Dopo venticinque anni è stato stupendo pranzare insieme.
Certo, è durato poco ed è sembrato anche di meno tanto il tempo è volato via.
Prima di entrare nel locale ci sono stati autentici momenti di gioia. Avevamo entrambi voglia di tuffarci nel passato, i modi di dire che avevamo, e quel suo cercare di finire le frasi che iniziavo anticipando quello che volevo dire, o dicendolo insieme come in un coretto.
E' stato un modo per tranquillizzarci a vicenda. Si sa che in momenti di tensione o si parla poco o troppo, il nostro era un parlare soprattutto teso a confermarci che eravamo proprio noi.
Certo, erano passati anni, ma la sostanza era la stessa.
A chi ci avesse visto in quei pochi minuti prima di arrivare al locale avrebbe raccontato di due scemi che ridevano e scherzavano, come bambini ai quali era stato ridato il gioco che avevano perso!
Appena seduti, mi ha detto:
“Bisognava rivederci. “Per forza!”
“E ora non lasciare passare venticinque anni per la prossima volta!” - le ho risposto.
“No, no! “Ogni settimana... ahahaha!”
Una grande atmosfera! Non abbiamo mai smesso di parlare, tanto che non so come abbiamo potuto anche mangiare.
Nell'osteria, dal brindisi iniziale col vino al caffè, un parlare ininterrotto.
Se non fossimo andati via per l'appuntamento che aveva col caldaista, avremmo chiuso con i proprietari.
Finale con una passeggiatina nella città vuota con auto ferme che ci guardavano in silenzio e vecchi muri che proponevano nuovi eroi.
E dopo nient’altro.
“Il tempo non è mai passato ” mi ha detto e mi ha salutato. Non ci siamo girati subito e dopo pochi metri mi ha mandato un bacio con la mano e fatto ciao.
Davvero ci sono giornate che rimangono indimenticabili e questa sarà una di quelle. Per me lo sarà! Come molte altre prima passate con lei.
Spero che ci siano altre di occasioni. Lo abbiamo detto anche alla fine di quell'ora abbondante passata insieme. Sembrava che ci fossimo visti il giorno prima, sembrava che ogni discorso, ogni parola, fosse cominciata venticinque anni fa e conclusa oggi. E continuata, spero, domani.
In una lettera le scrissi, quando smettemmo di vederci, che era stata una delle persone più importanti che avevo conosciuto nella mia vita.
Non posso, a venticinque anni di distanza, che confermarlo.
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