Un giorno Virgola si svegliò con un forte mal di testa e guardandosi allo specchio vide che c’era sopra di lei un Punto.
Virgola : Ehi! Ma cosa fai? Proprio addosso mi devi stare?
Punto : Scusami, ma non è colpa mia, sono gli uomini che mi usano dove e quando vogliono.
V : Va beh ! Anche con me fanno lo stesso. Si da il caso che io sia molto ricercata ed anche
unica.
P : Ehi, bella calmati un po’ e vedi di non darti tante arie. Se vogliamo parlare
d’importanza, il re della punteggiatura sono io.
V : Ma cosa dici? Tu nasci solo e vivi solo, tu non sai mai cosa ci sia prima e cosa dopo ad
un discorso, mica come me che sono sempre in mezzo.
P : Si, ma spesso sei inopportuna, mi sembri come il prezzemolo nella minestra.
V : Intanto non incominciare ad offendere, non vedo nessuna corona sulla tua testa e poi
io sono certamente più elegante di te, tu sai cosa sembri? Un palloncino gonfiato.
P : E’ vero, io non sono alto e slanciato come te, ma forse non sai che io ho due fratelli
bellissimi e ti assicuro che quando sono sotto di loro mi sento un vero re.
V : Ma quante arie che ti dai, e chi sarebbero questi tuoi fratelli e come si chiamano?
P : Uno si chiama Esclamativo e l’altro Interrogativo.
V : Sarà, ma io non li conosco e non li ho mai sentiti nominare, forse sono troppo giovani.
P : Giovani? Ma sai quanti secoli abbiamo?
V : No, ma sono sicura che tu lo sappia, d’altronde siete fratelli.
P : Certo non posso dirti la data esatta, ma so che siamo nati dalla penna accurata degli
amanuensi.
V : Caspita! E loro a cosa servono ?
P : Esclamativo è un tipo romantico, lo usano quando le parole vogliono affermare stupore,
cortesia,un sentimento oppure una sorpresa.
V : E quell’altro?
P : Oh, quell’altro è quello che si pavoneggia di più, non ti dico le arrabbiature che si prende
quando non gli fanno le curve perfette o gli rovinano la zampetta finale. Spesso è anche
depresso.
V : Davvero? E perché mai?
P : Beh, vedi, anche tu lo hai appena usato per lo stesso motivo per ben due volte.
V : Io?
P : E ridaje! La sua rabbia deriva proprio dal fatto che il suo destino sia quello di fare domande a
vita.
V : Oddio! Poverino ha ragione, sai che stress. Ok! Ho capito che siete nobili ed importanti, ma
anche io ho una sorella e ogni tanto ci mettono insieme perché siamo gemelle e poi anche da
sola non sono da meno.
P : Davvero ?Come, di grazia?
V : Io sono talmente importante che una volta ho persino salvato la vita ad un condannato a
morte che aveva fatto domanda per la grazia.
P : Ah, si ? Raccontami.
V : Alla domanda di grazia del condannato il ministro aveva risposto con tre parole : “ Grazia
impossibile, fucilarlo.” Ma quando la domanda arrivò davanti al re per la firma definitiva, egli
mi spostò e scrisse :” Grazia, impossibile fucilarlo”.
P : Perdindirindina sei veramente importante .
Senti un po’, che ne pensi se tu , io ed i miei fratelli ci unissimo e diventassimo amici? Con la
speranza che quando entriamo nei discorsi ci mettano sempre o quasi al posto giusto.
Ti chiedo scusa se qualche volta devi sopportare il mio peso, ma tu pensa che sopra di te
c’è un amico con il quale condividere la fine di un pensiero.
Virgola : Ehi! Ma cosa fai? Proprio addosso mi devi stare?
Punto : Scusami, ma non è colpa mia, sono gli uomini che mi usano dove e quando vogliono.
V : Va beh ! Anche con me fanno lo stesso. Si da il caso che io sia molto ricercata ed anche
unica.
