l’autostrada diretti a
Caserta. Poiché un nipote è ricoverato presso un ospedale di Roma per un
Intervento, domani mattina dovremmo essere da lui in quanto è da solo, per cui
abbiamo pensato di pernottare da te, così domattina ci troviamo con una buona
parte di percorso già fatto, tu puoi ospitarci?<
> Ma certamente, non c’è neppure da chiederlo.<
< D’accordo, ci vediamo più tardi.<
In tutta fretta cambiai il menù della cena ed andai in camera a prepararla per gli ospiti
Ovviamente, come si conviene in queste occasioni, scelsi delle belle lenzuola con una stampa tutta fiorellini,con relativo copriletto. Presi alcuni dei fiori che mi aveva portato mio marito, li misi in un vasetto ed insieme ad una ciotolina di caramelle li sistemai sul comodino di mia cognata.
Lasciai la piega delle lenzuola girata da entrambi i lati…..insomma il letto era pronto per l’uso a cui era destinato. Per la fretta dimenticai anche le lucine accese sotto i comodini, poi tornai rapidamente in cucina a finire di preparare la cena.
Dopo non molto ritornò mio marito, andò dritto dritto in camera per mettere nelle tasche della divisa una lettera da portare in ufficio il giorno successivo.
Tornato in cucina mi si avvicinò alle spalle dandomi un bacio sulla guancia, mi voltai per restituirglielo e notai che aveva una strana luce negli occhi, era qualcosa tra il tenero ed il malizioso.
> Amore, ti vedo strano, cosa c’è?<
> Tesoro, ma la camera l’hai preparata per noi? Mi fa piacere, ma sono anche un po’
Sorpreso, non lo avevi mai fatto prima. Ho capito, stanotte vuoi festeggiare.<
Facendomi l’occhiolino complice.
Lì per lì non avevo realizzato che il suo atteggiamento fosse collegato alla preparazione della camera da letto.
Ma dopo un attimo di riflessione, scoppiai in una risata irrefrenabile.
Lui poverino, non capiva, ma tra una risata e l’altra gli spiegai che quel letto non era per noi ma per gli ospiti che stavano arrivando e che anzi, a noi toccava il divano letto, stretto e scomodo.
Ancora oggi ho stampato nella mia mente la sua espressione di delusione, anche se ogni qualvolta ricordavamo quell’episodio, era sempre e comunque un momento di grande complicità e tenerezza.
Mio marito come ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle cinque del pomeriggio tornava a casa dal lavoro.
Mi salutava con un bacio,andava in camera a togliersi la divisa e così fece anche quel giorno dopo avermi consegnato un mazzo di margherite (i miei fiori preferiti).
Avendo notato che ero occupata a preparare la cena mi disse:
> Amore ti dispiace se scendo in cortile a fare quattro chiacchiere con i colleghi?<
>No, ma figurati, ci vediamo dopo<
Dopo pochi minuti squillò il telefono, era mio fratello Nino, che abita a Lecce.
> Ciao sorellina, io e mia moglie abbiamo appena imboccato l’autostrada diretti a
Caserta. Poiché un nipote è ricoverato presso un ospedale di Roma per un
Intervento, domani mattina dovremmo essere da lui in quanto è da solo, per cui
abbiamo pensato di pernottare da te, così domattina ci troviamo con una buona
parte di percorso già fatto, tu puoi ospitarci?<
> Ma certamente, non c’è neppure da chiederlo.<
< D’accordo, ci vediamo più tardi.<
In tutta fretta cambiai il menù della cena ed andai in camera a prepararla per gli ospiti
Ovviamente, come si conviene in queste occasioni, scelsi delle belle lenzuola con una stampa tutta fiorellini,con relativo copriletto. Presi alcuni dei fiori che mi aveva portato mio marito, li misi in un vasetto ed insieme ad una ciotolina di caramelle li sistemai sul comodino di mia cognata.
