Nella storia di Giulio e Francesca
Non dovrai cercare nella borsa la chiave che non trovi mai, non ti dovrai piegare per raccoglierla quando recuperandola ti cadrà sullo zerbino. Al cambio di stagione hai male alla schiena. Ti sentirò entrare insieme a un sorso di aria fresca che il fiume ti ha posato sui capelli, io resterò con il viso verso il muro, regista di quel noi. Sarà bello. Nel buio ti muoverai delicata, nessun sussulto al miagolio dei gatti che al di là della grata marcano il territorio del loro amore e tu piccola gatta giochi. Ascolterò i sandali abbandonare i tuoi piedi e in un fruscio il vestito sarà sentiero fiorito da calpestare. Ti fermerai perché il pudore è un velo sottile e se ci soffi sopra sarà vela verso il mio letto, tre passi e mi darai la vita, un gesto del tuo corpo per aderire questa notte alle pieghe del mio.
Non mi volterò, stringerò le mani che srotoli sui fianchi, avrò nuovo sangue per te e per me e ci sarà un girone ad accoglierci sprofondando in un bacio, maleficio da scontare.
Lascio la porta socchiusa, fino a domattina.”
“Non trovo le chiavi.
Non importa, lo sai che non le trovo, la tua porta sarà socchiusa. La valigia piccola la metterò in macchina, le prime cose. Domattina la scaricherai tu, ho mal di schiena al cambio di stagione. Ti guarderò intrecciato a me riflesso nel lucernario dove ami le mie gambe, conterai le cicatrici sulle ginocchia, e ricomincerai da capo se non ti torna il conto. Chi ti ha ferito farà i conti con me...e rideremo di cavalieri e dame e di canzoni di Francesco e il suo Cyrano. Avrò la tua stanchezza tra le mani nella sera, la consegnerò al riposo a un passo dalla mia bocca. Cucirò i tuoi strappi mentre ridi perché sarta non sono ma li legherò ai miei e li affogherò in una poesia che taglia i ponti col passato. Saremo quattro piedi nudi a camminare sopra i prati e mi stupirai con un filo d'erba dove nasce un fiore, avremo un mondo piccolo come una lavagna dietro il bancone di un bar “Ti amo principessa” e brividi nel silenzio di un amore incastonato nei crateri della luna.
Sul divano ho bloccato la mia vita mentre i film della notte, ciechi, correvano sulla tv.
È mattina.
Avrai chiuso la porta e io non trovo mai le chiavi.”
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Buona giornata!
Quando si pensa all'unisono, nn c'è parola che debba uscire dai pensieri.
È quello che noi cerchiamo per tutta una vita...Si chiama semplicemente, empatia...
Un racconto splendido, com'è nel tuo stile.
Ecco, la porta di casa è chiusa ed io nn trovo, come te, mai le chiavi.
"con" la poesia!
9
In mezzo c'è tutto un mondo, il tuo mondo di poetessa che accarezza le parole con guanti di velluto. Il commento di Antonio e degli altri mi ha fatto pensare, e incuriosito...
Brava e tanto romantica, cara Grazia
per questo stupendo racconto.
Complimenti