Guardo una stella cadente e penso ad un desiderio da esprimere.
Non mi viene in mente niente!
Allora chiudo gli occhi ché la parola desiderio racchiude in sé il consiglio di far a meno delle stelle.
De-sider. Senza stelle.
Forse perché le stelle sono la cosa più lontana da noi che crediamo di conoscere, mentre i desideri sono talmente nascosti nel nostro intimo da essere quasi invisibili.
Desiderare senza stelle, ché la flebile luce di quella trama celeste già ci distoglie e distrae. Ma molto più delle stelle, ciò che ci distrae, è qualcosa di ancora più intimo, il nostro pensiero, le nostre considerazioni.
Ed è lì chiara nella sua etimologia la spiegazione: il contrario di desiderare è considerare.
Con-sider. Con le stelle.
Perché le stelle ci guidano, le leggiamo dalla notte dei tempi e ci danno buoni o cattivi auspici. Ci guidano. Sono la rappresentazione della realtà, i dati certi. Sempre là, quasi immutevoli.
Cosa c'è di più incerto di un desiderio?
Cosa c'è di più sicuro di trovare nel cielo la luce immobile della Stella Polare?
Guardar le stelle, quindi, per scrutare qualche segno, un riferimento, da tenere in considerazione per sapere come comportarci, per sapere se i nostri desideri diverranno realtà, se la nostra meta è vicina, se gli Déi ci sono propizi e invece, così totalmente immersi nella logica dei pensieri, non accorgersi di aver già smesso di sognare.
Ma quanta cultura abbiamo perso per strada se duemila anni fa sapevamo già che far troppo di conto sbriciola i sogni ed ora non lo ricordiamo più? Almeno io mi sento di non saperlo fare quasi più!
Tutto sommato è un baratto piuttosto sconveniente cedere le incertezze per avere un chilo di paure da mettere sul piatto del ragionamento.
È sconveniente guardarsi intorno senza guardarsi dentro.
Considerare i segni è un primo passo per uccidere i sogni.
Ricordandosi inoltre che, in fin dei conti , è la realizzazione di un desiderio a decretarne la morte.
E avanti il prossimo.
Che tanto è uguale.
Anzi è minore.
Allora, cara stella, io non lo so più se ti svelo i miei desideri, quelli che a forza di far calcoli non saprei neanche più riconoscere bene, quelli che a pensarci , con gli anni, stanno lasciando il posto al desiderio perfetto.
Anzi se non ci penso su cambio idea e te lo svelo il mio desiderio perfetto:
una notte stellata senza pensieri.
Non mi viene in mente niente!
Allora chiudo gli occhi ché la parola desiderio racchiude in sé il consiglio di far a meno delle stelle.
De-sider. Senza stelle.
Forse perché le stelle sono la cosa più lontana da noi che crediamo di conoscere, mentre i desideri sono talmente nascosti nel nostro intimo da essere quasi invisibili.
Desiderare senza stelle, ché la flebile luce di quella trama celeste già ci distoglie e distrae. Ma molto più delle stelle, ciò che ci distrae, è qualcosa di ancora più intimo, il nostro pensiero, le nostre considerazioni.
Ed è lì chiara nella sua etimologia la spiegazione: il contrario di desiderare è considerare.
Con-sider. Con le stelle.
Perché le stelle ci guidano, le leggiamo dalla notte dei tempi e ci danno buoni o cattivi auspici. Ci guidano. Sono la rappresentazione della realtà, i dati certi. Sempre là, quasi immutevoli.
Cosa c'è di più incerto di un desiderio?
Cosa c'è di più sicuro di trovare nel cielo la luce immobile della Stella Polare?
Guardar le stelle, quindi, per scrutare qualche segno, un riferimento, da tenere in considerazione per sapere come comportarci, per sapere se i nostri desideri diverranno realtà, se la nostra meta è vicina, se gli Déi ci sono propizi e invece, così totalmente immersi nella logica dei pensieri, non accorgersi di aver già smesso di sognare.
Ma quanta cultura abbiamo perso per strada se duemila anni fa sapevamo già che far troppo di conto sbriciola i sogni ed ora non lo ricordiamo più? Almeno io mi sento di non saperlo fare quasi più!
Tutto sommato è un baratto piuttosto sconveniente cedere le incertezze per avere un chilo di paure da mettere sul piatto del ragionamento.
È sconveniente guardarsi intorno senza guardarsi dentro.
Considerare i segni è un primo passo per uccidere i sogni.
Ricordandosi inoltre che, in fin dei conti , è la realizzazione di un desiderio a decretarne la morte.
E avanti il prossimo.
Che tanto è uguale.
Anzi è minore.
Allora, cara stella, io non lo so più se ti svelo i miei desideri, quelli che a forza di far calcoli non saprei neanche più riconoscere bene, quelli che a pensarci , con gli anni, stanno lasciando il posto al desiderio perfetto.
Anzi se non ci penso su cambio idea e te lo svelo il mio desiderio perfetto:
una notte stellata senza pensieri.
mf
Racconto scritto il 21/07/2021 - 11:24
Letta n.570 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Un bel desiderio realizzabile lasciando liberi i pensieri di rinnovarsi senza guardare indietro!
genoveffa genè frau 21/07/2021 - 22:44
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