Revierderby .... La partita che non c’e’
Ore 13:00 Usciamo di casa nel nostro quartiere Buer, il sobborgo più grande della città conosciuto per i negozi della Hochstrasse, una vivace strada commerciale. In spalle al mio papà ci dirigiamo verso la stazione centrale per prendere il treno che in poco più di trenta minuti ci avrebbe portato a Dortmund. Qui incontriamo altri Knappen (minatori), cosi ci chiamano in quanto una volta la nostra città era ricca di giacimenti di carbone, ed in un clima di festa saliamo tutti sullo stesso convoglio.
Ore 13.45 Arriviamo a Dortmund. Si cominciano a vedere i primi drappi gialloneri sui balconi e lungo le strade ma non ci intimoriamo e ci dirigiamo verso la metropolitana (linea U45) che ci porta allo stadio. Sotto la metro intoniamo i primi cori tra passanti che ci guardano straniti e infastiditi cominciano a spuntar fuori anche tamburi e megafoni facendo un frastuono incredibile, mi diverto tantissimo unendomi anch’io ai canti festanti.
Ore 14:10 ci troviamo davanti al AccessNordost ci sono stati riservati i settori dal 55 al 59. Ma la marea blu e’ aumentata a dismisura siamo arrivati a 7000 unità tanto da occupare anche gli spazi 70 71 e 75. In una fila composta ma rumorosa finalmente entriamo nel Westfalenstadion.
Ore 14:45 Il Signal Iduna Park e’ già una bolgia 80mila persone gremiti in ogni ordine di posto, il giallonero prevale su tutto. Lo speaker lancia le formazioni e nel momento di quella di casa entra in scena “ The Yellow Wall”, famoso in tutto il mondo come il muro giallo. La curva sud del Dortmund tutti vestiti con i propri colori, venticinquemila persone che cantano e saltano ad unisono. Ad un tratto s’innalza una grossa bandiera con disegnati i loro tre attaccanti : Sancho raffigurato in Iron Man, Haaland in Superman e Hazard in versione Thor, il tutto contornato da bandierine con i colori sociali ed uno striscione con su scritto: “ Ein wahrer Held hort nie auf es zu versuchen” (un eroe non smette mai di provarci), in riferimento alla possibilità di conquistare il titolo in rimonta sui bavaresi. I miei super eroi che ora diventavano i cattivi. Anche noi non siamo da meno, un gran vessillo ricopre quasi interamente il settore raffigurante il nostro team con i caschetti da minatori e la scritta: “ auf unserem Hemb die Kornung einiger Bergleuten” ( sulla nostra maglia la grinta dei veri minatori), a rafforzare ancor di più la nostra identità di gente dura a mollare.
Ore 15:30 Si parte. Già dai primi venti minuti diamo subito l’impressione di essere in balia degli avversari. Hakimi e Guerriero sulle fasce fanno quello che vogliono. Il tiro del loro gigante norvegese al ventitreesimo che si infrange sul esterno della rete è solo un preludio al goal. Il tacco di Brandt a centrocampo tre minuti dopo lancia Hazard sulla destra per l’occorrente Haaland che in smorzata sigla 1-0. I ragazzi della Sud capiscono di avere già la partita in pugno ed alzano i loro decibel coinvolgendo l’applauso di tutto lo stadio, ma noi non ci diamo per vinti e intoniamo il nostro : ” Ins stadion gehen mit’m pappbecher bier in der nordkurve stehen das its Scalke 04″ (andare allo stadio stare in piedi in curva nord col bicchiere di birra in mano questo è lo Scalke 04) sul ritmo di Can’t get you out of my head di Kylie Minogue. Ma sul finire del primo tempo un rinvio goffo del nostro portiere mostra tutti i limiti di una squadra scollata tra i reparti e permette ancora a Brandt di recuperare una palla a centrocampo fornendo un assist al bacio per Guerriero che ci trafigge sul angolino basso della rete per il 2-0. Si va negli spogliatoi con la consapevolezza che c’è ancora un tempo per recuperare ed abbiamo il dovere di non mollare e crederci, anche se loro sembrano proprio dei veri super eroi. Si riparte. Pronti via e subito un contropiede lanciato dal ex Salisburgo per Brandt che serve Hazard, il suo tiro non è irresistibile ma non lo è neanche Schubert 3-0. La partita perde d’intensità contornata dal frastuono del ” muro giallo”, che si fa più forte al sessantaduesimo quando ancora Haaland per Guerriero sigla il 4-0. Parte al unisono su tutto Signal Iduna Park il famoso “Jingle Bells” dove il grido “Borussia Borussia” risuona in tutto lo stadio ed oltre. Ormai si aspetta solo il fischio finale, che puntualmente arriva al novantesimo e qualche minuto, con la squadra di casa festeggiata al centro del campo sul ritmo di “You never walk alone” in un mare di bandiere giallonere che danno tributo ad una trama calcistica espressa che rappresenta l’accademia pura del calcio.
Ore 18:00 Usciamo dallo stadio a testa bassa e con il morale sotto i tacchi. Dalle spalle del mio papà osservo tutto, felice a cuor mio di aver vissuto il mio primo desiderio, anche se mi aspettavo un finale diverso. Ma sono solo un bimbo di 4 anni ed il calcio è solo un gioco, il mio gioco preferito.
Ore 18:15 Apro gli occhi e mi ritrovo sulla poltrona di casa davanti alla Tv. Mio padre che rimugina ancora sulle azioni del match e mi accorgo che è stato solo un sogno. Un sogno che però presto realizzerò.
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