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Ispirato alla voce dall’altro capo del telefono

Nel borghetto in cui vivo, dove i miei bambini vanno a scuola e mia moglie ha un lavoro part-time, dove scrivo… per la barba di Giosafatte, suona!!!
Abbiate pazienza, proviamo:


Nel borghetto dove vivo,
dove i bimbi miei vanno alla
scola e la mia signora lavora,
dove sul far della sera scrivo


Non so a voi, ma a me pare che “scola” stia in questo incipit come il cacio sui maccheroni.
Nel borghetto dove vivo, dicevo, mia suocera ha una drogheria che sta lì da tre generazioni; anche negli arredi e nella gestione. Quattro mesi fa, una sera, viene e mi chiede di aiutarla a ringiovanire il sito (avrei potuto usare “negozio”!!!) e io, sorpreso ma ben più compiaciuto, acconsento di buongrado.
Ma da subito appare chiara la sorte che toccherà a “OS- Orzo e Scorzonera”: questo è un negozio dove non c’è scambio di idee, senza linfa, dove alcuni fornitori da tempo mancano ma non mancano a caso… mancano perché appare essere un sito un po’ ripiegato su sé stesso. Non inteso come una conduzione volta su sé stessa riflettendo, meditando, con l'idea di concentrazione intensa e chiaramente volontaria ma a vederla dal di fuori sembra passiva e alienata da tutto ciò che la circonda. E dal di dentro in parte è così. Tanto dipende dalla mancata gestione, dalla mancata guida di una donna oltre la mezza età che dovrebbe solamente lasciarsi aiutare a sistemare delle cose: nella disposizione delle scaffalature bisognerebbe metterci mano, migliorare l’interazione coi clienti… almeno questo andrebbe fatto. E poi con lei non c’è la possibilità di muoversi liberamente, di avere qualche iniziativa chessò di fare la vetrina a tema del mese un po’ diversa perché lei non accetta idee nuove. Poi se ne può anche discutere, è cosa certa… magari le si propone di approntare una vetrina che per lei non è adatta, però se ne parla cercando qualcosa che possa accontentare gli uni e gli altri. Invece è tutto fermo alle solite quattro stagioni, forse anche per pigrizia perché poi noto che lei in altre cose si dà completamente: per il suo orticello, per la casa anche per le siepi del suo giardino.
Deduco non ci sia soluzione, deduco non mi resti altro che abbandonare l’impegno. E deduco anche questo, purtroppo, sia il filo di trama.
A proposito di filo... dopo essermi distratto, disorientato dall'interruzione della consequenzialità del mio principale pensiero vorrei dunque riprendere il discorso


Nel borghetto in cui vivo,
dove i bimbi miei vanno alla
scola e la mia signora lavora,
dove sul far della sera scrivo
sono stato troppo precipitoso
nel pensare che potessero
le cose tornare al loro posto
sotto questo cielo afoso…




(da “La mente vede quello che sceglie di vedere” -18 agosto 2021)




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Racconto scritto il 19/09/2021 - 19:26
Da Mirko D. Mastro
Letta n.653 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Ops: si rischia

Ralph Barbati 22/09/2021 - 18:12

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E ti devo salutare anche io. Vedi dove gli attori sono scadenti, nessun regista se li tiene pacatamente. Li caccia via qualora durante i provini non sia emersa la voglia di crescere e far crescere l’arte.
Con le tue idee di rischia di addormentare le platee e di abbassare il livello dell’arte. Fino al limite in basso superato il quale uno dice: ma perchè ho perso 6 mesi della mia vita e per chi?
Ci vuole un saluto , Mirko, quando le tesi sono troppo distanti. Ti abbraccio, dunque e buona poesia, come dice JCG.

Ralph Barbati 22/09/2021 - 18:10

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Sempre puntuale e troppo buona Santa, grazie

Mirko D. Mastro(Poeta) 22/09/2021 - 05:51

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Come per tutte le cose penso occorrano passione e moderazione. Un regista deve avere le redine, ma anche pacatezza ed equilibrio verso gli attori...il risultato così non potrà che essere un ottimo film.
Ti saluto Ralph

Mirko D. Mastro(Poeta) 22/09/2021 - 05:50

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Ti leggo sempre sicura che mi piacerà e infatti non mi sbaglio. Un affettuoso abbraccio! E come al solito ti chiedo scusa per il ritardo, ma non dimentico!

santa scardino 22/09/2021 - 01:03

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Gentile Mirko, a me pare che nella drogheria di cui parli, sia entrato taluno che la voleva comprare e ricostruirla in altro modo correndo i relativi rischi. È stato cacciato a malo modo.
Io però non mollerei. Qualcosa si può fare: buttare via la merce putrefatta e fermando all’uscio il fornitore non adeguato. Come fanno le redazioni obiettive dei giornali di pregio: mica scrive chiunque …vendere è un’arte e scrivere deve chi lo sa fare. Polemico il mio dire o è verità?

Ralph Barbati 21/09/2021 - 18:52

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Mi trovi d'accordo Ralph, grazie per i vostri pensieri Jean e Maria Luisa

Mirko D. Mastro(Poeta) 21/09/2021 - 04:54

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Sinceramente penso che la mente vede ciò che sceglie di vedere ed è un bene che sia così in quanto si creano tanti punti di vista su cui discutere. E' la libertà che lo esige. E, se la discussione è serena, le cose tornano sempre al loro posto. Che ne pensi?

Ralph Barbati 20/09/2021 - 19:31

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Bello il racconto e bella l'analogia.
Mi unisco al 100% al commento precedente e a te dono le mie 5* anche se so che non serviranno molto a neutralizzare le solite discutibili azioni dei personaggi senza nome e onore che nulla hanno a che vedere con questo sito e la vera poesia.

Maria Luisa Bandiera 20/09/2021 - 07:49

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Tutto cambia e il concetto di essere in un negozio di dolciumi poetici e comprare altro è oramai stabile e definito. Tutte queste realtá hanno subito un'involuzione tale da pregiudicare la loro esistenza stessa. Vale il concetto di farsi un blog dolciario personale dove vendere ciò che piú piace. D'altronde non si possono vendere robe che non appartengono in modo puro al concetto poetico dolciario.
Ognuno tira acqua al proprio mulino. Mi dispiace dirlo ma il dio della poesia è svanito nei meandri mentali degli egoismi personali.
Che bella che era la "scola" in cui in modo elementare si entrava in classe con le caramelle poetiche in tasca. Quelle buone da scartare e mangiare con gli amici compagni di banco. Viviamo on demand oramai e tutto è preconfezionato per la soddisfazione singol mental. È arrivata l'ora di tirare i remi in barca e in barba alle caramelle poetiche che oramai si gustano solo nei ricordi dei vecchi. Buon far della sera Mirko e buona poesia.

Jean C. G. 20/09/2021 - 03:25

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