«S’accesero ancora senza ardere sul monte dei due volti fronteggianti. Luminescenze d’arcani universi si svegliarono e gli atomi si combinarono fra loro. Eresse l'uragano l'eremo degli inganni e s'accesero senza ardere. Morii nel giorno che non muore, io che avevo la vita di un morto. E scesero dal monte. Senza accendersi arsero per l'ultima volta».
E fiammelle furono chiamate dalla genesi d’ogni genesi.
Piansi così le lacrime delle fiammelle, per mille e mille e mille anni cercando i volti veri celati nel monte e quando compresi la solitudine dei morti piansi anche le loro lacrime. Il monte fu colmo di dolore e all'alba delle domande esso riversò sulla valle le vesti bianche dei puri. E scesero fiammelle per l'ultima volta e io piansi tra i morti senza sapere perché, senza il filo spezzato della vita. Il cielo si fece cupo e il male ordinò alle fiammelle di morire ma esse erano già morte da tempo. E io piansi il male nel suo male, nel suo vestito che ornava la Terra. E piansi tutte le restanti lacrime finché fui spenta candela d'un funereo cero. E scesero dal monte mille e mille e mille fiammelle portandomi in processione verso la fonte della rinascita. E piansi... Perché io ero il pianto della Terra, il pianto dei deboli, degli indifesi, degli esiliati, dei vecchi, degli ultimi. E il mio pianto allora inondò tutte le terre e le acque salirono sino in cielo purificando gli universi. E io piansi... Come piange un bambino in cerca della propria madre.
Oggi comprendo molto meglio ciò che scrivi nel ringraziamento di quando ho iniziato a leggerti. E mi sei sempre lettura preziosissima. Un autentico arricchimento. Grazie Jean, di tutto, serena notte
Marina Assanti 03/09/2022 - 22:28
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Grazie di cuore... Credo che per potersi identificare con la scrittura occorra essere in simbiosi con i moti dell'universo circostante e da questo connubio trasporre alla luce le rielaborazioni interiori. Altrimenti il risultato è caduco edonismo puro figlio dell'egoismo. Inutile ritenersi "scrittori" se non si salta questo ostacolo. Nei vari generi seppur di mera invenzione di storie comunque un bravo autore compare dentro con ciò che è, dà cioè la propria impronta o DNA di scrittura. Buona scrittura sempre a tutti e vogliamo bene alla nostra scrittura perché essa cura.
Jean Charles G. 03/09/2022 - 22:08
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Spesso il poeta piange con gli occhi degli altri!! Molto bella e struggente!!
Anna Cenni 03/09/2022 - 17:52
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Lacrime purificatrici e liberatorie, racconto molto apprezzato.
Maria Luisa Bandiera 03/09/2022 - 17:42
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Lacrime purificatrici e liberatorie, racconto molto apprezzato.
Maria Luisa Bandiera 03/09/2022 - 17:42
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Piangi, per chi più soffre in questa vita. Lacrime a lavare il dolore e le ingiustizie, il Male, le malattie... lacrime per questo e su questo povero mondo. La chiusa è straordinario finale di cupo magnifico e condiviso testo. Durante l'Autunno e l'Inverno, tengo sempre una candela accesa accanto al mio p.c. il pomeriggio e la sera. Un abbraccio, Poeta
Marina Assanti 03/09/2022 - 17:37
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