Il diario della nonna
Da ragazza, verso i sedici anni, mia nonna Orsolina mi regalò un quaderno speciale, aveva una
copertina rivestita di stoffa provenzale, con tutte foglioline verdi e i fogli erano di una carta di buona
qualità a righi, ne erano tanti sembrava quasi un libro. Pensai che sarebbe stato uno spreco usarlo
per i compiti di scuola così lo trasformai in un diario.
Incollai nella prima pagina una mia foto, alla quale feci seguire la descrizione sommaria di me stessa
con i relativi dati anagrafici.
Era quello il periodo delle esplorazioni emotive e delle prime esperienze sia sociali che affettive. Il
periodo in cui era tutto sotto analisi, la giovane età metteva ansia (il più delle volte ingiustificata) ad
ogni mia decisione.
In quel diario (dopo di esso non ce ne sono stati altri) non scrivevo mai fatti che seguissero una
metodica cronologia, ma lo usavo un po’ come il mio rifugio peccatoris.
Era il mio modo per realizzare il bisogno che avevo di guardare dentro me stessa,in modo riservato,
al fine d'imprigionare le mie emozioni in una perla della mia esistenza.
Ogni evento era lo strumento che guidava le mie scelte e le mie sensazioni.
In qualche pagina si poteva trovare oltre allo scritto anche qualche mio disegno, amavo disegnare
col chiaro-scuro o con la china rossa e nera oppure le mie prime ed acerbe presuntuosamente
chiamate poesie.
Quelle pagine raccoglievano più o meno circa quarant’anni della mia vita... Perché uso il verbo al passato?
Per il semplice fatto che non ce l’ho più , mi fu portato via dai ladri. Essendo chiuso in uno scrigno di legno pensarono che dentro ci fosse qualcosa di prezioso ed in effetti era così, ma non per loro.
Oggi, mi sarebbe piaciuto leggere i pensieri che aleggiavano nella mia testa a mano a mano che gli anni passavano, o alle ingenuità contenute nei versi di un altro tempo, forse avrei sorriso, ma di tutto questo l’unica cosa che ricordo di ciò che era contenuto in quelle pagine sono soltanto le parole con le quali si concludeva una di esse: Il momento più bello della mia giornata è quello in cui posso dirgli “Ti amo”
copertina rivestita di stoffa provenzale, con tutte foglioline verdi e i fogli erano di una carta di buona
qualità a righi, ne erano tanti sembrava quasi un libro. Pensai che sarebbe stato uno spreco usarlo
per i compiti di scuola così lo trasformai in un diario.
Incollai nella prima pagina una mia foto, alla quale feci seguire la descrizione sommaria di me stessa
con i relativi dati anagrafici.
Era quello il periodo delle esplorazioni emotive e delle prime esperienze sia sociali che affettive. Il
periodo in cui era tutto sotto analisi, la giovane età metteva ansia (il più delle volte ingiustificata) ad
ogni mia decisione.
In quel diario (dopo di esso non ce ne sono stati altri) non scrivevo mai fatti che seguissero una
metodica cronologia, ma lo usavo un po’ come il mio rifugio peccatoris.
Era il mio modo per realizzare il bisogno che avevo di guardare dentro me stessa,in modo riservato,
al fine d'imprigionare le mie emozioni in una perla della mia esistenza.
Ogni evento era lo strumento che guidava le mie scelte e le mie sensazioni.
In qualche pagina si poteva trovare oltre allo scritto anche qualche mio disegno, amavo disegnare
col chiaro-scuro o con la china rossa e nera oppure le mie prime ed acerbe presuntuosamente
chiamate poesie.
Quelle pagine raccoglievano più o meno circa quarant’anni della mia vita... Perché uso il verbo al passato?
Per il semplice fatto che non ce l’ho più , mi fu portato via dai ladri. Essendo chiuso in uno scrigno di legno pensarono che dentro ci fosse qualcosa di prezioso ed in effetti era così, ma non per loro.
Oggi, mi sarebbe piaciuto leggere i pensieri che aleggiavano nella mia testa a mano a mano che gli anni passavano, o alle ingenuità contenute nei versi di un altro tempo, forse avrei sorriso, ma di tutto questo l’unica cosa che ricordo di ciò che era contenuto in quelle pagine sono soltanto le parole con le quali si concludeva una di esse: Il momento più bello della mia giornata è quello in cui posso dirgli “Ti amo”
Racconto scritto il 03/11/2022 - 17:19
Letta n.356 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Hai ragione Mary, grazie mille per avermi letto. Buona domenica.
santa scardino 05/11/2022 - 19:06
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Bellissimo racconto, peccato che i ladri sono passati
Il diario, un grande tesoro
Il diario, un grande tesoro
Mary L 05/11/2022 - 19:00
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Abbraccio con affetto Mirko e Maria Luisa. Grazieeeeee
santa scardino 04/11/2022 - 12:33
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Un bellissimo racconto di ricordi dall'inizio alla fine.
Complimenti!
Complimenti!
Maria Luisa Bandiera 04/11/2022 - 07:41
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Bravissima Santa
Mirko D. Mastro 04/11/2022 - 05:50
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E come lo si può dimenticare, cara Anna, grazie per averlo colto.
santa scardino 03/11/2022 - 19:16
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La chiusa del racconto è il sunto della vita e quello che conta!! E infatti lo ricordi ancora.
Anna Cenni 03/11/2022 - 18:43
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Cara Marina, questo è uno dei miei dolori,ma la vita ce ne regala tanti, ma poi arrivano le amiche come te e non solo. GRAZIEEEEE
santa scardino 03/11/2022 - 18:37
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E' poesia questo tuo racconto.
Terribile che ti sia stato rubato, a me furono sottratti tutti i miei disegni da ragazza, ma diari ne ho sempre, decine e decine...
Commovente e coinvolgente questo tuo racconto di vita vera, vissuta.
Brava ad averne scritto, e così bene...
Ti abbraccio
Terribile che ti sia stato rubato, a me furono sottratti tutti i miei disegni da ragazza, ma diari ne ho sempre, decine e decine...
Commovente e coinvolgente questo tuo racconto di vita vera, vissuta.
Brava ad averne scritto, e così bene...
Ti abbraccio
Marina Assanti 03/11/2022 - 18:20
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