P : Ehi, bella calmati un po’ e vedi di non darti tante arie. Se vogliamo parlare
d’importanza, il re della punteggiatura sono io.
V : Ma cosa dici? Tu nasci solo e vivi solo, tu non sai mai cosa ci sia prima e cosa dopo ad
un discorso, mica come me che sono sempre in mezzo.
P : Si, ma spesso sei inopportuna, mi sembri come il prezzemolo nella minestra.
V : Intanto non incominciare ad offendere, non vedo nessuna corona sulla tua testa e poi
io sono certamente più elegante di te, tu sai cosa sembri? Un palloncino gonfiato.
P : E’ vero, io non sono alto e slanciato come te, ma forse non sai che io ho due fratelli
bellissimi e ti assicuro che quando sono sotto di loro mi sento un vero re.
V : Ma quante arie che ti dai, e chi sarebbero questi tuoi fratelli e come si chiamano?
P : Uno si chiama Esclamativo e l’altro Interrogativo.
V : Sarà, ma io non li conosco e non li ho mai sentiti nominare, forse sono troppo giovani.
P : Giovani? Ma sai quanti secoli abbiamo?
V : No, ma sono sicura che tu lo sappia, d’altronde siete fratelli.
P : Certo non posso dirti la data esatta, ma so che siamo nati dalla penna accurata degli
amanuensi.
V : Caspita! E loro a cosa servono ?
P : Esclamativo è un tipo romantico, lo usano quando le parole vogliono affermare stupore,
cortesia,un sentimento oppure una sorpresa.
V : E quell’altro?
P : Oh, quell’altro è quello che si pavoneggia di più, non ti dico le arrabbiature che si prende
quando non gli fanno le curve perfette o gli rovinano la zampetta finale. Spesso è anche
depresso.
V : Davvero? E perché mai?
P : Beh, vedi, anche tu lo hai appena usato per lo stesso motivo per ben due volte.
V : Io?
P : E ridaje! La sua rabbia deriva proprio dal fatto che il suo destino sia quello di fare domande a
vita.
V : Oddio! Poverino ha ragione, sai che stress. Ok! Ho capito che siete nobili ed importanti, ma
anche io ho una sorella e ogni tanto ci mettono insieme perché siamo gemelle e poi anche da
sola non sono da meno.
P : Davvero ?Come, di grazia?
V : Io sono talmente importante che una volta ho persino salvato la vita ad un condannato a
morte che aveva fatto domanda per la grazia.
P : Ah, si ? Raccontami.
V : Alla domanda di grazia del condannato il ministro aveva risposto con tre parole : “ Grazia
impossibile, fucilarlo.” Ma quando la domanda arrivò davanti al re per la firma definitiva, egli
mi spostò e scrisse :” Grazia, impossibile fucilarlo”.
P : Perdindirindina sei veramente importante .
Senti un po’, che ne pensi se tu , io ed i miei fratelli ci unissimo e diventassimo amici? Con la
speranza che quando entriamo nei discorsi ci mettano sempre o quasi al posto giusto.
Ti chiedo scusa se qualche volta devi sopportare il mio peso, ma tu pensa che sopra di te
c’è un amico con il quale condividere la fine di un pensiero.
P.S. Dedicato a tutti i bambini, che a causa del coronavirus sono costretti a stare a casa a fare i compiti, ma anche a coloro che pensano ancora di esserlo, come la sottoscritta.
Racconto scritto il 20/03/2020 - 00:31
Letta n.879 volte.
Voto: | su 8 votanti |
Commenti
Carissima Santa, sei un vero portento. Mi sono goduto questo racconto, a sfondo grammaticale, davvero in pieno. originale, semplice, importante….FANTASTICO. Ciao carissima
Gianny Mirra 24/03/2020 - 01:46
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Molto carina che esprime anche una morale: quella di stare uniti e di non litigare....
