La pozzanghera
Da bambino cascai in una pozzanghera che si tramutò in un vortice scintillante. Nel rialzarmi, mi ritrovai sempre nella mia città, ma con la sola differenza che tutto appariva inverosimile. Difatti, mentre mi avviavo in una via di Barcellona Pozzo di Gotto, per prima cosa notai che le insegne dei negozi erano scritte capovolte, tra cui quella della frutteria 'Alosi' che divenne 'isolA.'
Persone, automobili, scooter, e animali si muovevano come in un nastro riavvolto, inoltre ascoltando le conversazioni della gente constai che formulavano le frasi in mirror speakers. Provai un'angoscia indescrivibile, al punto che gli occhi mi si riempirono di lacrime.
«olocciP, èhcrep ignaip?» mi domandò un attempato signore ben vestito che stava percorrendo il marciapiede.
«Non la capisco, mi dispiace» gli risposi singhiozzando.
«azroF e oiggaroc ehe opod elirpa eneiv oiggam!» disse l'uomo accarezzandomi il mento per poi allontanarsi in retro walking.
Assai rabbuiato, imboccai una stradetta senza uscita, dove c'erano cinque carusi che giocavano col Super Santos, un tipico pallone in pvc, di colore arancione con bande nere. Nonostantel'assurdità della situazione, chiesi di unirmi a loro. Il gruppo annuì con un cenno della testa, continuando a palleggiare.
Giocai malissimo, non riuscivo ad effettuare nemmeno un passaggio corretto dal momento che la partitella avveniva in modo bizzarro. I ragazzini mi urlarono contro molte volte, finché non mi trascinarono di peso fuori dal vicolo. Il più grande fra tutti, mi diede una vigorosa spinta facendomi piombare su una pozzanghera.
«Disgraziato!» esclamò una voce che riconobbi subito, sentendomi afferrare il polso per tirarmi su. Mi guardai intorno, prendendo atto che ero ritornato alla normalità.
Abbracciai la mia nonnina che, nel frattempo, si prodigava a ripulire i miei pantaloni beige con delle salviette umidificate. Decisi di non soffermarmi su quella pozza d’acqua dimensionale, sicurissimo che non mi avrebbe creduto.
«Niente, 'ste macchie non passano. È inutile che fai il ruffiano, ti avevo avvertito di non camminare all'indietro. Stanne certo che a casa le buscherai da tua madre.»
Da questa esperienza a dir poco surreale è possibile trarne la seguente morale: quando una giornata gira al contrario, non può che finire storta.
Persone, automobili, scooter, e animali si muovevano come in un nastro riavvolto, inoltre ascoltando le conversazioni della gente constai che formulavano le frasi in mirror speakers. Provai un'angoscia indescrivibile, al punto che gli occhi mi si riempirono di lacrime.
«olocciP, èhcrep ignaip?» mi domandò un attempato signore ben vestito che stava percorrendo il marciapiede.
«Non la capisco, mi dispiace» gli risposi singhiozzando.
«azroF e oiggaroc ehe opod elirpa eneiv oiggam!» disse l'uomo accarezzandomi il mento per poi allontanarsi in retro walking.
Assai rabbuiato, imboccai una stradetta senza uscita, dove c'erano cinque carusi che giocavano col Super Santos, un tipico pallone in pvc, di colore arancione con bande nere. Nonostantel'assurdità della situazione, chiesi di unirmi a loro. Il gruppo annuì con un cenno della testa, continuando a palleggiare.
Giocai malissimo, non riuscivo ad effettuare nemmeno un passaggio corretto dal momento che la partitella avveniva in modo bizzarro. I ragazzini mi urlarono contro molte volte, finché non mi trascinarono di peso fuori dal vicolo. Il più grande fra tutti, mi diede una vigorosa spinta facendomi piombare su una pozzanghera.
«Disgraziato!» esclamò una voce che riconobbi subito, sentendomi afferrare il polso per tirarmi su. Mi guardai intorno, prendendo atto che ero ritornato alla normalità.
Abbracciai la mia nonnina che, nel frattempo, si prodigava a ripulire i miei pantaloni beige con delle salviette umidificate. Decisi di non soffermarmi su quella pozza d’acqua dimensionale, sicurissimo che non mi avrebbe creduto.
