Il vento quella sera era particolarmente forte come non mai; le suggeriva stupore e angoscia pure un certo mistero.
Non riusciva comunque a resistere alla tentazione di andare ad affacciarsi alla finestra nonostante quel tempaccio e corse in fretta e furia verso il soggiorno per poter spalancare quella più grande di tutta la casa situata a fianco del comodo divano a tre piazze foderato di rosso bordeaux: una violentissima raffica la invase non appena l'apri', in un batti baleno si ritrovò i suoi capelli dal color corvino arruffati che continuavano imperterriti a girovagare in ogni dove intorno la sua testa.
Era una strana sensazione quella che sentiva dentro, improvvisamente le donava pace e tranquillità mentre tutto avanti a lei, per le strade si stava rovinando pietosamente all'incombere del maltempo: piante ormai piegate fin quasi a terra ed alcune anche trascinate via dalla potente forza, bidoni d'immondizia rotolavano ovunque nelle vicinanze...veicoli a due ruote posati a terra dopo aver combattuto lunghe battaglie di resistenza giacevano sotto gli occhi dei legittimi proprietari che a stento dal troppo vento riuscivano a smuoverli per risollevarli.
Più guardava fuori più quel vento per lei era come una carezza ormai, era potente come un sussurro, un continuo richiamo intuendo che la stava cercando.si , probabilmente era così: quel vento cercava proprio lei, voleva lei sentendo dentro di sé che di lì a poco avrebbe spalancato la porta d'ingresso per co giungersi a quel poetico richiamo.
I genitori di Clara ignari di tutto continuavano a dormire beatamente protetti dal caldo del piumone invernale senza accorgersi di niente; avvicinandosi verso di loro con occhi lucidi e tristezza nel cuore lasciò un dolce bacio a tutti e due per poi continuare a farli riposare.
Era stata tanto tempo con loro e ormai aveva notato ringraziando il cielo che si erano ripresi da quella bruttissima perdita, che bene o male erano tornati alle loro vite cognugali e sopratutto che c'erano sempre l'uno per l'altra e a lei bastava.
Con gli occhi lucidi colmi di lacrime che si sprigionavano irruenti sulle guance era giunta ormai alla porta di casa.
Nonostante tutto si sentiva serena e appagata perciò chiuse gli occhi mentre apriva la porta e in men che non si dica si ritrovò a fluttuare per aria avvolta fra le braccia calde di quel vento fino a scomparire con esso.
-Maria! Svegliati cara presto!
-cosa c'è che non va caro!
-c'è stata una bufera. Oh cielo ha aperto persino la porta di casa e la finestra del salotto da quanto era forte!
-Oddio, no!! Presto, andiamo a vedere!
Fortunatamente non venne recato nessun tipo di danno all'abitazione solo una foto a terra che stava sopra ad un tavolino di vetro di fronte al divano: una ragazzina giovane bella e sorridente da lunghi capelli nero corvino.
-Manca tantissimo anche a me la nostra Clara. È come fosse stata sempre con noi, non credi?
Non riusciva comunque a resistere alla tentazione di andare ad affacciarsi alla finestra nonostante quel tempaccio e corse in fretta e furia verso il soggiorno per poter spalancare quella più grande di tutta la casa situata a fianco del comodo divano a tre piazze foderato di rosso bordeaux: una violentissima raffica la invase non appena l'apri', in un batti baleno si ritrovò i suoi capelli dal color corvino arruffati che continuavano imperterriti a girovagare in ogni dove intorno la sua testa.
Era una strana sensazione quella che sentiva dentro, improvvisamente le donava pace e tranquillità mentre tutto avanti a lei, per le strade si stava rovinando pietosamente all'incombere del maltempo: piante ormai piegate fin quasi a terra ed alcune anche trascinate via dalla potente forza, bidoni d'immondizia rotolavano ovunque nelle vicinanze...veicoli a due ruote posati a terra dopo aver combattuto lunghe battaglie di resistenza giacevano sotto gli occhi dei legittimi proprietari che a stento dal troppo vento riuscivano a smuoverli per risollevarli.
Più guardava fuori più quel vento per lei era come una carezza ormai, era potente come un sussurro, un continuo richiamo intuendo che la stava cercando.si , probabilmente era così: quel vento cercava proprio lei, voleva lei sentendo dentro di sé che di lì a poco avrebbe spalancato la porta d'ingresso per co giungersi a quel poetico richiamo.
I genitori di Clara ignari di tutto continuavano a dormire beatamente protetti dal caldo del piumone invernale senza accorgersi di niente; avvicinandosi verso di loro con occhi lucidi e tristezza nel cuore lasciò un dolce bacio a tutti e due per poi continuare a farli riposare.
Era stata tanto tempo con loro e ormai aveva notato ringraziando il cielo che si erano ripresi da quella bruttissima perdita, che bene o male erano tornati alle loro vite cognugali e sopratutto che c'erano sempre l'uno per l'altra e a lei bastava.
Con gli occhi lucidi colmi di lacrime che si sprigionavano irruenti sulle guance era giunta ormai alla porta di casa.
Nonostante tutto si sentiva serena e appagata perciò chiuse gli occhi mentre apriva la porta e in men che non si dica si ritrovò a fluttuare per aria avvolta fra le braccia calde di quel vento fino a scomparire con esso.
-Maria! Svegliati cara presto!
-cosa c'è che non va caro!
-c'è stata una bufera. Oh cielo ha aperto persino la porta di casa e la finestra del salotto da quanto era forte!
-Oddio, no!! Presto, andiamo a vedere!
Fortunatamente non venne recato nessun tipo di danno all'abitazione solo una foto a terra che stava sopra ad un tavolino di vetro di fronte al divano: una ragazzina giovane bella e sorridente da lunghi capelli nero corvino.
-Manca tantissimo anche a me la nostra Clara. È come fosse stata sempre con noi, non credi?
Racconto scritto il 28/01/2020 - 19:03
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Commenti
Grazie sei molto gentile.
Cristina Del perugia 01/02/2020 - 19:18
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Vale il riconoscimento mensile, spesso sfuggono delle belle cose!
Brava
Brava
Grazia Giuliani 01/02/2020 - 16:22
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