Prosa poetica (tra imbuti scoscesi, giogaie e soffitti elisi)
di ago e filo nella sera.
Nell’altra stanza il poeta,
tra voli di inchiostro e profumo
di grafite sulla carta, attende quei
versi uscire dai silenzi
che non ce l'hanno fatta.
Che non sei tu, poeta, a cercare
le parole... sono loro a venire a te.
Indossava la grazia con eleganza, tenendo nascosta la sua fragilità.
Toccandosi i capelli scioglieva poi ogni dubbio… rinunciai
ad accordare la poesia che avevo dentro
coi pensieri che mi sapeva suscitare lei.
Quando vuole cambiare d’abito, mi sussurra all’orecchio.
Lei, la poesia. Io… la assecondo.
Oggi, al contrario di allora, non ho più paura di una
donna che legge un libro seduta in un angolo.
Dicono che la vita sia un viaggio, allora non lasciarla andare poeta.
Corri da lei e amala, ma non amarla solo tra le pieghe dei tuoi versi.
Mi sono sentito solo per troppo tempo… ogni
otto di maggio con un tulipano
per mamma, per mia sorella un giglio.
Da poco ho compreso che papà non ha smesso
di occuparsi di loro lasciandoci anzitempo,
e che c’è dell’altro dietro un figlio.
Ora riesco a vedere quel nodo in fondo alla
gola che non si può che carezzare col ricordo.
Il coraggio di sopravvivere aveva quel gusto
di solitudine, poeta… oggi, solo di ricominciare.
Racconto scritto il 14/12/2021 - 05:37Voto: | su 5 votanti |

santa scardino
15/12/2021 - 21:03
Mirko D. Mastro
15/12/2021 - 14:10 
Margherita Pisano
15/12/2021 - 12:33 La magia del cuore che suggerisce, che canta il calore di un amore terreno quasi eterno.
ALFONSO BORDONARO
14/12/2021 - 20:59 
Mary L
14/12/2021 - 16:15 
Mirko D. Mastro
14/12/2021 - 14:39

FADDA TONINO
14/12/2021 - 09:09 Apprezzatissimo!

Maria Luisa Bandiera
14/12/2021 - 07:35




