Come la terra brama l'acqua così l'arsura dei tuoi gesti arricchì la mia sete.
Vagai in un'ansa della follia inghiottendo il veleno di mille scorpioni nel mio crescente deserto, ti porsi allora il nudo petto attendendo che tu mi dessi morte e nell'attesa vissi morendo.
Poche recalcitranti polveri respirarono il senso del calore nel freddo nascosto del sibillino antro.
Smarrito nell'incipiente finire interrogai le sacre pietre dell'orizzonte e steso sull'ultimo dolmen voltai le mani nel palmo del cielo e attesi.
Fui matita nera d'un tratto dimenticato e pianto d'un geco senza roventi giacigli a cui poggiare ogni sensazione.
Chiesi la via per lo Stige non possedendo alcuna moneta da mordere e, dopo avermi indicato la strada, m'accolsero aprendo le porte…
Dante mi venne incontro maledicendo nere parti che di lui fecero beffa, io lo abbracciai ancor scuro d'anima e gli raccontai di te che non hai nome se non nel nome stesso impronunciabile.
Cenammo con un lume di candela ardente conficcato nel cuore e, mentre la scodella d'un misero desco vomitava il ricordo del veleno avuto, bussò alla finestra dell'anima il cocchiere delle lacrime dell'oceano che con fare agitato ci invitò a liquefarci in fretta e a prendere posto sulla sua carrozza.
Dante cominciò a piangere i suoi persi natali aborrendo trascorsi e recidendosi di netto la testa della sua commedia.
Io la raccolsi e a lui parlai.
«Lascia che il fuoco arda conficcato nel tuo cuore o Sommo esso ti nutre più d'uno sguardo di Beatrice"
Egli raccolse il capo e tenendolo in mano rispose:
«Avrei preferito mille volte morire in anonimato d'amore che cantare della speranza, infine che or per giusto fluido di pozione giaccio rabbioso nei canti ch'io stesso scrissi»
«Anch'io amai e pur condannato simil a te fui che sparsi di conati interiori aspidi in ogni dove seppur senza essi, come pria dissi, non sarei quel che sono e mi par che qui nello sprofondo tal punteruolo a mo' di candeliere infilato nel cuore a noi non reca dolore se non nel già vissuto più morto che esistente»
Dante allora prese il suo capo e me lo porse in segno d'amicizia, ma io lo trattenni dal gesto.
«Sommo dannati or siamo nulla consta far doni se non altro per ingentilire putride carni nostre... a valenza non cale farlo. Trattieni a te ciò che fu di te vivo or che morte cinge corpi e più non piangiamo nostra sorte che reputo il mondo dove vive il nostro intelletto estraneo e malfidente verso noi che a niuno importa delle nostre avvinte spire».
«Allora dimmi anima amica qual fu ragione vera dei tormenti che celano il pulsare di cuori sì straziati da codeste arse ragioni?».
«Tacer dobbiamo Poeta par che l'infero tutto ascolti di noi le tribolazioni. Bevi allora con me le lacrime di questo oceano che ci forma e saremo ovunque ogni fonte brama vita».
"Sì faremo così che più nel riveder ancora stelle or desidero e anelo distese di chete e passate ferite in ruscelli chiudersi allo sguardo mio senile».
«Siamo dunque tanto atavici e stanchi da ardire solo chete? Io scrissi di veleni e d'orchidee nere e d'esse fui viaggio che a te mi condusse. Son stanco pur io ma al cospetto tuo di viver da morto in inferio divenuto non tange più del tangere d'ogni masso che schiacciò il mio cuore».
Dante mi sorrise e con un cenno di mano svanì negli zolfi nebuli di quei luoghi.
E io che fui viaggio... di te ancor domando e lacrimo e vivo morendo se mai valse essere per essere tanto cantore che pur nel vivere di sé anelò morte nel lasciare scritture che mai alcuno seppe interpretare.
Dimani quando un rostro penetrerà bianche pietre e tu sarai nel passo svelto ti prego volgi almeno un istante al nome e leggi di me che umile poeta fui.
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GRAZIE
Io sono entrata in questa tua con una facilità che mi sorprende... ma è la maestria del tuo scrivere e del rapire
anima e cuore di chi legge.
Ho patito con te, credimi, e partecipato a questo tuo sofferto incontro con Dante, anche lui sofferente
del tuo stesso dolore.
Sono diverse le frasi, le parole che mi hanno profondamente colpita, specie nel
discorso tra te e lui e... mi sento quasi d'esser stata indiscreta nell'ascoltarvi... ma mi ha fatto un Bene immenso.
Grazie di cuore, Jean, per aver condiviso questo tuo scritto sublime...
Lo porto nel cuore con me, Poeta!
https://www.youtube.com/watch?v=vY_FOP07ZHQ