«Niente, 'ste macchie non passano. È inutile che fai il ruffiano, ti avevo avvertito di non camminare all'indietro. Stanne certo che a casa le buscherai da tua madre.»
Da questa esperienza a dir poco surreale è possibile trarne la seguente morale: quando una giornata gira al contrario, non può che finire storta.
Racconto scritto il 02/01/2021 - 19:14
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Voto: | su 11 votanti |
Commenti
Buongiorno Antonella, il tuo commento è
così disarmante che mi lascia... così. Pudicamente arrostisco. Emh, arrossisco. Grazie con molte z!!!
Naturalmente le battute di mia nonna furono espresse in siciliano ma ai fini della fluidità le ho trascritte in italiano.
In passato ho scritto un breve componimento autobiografico interamente in siciliano intitolato "Fazzoletti", un modo come un altro per mettermi alla prova con qualcosa di diverso.
così disarmante che mi lascia... così. Pudicamente arrostisco. Emh, arrossisco. Grazie con molte z!!!
Naturalmente le battute di mia nonna furono espresse in siciliano ma ai fini della fluidità le ho trascritte in italiano.
In passato ho scritto un breve componimento autobiografico interamente in siciliano intitolato "Fazzoletti", un modo come un altro per mettermi alla prova con qualcosa di diverso.
Giuseppe Scilipoti 16/01/2021 - 10:25
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in quanto riesci a trasmettere anche delle morali di vita che non sono mai banali e scontate, in uno sfondo divertente e leggerò. Complimenti. P.S. Essendo sicula come te, ho letto le battute della nonna in dialetto "Disgraziatù, tì lurdastì tuttu quantù"
Antonella Rao 15/01/2021 - 21:36
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Caro Giuseppe, con questo racconto mi hai fatto tornare indietro nel tempo, facendomi ricordare quando da piccola andavo con mia nonna nel negozio di frutta e verdura Alosi a Barcellona Pozzo di Gotto, che nel tuo sapiente racconto è diventato isolA (come una forma di anagramma). In ogni tua opera riesci a tenere il lettore attaccato al testo attraverso l'uso sapiente della tua fervida immaginazione e della tua illustre capacità narrativa, ma non ti fermi solo a questo, (segue commento)
Antonella Rao 15/01/2021 - 21:26
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Grazie Angela, la tua bella interpretazione mi ha colpito.
Quanto hai letto ha del carrolliano.
Se un giorno dovessi realizzare una versione long dello scritto o meglio ancora un romanzo lo intitolerei "Giuseppe dentro la pozza d'acqua"
Quanto hai letto ha del carrolliano.
Se un giorno dovessi realizzare una versione long dello scritto o meglio ancora un romanzo lo intitolerei "Giuseppe dentro la pozza d'acqua"
Giuseppe Scilipoti 07/01/2021 - 23:18
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Bel finale ammiccante per un lettore che si è trovato un "mondo di traverso" che ci fa rivivere il paradosso della perdita quando mancano i punti di riferimento. Dovremmo forse ascoltare il monito della nonna che dice a Giuseppe di non camminare all'indietro? Non è detto, forse ci fa bene vedere le cose in un'altra prospettiva; bisogna vedere quanto si è disposti a pagare...
5 Stelline Complimenti Buona serata
5 Stelline Complimenti Buona serata
Angela Randisi 07/01/2021 - 20:42
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Aurelio, Mirko, Maria Luisa, Paola e Afrodite "ellim eizarg", per i vostri generosi commenti.
Come avete notato in questo componimento ciò che viene messo in risalto è l'elemento surreale, che si potrebbe pure definire surrealtà. Nelle sequenze narrate, nonostante l'atipicità c'è una sorta di soqquadro ordinato
Vi confesso che ad un mondo al contrario... sarei contrario.
Buonanotte a tutti!!
Come avete notato in questo componimento ciò che viene messo in risalto è l'elemento surreale, che si potrebbe pure definire surrealtà. Nelle sequenze narrate, nonostante l'atipicità c'è una sorta di soqquadro ordinato
Vi confesso che ad un mondo al contrario... sarei contrario.
Buonanotte a tutti!!
Giuseppe Scilipoti 07/01/2021 - 02:33
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Caro Giuseppe, la nota caratteristica dei tuoi racconti, che peraltro apprezzo tantissimo, è la capacità che hai di stupire sempre e piacevolmente il lettore nelle ultime battute, con trovate sempre nuove e sempre divertenti.
