Invisibile
Non le aveva mai rivolto così tante parole tutte insieme e quello sembrava proprio un invito.
"Era la più grande trapezista di tutti i tempi…”
Un velo di tristezza e quegli occhi marrone densi e caldi come la cioccolata la guardavano seri.
Miravano dritti agli occhi di Paulette. Di un azzurro smarrito che celavano un insostenibile turbamento.
Mentre le si contorcevano le budella e della saliva era rimasta solo un deserto sabbioso formulò l’unica risposta che sarebbe stata in grado di dare:
"Vengo volentieri".
Thomas era un maschio che la sfiorava solo nelle sue fantasie ma sembrava consumarsi da un rimorso che lo castrava.
In fin dei conti non pretendeva granché......Solo che lui si accorgesse di lei. Non soltanto quando l'afferrava nell'aria, lassù in alto sotto il tendone, mentre volteggiava.
Era autunno e i raggi del sole li schiaffeggiavano a intermittenza tra quelle viuzze strette di Marsiglia.
Le mattonelle in porfido erano una sfida per i suoi piccoli piedi, ma il sorriso di Thomas alle sue incertezze la distraevano ancora di più e sarebbe potuta cadere una, dieci, cento volte.
"È qui vicino ".
Thomas le prese la mano con dolcezza e lei ci scivolò dentro.
Superarono il cancello, enorme e in ferro battuto e iniziarono a percorrere spediti il vialetto. Paulette arrancava, Thomas l’aspettava. Dovevano essere arrivati e davanti a loro non poteva che essere lei.
Thomas si fermò e Paulette, finalmente, la vide.
Quel sorriso Duchenne.
La foto in bianco e nero.
Il marmo consunto e opaco, lo spazio sempre a disposizione per lasciare un mazzo di fiori di tarassaco.
"Era la più grande trapezista di tutti i tempi…”
Un velo di tristezza e quegli occhi marrone densi e caldi come la cioccolata la guardavano seri.
Miravano dritti agli occhi di Paulette. Di un azzurro smarrito che celavano un insostenibile turbamento.
Mentre le si contorcevano le budella e della saliva era rimasta solo un deserto sabbioso formulò l’unica risposta che sarebbe stata in grado di dare:
"Vengo volentieri".
Thomas era un maschio che la sfiorava solo nelle sue fantasie ma sembrava consumarsi da un rimorso che lo castrava.
In fin dei conti non pretendeva granché......Solo che lui si accorgesse di lei. Non soltanto quando l'afferrava nell'aria, lassù in alto sotto il tendone, mentre volteggiava.
Era autunno e i raggi del sole li schiaffeggiavano a intermittenza tra quelle viuzze strette di Marsiglia.
Le mattonelle in porfido erano una sfida per i suoi piccoli piedi, ma il sorriso di Thomas alle sue incertezze la distraevano ancora di più e sarebbe potuta cadere una, dieci, cento volte.
"È qui vicino ".
Thomas le prese la mano con dolcezza e lei ci scivolò dentro.
Superarono il cancello, enorme e in ferro battuto e iniziarono a percorrere spediti il vialetto. Paulette arrancava, Thomas l’aspettava. Dovevano essere arrivati e davanti a loro non poteva che essere lei.
Thomas si fermò e Paulette, finalmente, la vide.
Quel sorriso Duchenne.
La foto in bianco e nero.
Il marmo consunto e opaco, lo spazio sempre a disposizione per lasciare un mazzo di fiori di tarassaco.
Racconto scritto il 04/12/2021 - 13:13
Letta n.517 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Grazie tante Angela
Moreno Maurutto 07/12/2021 - 11:09
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Racconto che coinvolge Letto con piacere
Angela Randisi 06/12/2021 - 21:40
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Grazie tante Maria Luisa.
Una storia invisibile in più sensi...
Una storia invisibile in più sensi...
Moreno Maurutto 04/12/2021 - 20:17
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Racconto carico di suspense dall'inizio alla fine, è scritto in modo tale da scatenare una incredibile curiosità di ciò che si sta leggendo.
Apprezzato molto.
Apprezzato molto.
Maria Luisa Bandiera 04/12/2021 - 17:49
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Grazie tante Mirko!
Moreno Maurutto 04/12/2021 - 16:54
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La descrizione dei personaggi mi ha conquistato...splendido
Mirko D. Mastro 04/12/2021 - 14:05
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