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Capodanno

Capodanno


È capodanno, sto per venire alla luce ma ho il cordone ombelicale attorcigliato al collo, non c’è tempo da perdere, potrei morire e invece eccomi qua, sono blu ma viva, mi mettono in braccio a mia madre, e io che ho tanta fame, le succhio le labbra.
Sono nata da poco e tutti sono lì a guardarmi attraverso il vetro di questo reparto di ospedale. Vicino a me ci sono tanti bambini, strillano, piangono, io sono tranquilla nella mia tuta rossa.
Voglio la mamma, le infermiere mi sbatacchiano, mi cambiano il pannolino, sento un profumo di talco. La mamma è a letto e le infermiere mi portano da lei, lei mi prende in braccio e mi attacca al suo seno, questo latte è buonissimo.
Siamo a casa, mamma e papà mi coccolano tanto, mi parlano e io rispondo come posso. Comincio a parlare dicendo da da da.
Poi passano i mesi e dico già mamma e papà. Non so ancora camminare e non gattono, mia mamma mi aiuta a stare in piedi, mia nonna mi fa fare i primi passi, con lei mi sento sicura, ogni tanto cado a terra ma so mettere le mani avanti.
Ormai ho due anni e so parlare bene, dicono che sono una chiacchierona.
All’asilo le maestre sono affettuose anche se ogni tanto strillano.
Ho le mie amichette, ogni tanto vengono a casa con le loro mamme e ci divertiamo molto. Il tempo passa in fretta ed ora ho sei anni e mamma e papà litigano spesso, anche se fanno finta di niente, io lo so che la mamma è triste. Un giorno glielo chiedo “ mamma perché sei triste?”
La mamma non risponde, si mette a piangere. Così un giorno io e mamma andiamo via, andiamo da nonna, papà non dice nulla, nemmeno ci saluta. Nonna ci accoglie con un sorriso, mamma e nonna parlano tanto ma io non capisco molto, capisco solo che mamma ha una grande valigia e quindi rimarremo molto da nonna.
Vedo papà a giorni alterni, quando sono con lui mi continua a dire che mamma non gli vuole più bene, non capisco : mamma non vuole bene a papà e allora che succede?
Mamma è arrabbiata con papà perché ha sentito cosa mi ha detto.
Lei dice che non è così ma è solo che papà le dice bugie. Io voglio bene a tutti, il mio papà che sembra smarrito e la mia mamma che sembra agguerrita. È successo tutto così in fretta che non sono in grado di capire come sentirmi, ogni tanto piango e poi mi sento meglio, ma anch'io sono arrabbiata. Inizia la scuola, una nuova scuola, siamo andati a vivere in un paesino molto carino, mamma aveva preso un furgone ed ha preso la sua roba da papà, gli ha praticamente svuotato casa, infatti, per ora, quando vado da papà sento una strana sensazione di vuoto, un po’ perché non c’è mamma ma anche per la casa vuota.
A volte vorrei urlare ma non lo faccio, e allora mi isolo e piango un po’. Mamma mi dice che non devo aver paura di tirare fuori quello che sento, vorrei dirle che sono arrabbiata con lei ,ma in realtà non lo sono davvero.
Mamma ed io abbiamo iniziato una nuova vita , adesso lei lavora e con me c’è nonna, mi far stare bene, io adoro mia nonna. A scuola sono molto amica di una bimba che come me viene da un altro paese. Sono brava a scuola e mamma e papà sono contenti. Papà è molto attento ai miei voti e mi dice che 9 è poco come voto, mamma si arrabbia e mi dice che non è vero. Un giorno tornando da scuola trovo a casa un cucciolo di cane, mamma l'ha preso per me, sono felicissima. La cucciola la chiamo Dorothy. Ora non mi sento più sola con la cuccioletta vicino a me. Dormiamo insieme. Mamma non è più arrabbiata con papà, finalmente parlano come due amici. Sono felice, finalmente le cose vanno per il verso giusto. Dorothy gioca con me, mi fa tante feste, ogni tanto combina qualche danno per cui mamma si arrabbia ma è dolcissima.
Sono molto contenta di avere un cane tutto mio. Anche mamma è allegra e papà è più sereno.
Certo mi spiace non vederli insieme, ma non è poi così brutto essere figlia di genitori separati. A Natale ho ricevuto due regali, ed anche al compleanno, uno da papà e uno da mamma. Ok in realtà mi riempiono di regali. Forse mi sono abituata a stare un po’ con papà e un poco con mamma. Non sento più il bisogno di piangere. Alla fine sono serena, vado bene a scuola, ed ho tanta fantasia, è la fantasia ad aiutarmi a non pensare troppo alla realtà.