Anche questa volta, una insulsa pozzanghera fangosa, è riuscita a diventare la protagonista indiretta della vicenda che hai raccontato ed a farci sorridere, in un momento in cui il sorriso non risulta essere cosa semplice.
Ti ringrazio infinitamente per questo
Anche questa volta, una insulsa pozzanghera fangosa, è riuscita a diventare la protagonista indiretta della vicenda che hai raccontato ed a farci sorridere, in un momento in cui il sorriso non risulta essere cosa semplice.
Ti ringrazio infinitamente per questo
Afrodite T 03/01/2021 - 11:20
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Ciao Giuseppe e buon anno!
Sei veramente incredibile, concordo con altri autori che mi hanno preceduto. Grande fantasia e capacità immaginativa la tua, leggendo questo breve racconto mi è parso di vedere la trama di un cortometraggio.
Bravo, un bel modo per cominciare l'anno, suscitando ilarità...e non è poco di questi tempi
Sei veramente incredibile, concordo con altri autori che mi hanno preceduto. Grande fantasia e capacità immaginativa la tua, leggendo questo breve racconto mi è parso di vedere la trama di un cortometraggio.
Bravo, un bel modo per cominciare l'anno, suscitando ilarità...e non è poco di questi tempi
PAOLA SALZANO 03/01/2021 - 10:50
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Complimenti per l'originalità del racconto, come già sappiamo sai scrivere molto bene e quel che ci racconti, sovente, ci coinvolge in una sanissima ilarità!
Maria Luisa Bandiera 03/01/2021 - 08:20
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Un po’ “Tenet” con Christopher Nolan e un po’ l’Amadeus di Forman: “Qui ogni cosa va all’indietro. Qui si cammina all’indietro, si danza all’indietro, si canta, si discorre all’indietro, lo sai? Qui la gente scoreggia all’indietro (Wolfgang Amadeus Mozart). Ma con l’originalità di un bambino. Tanti complimenti
Mirko D. Mastro(Poeta) 03/01/2021 - 06:57
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Un tuffo all'indietro, raccontato magistralmente e tessuto su un canovaccio del tempo tra belle intuizioni narrative e, credo, tra tenere nostalgie appaganti.
Sereno 2021!
Sereno 2021!
Aurelio Zucchi 02/01/2021 - 23:24
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Santa, Anna Maria e Barbara vi ringrazio assai assai.
Normalmente i miei lavori escono dal mio cilindro. Stavolta, eccezionalmente da una pozzanghera. Giorni fa ha piovuto a dirotto nella mia città e, mentre stavo andando a fare la spesa... una pozzanghera attira la mia attenzione dandomi modo di rammentare un episodio risalente a quando ero piccino picciò. Mi piace "sguazzare" nei ricordi.
Normalmente i miei lavori escono dal mio cilindro. Stavolta, eccezionalmente da una pozzanghera. Giorni fa ha piovuto a dirotto nella mia città e, mentre stavo andando a fare la spesa... una pozzanghera attira la mia attenzione dandomi modo di rammentare un episodio risalente a quando ero piccino picciò. Mi piace "sguazzare" nei ricordi.
Giuseppe Scilipoti 02/01/2021 - 22:54
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Insomma anche questa volta hai scatenato la fantasia!!! Tutto è bene quel che finisce bene...evviva anche le nonne!Bravo Giuseppe , come sempre del resto!!!
barbara tascone 02/01/2021 - 20:41
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Caro Giuseppe, in questo delizioso racconto, traspare chiaramente la tua passione cinematografica e mi fa pensare a quando il film si arrotola al contrario. Da questo spunto la tua grande fantasia ha tirato fuori dal cilindro un racconto godibile e scritto con la tua solita bravura!
Buon Anno Giuseppe
Buon Anno Giuseppe
Anna Maria Foglia 02/01/2021 - 20:24
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....e come si fa a non ridere, ma non perchè sia una barzelletta, ma perchè la tua fervida fantasia tocca veramente dei livelli straordinari. Immagino la pazienza a scrivere tutte quelle parole al contrario. Mi consola il finale, no perchè a molte persone capita anche che la giornata storta comincia e storta finisce. Comunque bravissimo ed originale come sempre.
santa scardino 02/01/2021 - 19:30
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