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Hydrusa nel tempo delle gocce

«Era il tempo delle gocce e un senso recondito di freddo scendeva dalle caverne segrete del mondo del mai…»


Sognava ancora il cavaliere della sua Iscandar e ogni cosa intorno giaceva inerme, le lacrime delle stalattiti sfioravano le terre e Hydrusa piangeva in silenzio per non svegliare il suo signore.
L’elsa della spada d’acciaio era spezzata dalla lama e dormiva accanto allo spirito antico.
Nelle profondità dei perché gli universi si mescolavano e il soffio eterno dei venti di levante spazzava il silenzio delle grotte del mai.
L’eco del ticchettio delle lacrime di Hydrusa ondeggiava come un suono celestiale negli anfratti e l’elmo del cavaliere se ne stava accanto a Iscandar in un refluo ondeggiare donato dal movimento dell’aria.
Tutto viveva e moriva allo stesso istante e tutto negli occhi di cristallo di Hydrusa che lasciavano cadere le gocce dei sogni senza mai smettere.
Ella osservava il sonno del cavaliere da mille e mille e mille anni mentre arbusti di cedri e ninfee danzavano nei laghi sotterranei dell’amore perduto.
L’acque limpide lasciavano il risciacquo umido dei dolori sulle spiagge inesistenti delle conchiglie dorate e il sole nero delle grotte incantate irradiava ogni luogo con i suoi raggi di luce invisibile e scura al tempo stesso.
Sulle pareti di roccia immagini soffuse si muovevano nel lucore dei disegni seguendo gli arcani elementi della sapienza che le aveva impresse.
Hydrusa vegliava, vegliava e piangeva dai suoi occhi di cristallo.


«Dormi mio cavaliere dal nome senza nome,
dormi nel tuo mondo di silenzio,
nel tuo tempo impossibile
nelle tue battaglie perse.
E tu fedele Iscandar non piangere altre lacrime
oltre le mie,
la tua lama ti attende, non ti abbandonerà.
Vivrete ancora nei miei occhi di cristallo,
nelle grotte del mai
dove ogni cosa è quel che è senza essere
e ciò che par essere mai è stato.
Dormi mio dolce cavaliere
e vivi da morto in me,
nelle mie sensazioni,
dalle mie labbra suggi il filtro magico del sapere,
Amami come sempre hai fatto,
stringimi nelle tue braccia
e lascia che queste mie lacrime di ghiaccio
custodiscano i tuoi sogni,
lascia che i miei occhi di cristallo
veglino per sempre su di te».


«Ti sento mi amata Hydrusa
il tuo signore ti ascolta dal suo mondo di morti
la sua anima impalpabile ti stringe a sé
ancora come il tempo del non tempo,
nelle nostre battaglie perse,
nelle tempeste che lambivano
quelle spiagge dorate.
Nei ricordi raccontati dalle conchiglie del mare trasparente,
in ogni ramo dei cedri del sole nero,
nei fiori delle ninfee silenti
nei laghi che tutto circondano.
Lascia che io dorma ancora fino alla fine del tempo
quando dalle anfore di creta
sgorgherà la linfa degli smeraldi
che tutto abbraccerà in un unico
regno d’Amore.
Oh mia Hydrusa se sol potessi ancora sfiorarti
e osservare i tuoi occhi di cristallo…
Ma ora veglia mia amata
veglia sul nostro mondo nascosto
e io dormirò sotto le tue lacrime
sognando quello che nessuno può»


«Mio signore ascoltami…
Ascoltami, sono Iscandar la tua preziosa spada,
ti prego impugnami ancora una volta
prima che i tempi svaniscano.
Sento ancora il rumore delle battaglie,
sento il crepitio delle armature,
fa’ che io viva in te per l’ultima volta,
ti prego partiamo per i mondi dell’inesistenza
e lasciamo queste grotte»


«Dolcissima mia Iscandar
mi laceri il cuore
ma ancora non è giunto il tempo della nostra adunanza,
ti prego pazienta nel tuo brusio d’essere,
pazienta e torneremo insieme.
Quando dagli occhi di cristallo della nostra Hydrusa
non sgorgheranno più lacrime,
io sarò nuovamente
e battaglie e vittorie
irrigheranno i nostri cuori,
ma ora dormi,
dolce mia spada
che anch’io m’addormo nel refolo d’ogni ragione»


«Il silenzio dell’universo scese nelle grotte del mai, quelle dove un tempo indefinito
aveva accolto il sonno dei Titani e che ora vegliava su Hydrusa, Iscandar e il suo cavaliere».




