Ancora in Viaggio (nonsense, Per la barba di Giosafatte) -9a tappa
Viaggiano con me in poltrone di varia foggia le ombre di Nicola e Paola, quelle di Marco, Anna R. e Alfonso, la sagoma nitida di Adriano. Mirella e Anna C.
Cominciano ad essere numerose le ombre senza il fardello dei dettagli . Ed anche se preferisco di gran lunga la presenza, non sottovaluto le qualità dei dettagli.
Vi narrerò la leggenda della Bella addormentata d’Abruzzo che ancora oggi è capace di incantare chiunque ne venga a conoscenza…
La ninfa Maja, madre del gigante Ermes, a seguito delle gravi ferite riportate dal figlio in battaglia, si addentrò nel Gran Sasso alla ricerca di un’erba miracolosa che gli avrebbe potuto salvare la vita.
Ma in quel periodo la montagna era coperta di neve e Maja fallì; al suo ritorno nella grotta non potè che seppellire il figlio. Disperata, iniziò a vagare senza meta fino ad accasciarsi esanime sul monte al quale i pastori che la trovarono diedero nome Majella. La gente del luogo narra che tutt’oggi, quando il vento sfiora le pareti scoscese, è possibile udire i lamenti di una madre.
Ho pensato di accostarti la poesia Nonsense (la pura e semplice costruzione dell’illogico) che gioca sul corpo sonoro delle parole. Gli aspetti formali di questa poesia sono il metro (5 quinari e 3
decasillabi) e le rime (baciate e alternate). Nella poesia nonsense il poeta si rifiuta di produrre un senso e lascia spazio all’interpretabile.
Nel mentre scriverò…
Perdiana, l’arco
è, oh perbacco
dentro un sacco.
Col tuo tacco
delle scarpe blè.
Avrei da aprire un passito,
e non trovo Diana né il gilet.
Penserà che io sia obito!
Allora Luca, prenderai posto accanto a me?
L’ispettore del racconto giallo, col curapipe e il suo pigino nella tasca del paltò, appunta sul taccuino: da Il Vaporetto di Alfonso Gatto si potrà leggere
Notte sull’aia,
il cane abbaia
la luna è sola,
non c’è parola
bella così.
Ed il pompiere con la sirena
trova nel mare, sapete chi?
Il palombaro solo che cena.
(Marcetta)
Corre l’anno 2022, invito a salire in carrozza per Di Paolo Luca.
Dite con me, amici: <Ispettore, quel D. Mastro è innocente. Gli lasci proseguire il viaggio…>.
A cassetta mi sta seduto accanto un album di ricordi con le fotografie di chi è stato con me nel precedente viaggio da sfogliare con quello stupore nel guardare al lavoro el garzòn del prestinèe con la bicicletta fornita di gerla… nel Lazio cascherino. E lo scrivo dietro alla foto di L. Azzurra.
Ogni mattina distribuiva alla clientela varie forme di pane fragrante e grissini che inondavano con il loro profumo le strade. Un poco di dolcezza non guasta.
Ah, se tornassero i brumisti...
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Bellissimi i versi nonsenso e non da meno gli ultimi.non so far disanime... dico ciò che provo leggendo.