Mi rifugio spesso in un mondo tutto mio quando gioco e mi diverto molto ad inventare storie.
Vorrei che mamma tornasse con papà, ma so che non è possibile, un po’ ci spero sempre. Io penso che a papà farebbe piacere, non so a mamma, non riesco a capirlo.
Sì, è vero quello che dice mamma a volte, cioè che papà è pesante, ma è anche un bravissimo papà.
Mi reputo una bambina forte, ma fragile in alcuni momenti, ad esempio non sopporto chi scherza, non amo essere presa in giro, e po’ sono testarda, nonna dice determinata.
Mi sento cresciuta, sono grande ormai, non voglio più le coccole come prima, anzi a volte mi danno fastidio troppe smancerie.
Mi piace molto scrivere, allora scrivo racconti, piccole poesie, facendo finta di essere una scrittrice.
Mamma mi lascia usare il suo Pc.
La scrittura è uno sfogo per me, mi sento meglio dopo aver scritto qualcosa.
È la cura contro tutti i pensieri negativi.
E allora scrivo, scrivo tanto finché non sento la pace e la serenità.
Vorrei solo che mamma fosse felice, non la vedo sorridere molto, ultimamente è sempre triste.
Un giorno mi ha detto che la sua è una malattia, la malattia della tristezza l’ha chiamata. E mi ha detto che prende delle medicine per curarla. Allora cerco di farla ridere anche se è difficile strapparle un sorriso, alla fine ci riesco, lei sorride un po’ e fa sorridere anche me.
Vorrei dirle che mi prenderò cura io di lei. Vorrei che magicamente guarisse da questa tristezza, ma per ora mi accontento di un sorriso. Sul mio diario segreto ho scritto che mamma ha bisogno di ridere di più , è solo un promemoria. Ho fatto un elenco di cose da fare per farla ridere. A quelle che funzionano ho messo una x. Mamma, quando è triste, non gioca molto con me, ma il mio piano è quello di coinvolgerla sempre. A volte un suo sorriso è come un miracolo, un miracolo silenzioso, il suo volto si illumina e io sono felice. Sul mio diario annoto anche quello che la rende triste, penso così di poterla aiutare meglio.
Lo so, ho solo otto anni, ma già ho capito tante cose dei grandi, gli adulti, sono complicati ma riesco a capirli abbastanza bene.
E quello che ho capito è che hanno bisogno di noi, bambini, per tornare ad essere felici e senza pensieri, quando giochiamo insieme anche loro un po’ tornano bambini.
Sono nata il giorno di capodanno, durante gli spari, il giorno in cui tutti si aspettano un anno migliore di quello passato, e anche io mi aspetto che le cose migliorino sempre. Quando sono con papà so che mi divertirò tanto in campagna, con l’altra mia nonna faremo dei dolci o la pizza, sono molto brava in cucina e la nonna è molto paziente. Quando posso mi incontro con la mia amica Myriam e ci divertiamo molto, facciamo i compiti insieme e poi giochiamo, a lei posso dire tutto, allora le racconto di mamma, di come a volte sia complicato farla sorridere, allora ci inventiamo delle barzellette e ridiamo a crepapelle. Nonna, la madre di mia madre, è molto severa a volte anche con mamma, forse si dimentica che lei ha la malattia della tristezza, oppure quello è il suo modo di volerle bene, di certo non la fa ridere , in questo io sono la più brava. Papà capisce mamma, lui la tratta sempre bene e parlano tanto, anche di me, a volte li ascolto di nascosto, sono preoccupati perché sto crescendo troppo in fretta, già, penso di essere abbastanza grande da capire tante cose, ma una cosa mi domando sempre, perché si sono lasciati mamma e papà se alla fine si vogliono bene ? Forse non lo saprò mai, ma per ora l’importante è che stiamo tutti bene.




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Racconto scritto il 22/12/2021 - 11:07
Da michaela gabriele
Letta n.459 volte.
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Commenti


Molto bello il racconto. Mi è piaciuto,anche la parte finale.

Alberto Berrone 22/12/2021 - 20:37

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