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Racconto scritto il 07/07/2022 - 16:57
Da Jean Charles G.
Letta n.368 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Rimbombo d'antico canto sperduto nel tempo.

Aquila Della Notte 11/07/2022 - 18:12

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Hydrusa, grande capolavoro epico letterario, si palpa l'anima e il sentimento profondo in ogni verso e prende vita nell'immaginario del lettore, mi fermo qua, non c'è bisogno d'altro, il testo parla da solo, complimenti Jean, lo conoscevo questo tuo ma rileggerlo è sempre una nuova emozione!

genoveffa genè frau 09/07/2022 - 09:27

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Mo vi salutu te lu core che agghia sciri cu difendo re Carlu e sonando lu cornu ve lassu na notte stiggiata e na luna stampigghiata

Jean C. G. 08/07/2022 - 19:15

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Battaglie a singolar tenzone...e storie dei pupi siciliani, anche se qui non c'entrano molto , ma è ciò che leggendoti mi hai ricordato!! Un saluto.

Anna Cenni 08/07/2022 - 18:06

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Un incantevole dialogo d’amore tra dama e cavaliere e la sua spada in poesia dove si nota la sapienza del decantare in armonia a trasportarci nel mondo del “mai”.
Piaciuta apprezzata molto.

Maria Luisa Bandiera 08/07/2022 - 15:50

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Ti ho risposto sulla mia... ma concordo con te, certi legami non conoscono parentele.
Mi sono molto affezionata a Hydrusa...
Il tic-chet-ti-o del suo pianto
quale canto d'una ca-sca-tel-la
personaggio fuori d'ogni tempo ma romantico come il suo bel cavaliere
dalla spada animata...
Il tuo è mondo di sogni, dove mi trovo a mio agio...grazie!
Serena giornata, Jean

Marina Assanti 08/07/2022 - 08:58

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Quanto sei caro, Jean.
Nonna Gina non era mia nonna... ma l'ho amata come se lo fosse e so che lei ha amato me. Mi raccontava della sua infanzia, della guerra, cantavamo insieme... ti ho risposto sulla mia, cuore sensibile di cavaliere nobile e buono.
Serena notte... e grazie

Marina Assanti 07/07/2022 - 23:41

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Marina Assanti 07/07/2022 - 19:55

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Corro ad ascoltarla,
grazie infinite... che bellezza...

Marina Assanti 07/07/2022 - 18:33

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Grazie infinite Marina, di vero cuore.
Lascio il link della versione narrata in audio.

https://www.youtube.com/watch?v=5UbQVwkIctM


Jean C. G. 07/07/2022 - 18:16

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...Hydrusa ha gli occhi di cristallo,
io verdi... non versi, non ancora ;)
(terribili i refusi)

Marina Assanti 07/07/2022 - 17:53

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Anch'io, come Hydrusa, e ho degl'occhi versi e non di cristallo... piango.
Piango per la bellezza struggente di questo tuo meraviglioso scritto che ben sposa il mio sentire, adesso e sempre.
Scusa per quanto ti ho lasciato scritto,
ma non sapevo dove farlo e dovevo dirtelo prima di assentarmi non per volontà, ma per necessità.
E non per molto.
Ma leggerti è un toccasana come conosco solo la Musica e poca altra Poesia.
Ciao Cavaliere senza nome, senza tempo e cuore eterno... complimenti
e sempre grazie!

Marina Assanti 07/07/2022 - 17:51

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