Lasciai la piega delle lenzuola girata da entrambi i lati…..insomma il letto era pronto per l’uso a cui era destinato. Per la fretta dimenticai anche le lucine accese sotto i comodini, poi tornai rapidamente in cucina a finire di preparare la cena.
Dopo non molto ritornò mio marito, andò dritto dritto in camera per mettere nelle tasche della divisa una lettera da portare in ufficio il giorno successivo.
Tornato in cucina mi si avvicinò alle spalle dandomi un bacio sulla guancia, mi voltai per restituirglielo e notai che aveva una strana luce negli occhi, era qualcosa tra il tenero ed il malizioso.
> Amore, ti vedo strano, cosa c’è?<
> Tesoro, ma la camera l’hai preparata per noi? Mi fa piacere, ma sono anche un po’
Sorpreso, non lo avevi mai fatto prima. Ho capito, stanotte vuoi festeggiare.<
Facendomi l’occhiolino complice.
Lì per lì non avevo realizzato che il suo atteggiamento fosse collegato alla preparazione della camera da letto.
Ma dopo un attimo di riflessione, scoppiai in una risata irrefrenabile.
Lui poverino, non capiva, ma tra una risata e l’altra gli spiegai che quel letto non era per noi ma per gli ospiti che stavano arrivando e che anzi, a noi toccava il divano letto, stretto e scomodo.
Ancora oggi ho stampato nella mia mente la sua espressione di delusione, anche se ogni qualvolta ricordavamo quell’episodio, era sempre e comunque un momento di grande complicità e tenerezza.
Racconto scritto il 21/07/2019 - 18:31
Letta n.890 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
dolce ricordo, Santa
e l'equivoco ci sta tutto
la delusione avrai saputo compensarla, ne sono certa
e l'equivoco ci sta tutto
la delusione avrai saputo compensarla, ne sono certa
laisa azzurra 24/07/2019 - 19:51
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Certo però bisogna ammettere come è facile cadere negli equivoci e per di più di qualsiasi natura, il tuo racconto ne è la prova. Anch'io mi sarei sentito come tuo marito, avendo un animo romance giustamente non ti aspetti che...
E poi alla fine gli ospiti sono arrivati, e giusto per rifarmi parodiando le note di una famosa canzone:
"Sloggiamo dal letto camera che a noi non serve più, i parenti a questo servono a stare in compagnia." :D :D :D
Brava Santa e al prossimo componimento.
E poi alla fine gli ospiti sono arrivati, e giusto per rifarmi parodiando le note di una famosa canzone:
"Sloggiamo dal letto camera che a noi non serve più, i parenti a questo servono a stare in compagnia." :D :D :D
Brava Santa e al prossimo componimento.
Giuseppe Scilipoti 23/07/2019 - 13:36
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Ciao Santa, piacevole e simpatico ricordo, l'hai trascritto piuttosto bene. Come ben sai sono un cultore degli scritti autobiografici e quelli che si basano sugli equivoci risultano a mio avviso i più riusciti perchè godono dell'effetto a sorpresa. Ed infatti al suo soldatino avevi fatto proprio una bella sorpresa. :D Mi piace di come hai gestito narrativamente "l'equivoco" difatti non sfrutta l'espediente sit-com ma un utilizzo genuino e spontaneo della scrittura con buone descrizioni.
Giuseppe Scilipoti 23/07/2019 - 13:31
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È un racconto che fa della tenerezza e dell'ironia di coppia un bel testo da leggere...
Un caro saluto Santa
Un caro saluto Santa
Grazia Giuliani 22/07/2019 - 17:09
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Dolce e simpatico momento di vita di coppi, complimenti e un caro saluto
Mirko (MastroPoeta) 22/07/2019 - 09:52
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Interessante racconto di un passato vivo nel presente che ti può fare solo onore per averlo conservato.
Ernesto D'Onise 21/07/2019 - 22:42
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