Francesco Scolaro 22/03/2020 - 10:09
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Bravissima e carinissimo il tuo racconto. Lo leggerò ai miei nipotini Grandi e piccoli
Teresa Peluso 21/03/2020 - 18:59
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Eh sì, te lo dico alla toscana...è proprio bellino e io, sono una di quelle persone che dovrebbero fare attenzione alla punteggiatura!
Brava Santa
Brava Santa
Grazia Giuliani 21/03/2020 - 16:56
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Vi ringrazio tutti.
santa scardino 20/03/2020 - 22:17
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Non solo per bambini...Non solo davvero. Simpatica lezione da leggere e rileggere e magari mi serve!!!
Margherita Pisano 20/03/2020 - 22:13
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Bellissimo davvero...stasera sarà la buona notte per i miei bambini.
Ti abbraccio forte
Ti abbraccio forte
Mirko D. Mastro(Poeta) 20/03/2020 - 17:50
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Confesso che ho molta simpatia per le virgole, se potessi le metterei anche sul caffèlatte.
Da segnalare che Punto e Virgola sono parenti, magari cugini che a volte cioè quando occorre si uniscono in maniera incestuosa formando il famoso ma non sempre sfruttato punto e virgola.
Brava con tanti punti esclamativi!!!
Da segnalare che Punto e Virgola sono parenti, magari cugini che a volte cioè quando occorre si uniscono in maniera incestuosa formando il famoso ma non sempre sfruttato punto e virgola.
Brava con tanti punti esclamativi!!!
Giuseppe Scilipoti 20/03/2020 - 16:38
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Oh, vietato tralasciare le virgole che servono a salvare i condannati a morte! Dopo la "Grazia" ricevuta ci si può mettere il punto. Punto.
Insomma, come ben sappiamo le pause sono pensate non soltanto in base a regole sintattiche ma per l'appunto si incentrano “a respiro.”
(segue disamina)
Insomma, come ben sappiamo le pause sono pensate non soltanto in base a regole sintattiche ma per l'appunto si incentrano “a respiro.”
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 20/03/2020 - 16:37
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Ma che... carinaaaaaaaaaaaaa!!! ho "esclamato" a fine lettura. Il testo è ben strutturato, non c'è nessun ap"punto" da fare, non cambierei nemmeno... una virgola. I dialoghi sono implementati a... "puntino".
Una favola sulla punteggiatura che andrebbe bene in un sussidiario delle elementari , una favola che mi ricorda un pochettino una suoneria per telefonino che cantava così_
--- Mi chiamo Virgola sono un gattino sono la stella del telefonino. Chiusa parentesi. Chissà chi è? ---
(segue...)
Una favola sulla punteggiatura che andrebbe bene in un sussidiario delle elementari , una favola che mi ricorda un pochettino una suoneria per telefonino che cantava così_
--- Mi chiamo Virgola sono un gattino sono la stella del telefonino. Chiusa parentesi. Chissà chi è? ---
(segue...)
Giuseppe Scilipoti 20/03/2020 - 16:36
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Bellissimo...non solo ai bambini, questo post è molto utile anche per gli adulti. Molto apprezzato...l'esempio della grazia accordata è davvero azzeccato, fa capire come una virgola messa male possa stravolgere un concetto. Brava.
Giacomo C. Collins 20/03/2020 - 13:25
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Piaciuto moltissimo, piacerà anche ai grandi.Poi è anche un modo divertente per insegnare la punteggiatura ,un modo non pedanteBravissima Santa!
Anna Maria Foglia 20/03/2020 - 11:08
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Mi ha fatto sorridere questo tuo bel racconto Santa, uno strabiliante discorso tra un punto e una virgola, un gioco che sicuramente piacerà ai bambini, anche se vogliamo una bella ed elegante favola da raccontare ai bambini! Brava, brava, brava .... piaciutissima!
Maria Luisa Bandiera 20/03/2020 - 08:16
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