Sì, divertirsi, perché al di là della serietà che all'epoca ritenevo potesse scaturire da un impegno al servizio del bene comune, c'era la possibilità di fare conoscenze, di instaurare rapporti, di appagare la propria voglia di protagonismo e di essere, bene o male, un pubblico ufficiale.
Non starò a raccontare le ben note storie legate alle schede annullate per i motivi e le scritte più fantasiose: la fetta di salame nella scheda l'abbiamo trovata più volte; la scritta “Tizia è una troia” anche; improperi assortiti all'attenzione dei vari politici erano all'ordine del giorno.
Ma la figura più inutile e ignobile era quella del rappresentante di lista: in genere si trattava di qualcuno che doveva o chiedeva un favore al partito che rappresentava. Quindi livello culturale e morale generalmente scarso o inesistente. Unico suo compito: stazionare nel seggio e “vigilare”: cosa che si guardava bene dal fare!
In particolare ricordo un rappresentante per l'ormai defunto PSI che non si era presentato all'apertura del seggio, e non si presentò neppure durante la giornata del lunedì. Arrivò solo a spoglio ultimato chiedendo la dichiarazione da presentare al lavoro per giustificare la sua assenza dovuta a “motivi elettorali”!
Se c'è una tipologia di persona che odio è il “furbetto”. Nel verbale avevo registrato la sua assenza e dunque, malgrado le sue minacce, i suoi piagnistei, il suo esagitarsi, non rilasciai la dichiarazione richiesta perché sarebbe stato un falso, ed io ero in quel momento un pubblico ufficiale.
Ebbene: è stata l'ultima volta che mi hanno chiamato a svolgere una qualunque funzione elettorale.
Ma di lì a pochi anni sono stato io a scegliere di non mettere più piede in un seggio in qualità di elettore! Sono una persona seria, io!
Voto: | su 2 votanti |
Stupidotti quelli che scrivono insulti, convinti magari che le loro schede le leggano i ministri.
Ben scritto.