Nel novero delle cose 2
A quei tempi frequentavo Linda, e forse qualche ricordo. Quella che in una vecchia mia poesia scriveva solo il suo di nome sulla sabbia. Sarebbe potuta anche essere una bella storia la nostra se solo non fosse stata tanto euforica all’idea di testare tutti e 39 i fiori… avevo detto Bach, già.
Così la Toccata e fuga in Re minore divenne solo la mia fuga verso la più tonica e non sol maggiore realtà di Milano. Sul treno, nel walkman “La fabbrica di plastica” di Grignani perché mi sentivo diverso. Qui conobbi Silvia che stava con un meneghino con ogni sera l’obbligo di firma. Non ho mai capito perché stessero insieme, visto che lui passava le giornate tra il Leoncavallo e il calcetto con gli amici. Io e lei andavamo sempre in un caffè letterario, una specie di libreria caffè dove si potevano trovare personaggi più o meno autorevoli del panorama artistico.
Tranne quel pomeriggio. Bucammo proprio quel pomeriggio… niente autografo sul libro, niente Francesco G.
In quel periodo Silvia mi diede l’idea. Ed ecco perché prima ho nominato Bach. Mi adottarono i madonnari e i robivecchi che mi chiamavano Poeta Mastro. Stavo con un tavolino di quelli pieghevoli in un cantuccio sotto le terrazze del Duomo a declamare poesie per qualche spicciolo, con i piedi piatti e la Toccata e fuga nel mangiacassette. Solo una volta me ne comprarono una per 1000 lire, e una volta mi commissionarono una filastrocca. Ma nessuno venne l’indomani a ritirarla. Silvia mi guardava e sorrideva. Era una ballerina. Una domenica mi disse che avrebbe fatto le audizioni per un qualche talent, e da quel giorno non la vidi più. Quel lunedì lo passai disteso sul pavimento, come te Diana, ma del garage. Con me solo il chopper Honda 600, e sul giradischi “Mrs Noia” sempre di Gianluca. Quando andrai alla visita con il dottor G. ascolta tutto, tranne i numeri. Vai a caccia dentro di te, è lì che c’è tutta la tua bellezza.
La terza parte di questo racconto non ci sarà perché la sto vivendo. E se un giorno ve la dovessi narrare… vorrà dire che è andato tutto bene, che ne è iniziata una quarta.
Così la Toccata e fuga in Re minore divenne solo la mia fuga verso la più tonica e non sol maggiore realtà di Milano. Sul treno, nel walkman “La fabbrica di plastica” di Grignani perché mi sentivo diverso. Qui conobbi Silvia che stava con un meneghino con ogni sera l’obbligo di firma. Non ho mai capito perché stessero insieme, visto che lui passava le giornate tra il Leoncavallo e il calcetto con gli amici. Io e lei andavamo sempre in un caffè letterario, una specie di libreria caffè dove si potevano trovare personaggi più o meno autorevoli del panorama artistico.
Tranne quel pomeriggio. Bucammo proprio quel pomeriggio… niente autografo sul libro, niente Francesco G.
In quel periodo Silvia mi diede l’idea. Ed ecco perché prima ho nominato Bach. Mi adottarono i madonnari e i robivecchi che mi chiamavano Poeta Mastro. Stavo con un tavolino di quelli pieghevoli in un cantuccio sotto le terrazze del Duomo a declamare poesie per qualche spicciolo, con i piedi piatti e la Toccata e fuga nel mangiacassette. Solo una volta me ne comprarono una per 1000 lire, e una volta mi commissionarono una filastrocca. Ma nessuno venne l’indomani a ritirarla. Silvia mi guardava e sorrideva. Era una ballerina. Una domenica mi disse che avrebbe fatto le audizioni per un qualche talent, e da quel giorno non la vidi più. Quel lunedì lo passai disteso sul pavimento, come te Diana, ma del garage. Con me solo il chopper Honda 600, e sul giradischi “Mrs Noia” sempre di Gianluca. Quando andrai alla visita con il dottor G. ascolta tutto, tranne i numeri. Vai a caccia dentro di te, è lì che c’è tutta la tua bellezza.
La terza parte di questo racconto non ci sarà perché la sto vivendo. E se un giorno ve la dovessi narrare… vorrà dire che è andato tutto bene, che ne è iniziata una quarta.
Mirko D. Mastro
Racconto scritto il 01/02/2020 - 19:34
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Commenti
La tua ricchezza così a nudo, non mi sorprende perché la magia ti appartiene...
per me anche scritto molto bene!
Un carissimo saluto Mirko
per me anche scritto molto bene!
Un carissimo saluto Mirko
Grazia Giuliani 02/02/2020 - 20:43
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MIRKO....Non posso trarre conclusioni dalla tua storia cosi personale. Credo una vita d'artista a tutto campo. Un consiglio ascolta sempre Bach con lui si raggiunge l'estasi. Bravo ciao
mirella narducci 02/02/2020 - 20:30
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Ho letto con interesse i due racconti che parlano di te.
Tra prosa e poesia ti sei quasi messo a nudo, scrivere esorcizza... quant'è vero
Tra prosa e poesia ti sei quasi messo a nudo, scrivere esorcizza... quant'è vero
PAOLA SALZANO 02/02/2020 - 20:18
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Si sente dalla cura e dai particolari che è un racconto vero, Molto bello!
Buona Domenica
Buona Domenica
mare blu 02/02/2020 - 10:23
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Grazie...
Autobiografico? Sì.
Ho mai più ascoltato Bach? No
Autobiografico? Sì.
Ho mai più ascoltato Bach? No
Mirko D. Mastro(Poeta) 02/02/2020 - 09:05
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Un bel racconto che pare autobiografico o forse anche no.
Maria Luisa Bandiera 02/02/2020 - 09:01
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Leggerti è davvero bello, leggere la tua sensibilità è un dono da custodire...un tocco di magia in questo racconto.
Bella vita Mirko di vero cuore.
Bella vita Mirko di vero cuore.
Margherita Pisano 01/02/2020 - 21:14
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