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L'albero genealogico

Camillo, fin dalle scuole medie manifestava un interesse per la genealogia, tant'è vero che in età adulta progettò di tatuarsi l'albero genealogico di famiglia. I suoi genitori, in riguardo, si dimostrano contrari, al punto di tentare di dissuaderlo in mille modi.
Il giovane, non volle cambiare idea, ma prima di attuare la complessa tatuatura, dovette reperire meticolose informazioni per ricostruire di sana "pianta" il grafico in questione.
Passarono dieci mesi e tramite un bravo tatuatore, si fece inchiostrare una grande quercia proprio sul tronco, cioè sul busto, ricco di nomi e di cognomi, compreso il suo. Eppure qualcosa non gli quadrava, come se quel disegno fissato sulla pelle presentasse un ramo di troppo.
A trentacinque anni, a Camillo gli venne diagnosticato un male incurabile, da cui ne seguì un rapidissimo deterioramento. Egli, giacendo sul letto, in fase terminale, alla madre, vedova da tempo, le chiese di esprimere un ultimo desiderio: sapere il motivo di quella forte e costante repulsione per quel tatuaggio da parte di lei e del babbo.
La donna, al capezzale del figlio si mise a piangere e senza alcun tentennamento, decise di svelargli la verità.
«Dopo che mi sposai, l'intero parentado iniziò a detestarmi perché non volevo avere bambini. Purtroppo soffrivo di tocofobia, un disturbo caratterizzato dalla paura di partorire. Nel 1990, io e quel sant'uomo di tuo padre, ci trasferimmo a Ravenna, trovando ciascuno un ottimo impiego. Finché non lontano non tornammo a Palermo, con te che eri molto piccolo, riconciliandomi così con i parenti i quali non sospettarono nulla e raccontando loro che avevamo nostalgia della Sicilia. È risaputo che con il denaro si può comprare di tutto. Ecco, tu sei...»
«Cosa stai cercando di dirmi?» esclamò il moribondo con un fil di voce.
«Sei stato adottato, le tue radici sono slave.»
Quelle parole secche "abbatterono" in un sol colpo l'albero genealogico di Camillo.



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Racconto scritto il 14/04/2020 - 14:29
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.838 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Mary, mi hai inciso un tris di commenti che apprezzo davvero tanto, ti ringrazio.
Sei sempre originale, oltretutto si nota chiaramente che sai porre attenzione su ciò che pubblico.
Alla fine Camillo la prende dietro... l'albero. Porello.
Sai, era mia intenzione dare un tocco di mistero alla narrazione e nel contempo immettere qualcosina di umoristico. Nel finale, i rami, emh, i nodi vengono a galla. Un finale cattivello, se vogliamo. Penso di aver realizzato un buon racconto, dai, tra l'altro, giusto per rimanere in tema di alberi, l'ho "potato" in quanto sentivo l'esigenza di perfezionarlo.
Dopo che pubblicai questo racconto, mesi dopo lessi di una tizia che si fece un tatuaggio simile.
Emh, sperando che... vabbé, mi hai capito.
Alla proxima!

Giuseppe Scilipoti 13/03/2024 - 10:49

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La prima parte un pò comica che parla della pianta del busto e del tronco,per poi trarre alla conclusione del tema adozione, bravo

Mary L 12/03/2024 - 20:55

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Il tatuaggio da parte dei genitori non voluto per poi scoprire che era adottato, un finale un pò amaro e triste scritto bene e con suspense come sai scrivere tu , complimenti

Mary L 12/03/2024 - 20:52

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Sulla quercia, sul tronco,sul Busto, sulla pelle, sotto la pelle un tatuaggio, naturalmente dopo dieci mesi di studi e informazioni con pare un ramo strano.. un enigma da risolvere oppure da rivedere la pianta della famiglia, forse piantata nel giardino sbagliato

Mary L 12/03/2024 - 20:47

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Ringrazio anche Giulia Rebecca per il suo dotto commento e con la quale mi scuso per la tardiva risposta dal momento che ne ne sono accorto poco fa.
Il commento mi ricorda quelli di Enrico Ghezzi sui film d'essai. Giulia ne scova quella profondità nascosta che fino a prima non immaginavo.


Giuseppe Scilipoti 13/12/2021 - 00:41

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Anna, a riGRAZIE! Come già detto nelle risposte ai commenti, non amo i tatuaggi però tatuo nella mia memoria e nel animo narratore le parole del tuo commento. Idem le stelline.
"L'albero genealogico" più che una critica sui tatuaggi é un testo che si orienta sul beffardo e con qualcosina inerente l'esistenziale. Naturalmente, tali elementi l'hai saputi cogliere.
Spero di stupirti e di divertirti in altri componimenti.
Notte amarena!

Giuseppe Scilipoti 13/12/2021 - 00:34

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Oh questo racconto...troppo forte..bellissima l ultima frase gli fu sradicata..sai sempre trattare argomenti scottanti con ironia e gentilezza ...bravissimo tante tante stelline che ti girino attorno.

Anna Cenni 12/12/2021 - 12:21

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Soggioghi guardando in retrospettiva gli avvenimenti; ogni disturbo psicologico rivela anche una ricerca individuale.
Ciao Giuseppe

GiuliaRebecca Parma 18/04/2020 - 18:06

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Santa, Maria Luisa e Giacomo, un grazie INDELEBILE a voi!
Come sempre i vostri commenti sono in linea con ciò che scrivo. Siete lettori molto ma molto attenti. Ne sono lieto.
Vi confesso che odio i tatuaggi e in base a ciò e per di più grazie ad una buona ispirazione ho avuto la possibilità di strutturare e di pubblicare questo componimento che se vogliamo per via del finale ha quel non so di bastardello o di black humour e al contempo ho cercato di sganciare una seria riflessione.

Giuseppe Scilipoti 15/04/2020 - 20:36

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Un'idea geniale che se sviluppata diversamente potrebbe anche essere la sceneggiatura di un film drammatico...un finale tragico, triste, quasi ingiusto, che tuttavia risulta la logica conseguenza del racconto...bravo Giuseppe.

Giacomo C. Collins 15/04/2020 - 15:49

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Bravissimo Giuseppe come sempre, un bel racconto anche se il finale lascia un po' di amaro in bocca, ma bisogna dire che tutto va preso nel migliore dei modi, per cui ve bene così, ribadisco: bravo, bravo!

Maria Luisa Bandiera 14/04/2020 - 16:22

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Erano finiti i caratteri per salutarti. Sei forte...ciao!

santa scardino 14/04/2020 - 15:23

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Il tuo pregio più grande soprattutto a questo racconto è l'acutezza nel portare il lettore fino all'ultimo rigo con il patos del finale. Un finale, in questo caso che l'ascia l'amaro in bocca. Di Camillo nel mondo ce ne sono tanti e molti nemmeno lo sanno, e questo io lo ritengo ingiusto. Per me, ai bambini adottati la verità andrebbe detta subito, anche perché col passare degli ann diventa sempre più difficile. Ritengo che hai saputo trattare un argomento così importante con un'estrema bravura.

santa scardino 14/04/2020 - 15:21

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