Mirella
Mirella, aveva 8 anni ed era la penultima di cinque figli, era una bambina gracile, capelli castani ed occhi nocciola. Quando non andava a scuola si alzava alle sei del mattino, usciva con suo padre per andare nei paesi limitrofi a vendere detersivi. Saliva sul retro del furgoncino, aiutava a caricare la merce e partivano. Lungo il percorso si stringeva nel suo cappottino e si divertiva a guardare le stelle. Una volta alla settimana doveva preparare la candeggina sciogliendo il cloro nell’acqua e poi distribuiva il tutto in bottiglie da un litro.
Oltre a ciò c’era la scuola, che lei frequentava con molto interesse, tanto che la sera pur di essere preparata faceva i compiti alla luce di una piccola lampada.
Anche la vita scolastica per Mirella non era facile, in quanto essendo un po’ balbuziente i compagni di classe la prendevano continuamente in giro.
Nella sua casa non c’erano e non c’erano mai stati giocattoli di alcun genere,per cui sia lei che le sue sorelle non avevano mai avuto una bambola.
Dopo pranzo e cena accostava uno sgabello al lavello e lavava i piatti stando molto attenta a non romperli.
Intanto cresceva e dalle scuole elementari passò a quelle medie, ma sua madre per alleggerire il suo menage familiare la mandò a completare gli studi presso una parente che abitava a Roma.
Mirella era felice di stare nel seno di una famiglia tranquilla, dove non era costretta a fare lavori non consoni alla sua età, doveva solo andare a scuola e fare i compiti.
Ma purtroppo quella pausa di pace era destinata a terminare a causa di un brutto litigio tra sua madre e la zia che la ospitava, terminarono così i due anni più felici della sua vita, anche perché tale serenità le aveva restituito il dono della parola.
Per Mirella il ritorno a casa e quindi al passato fu tragico, ovviamente niente più scuola, ma solo lavoro, compreso lo scarico dei pesanti scatoloni di detersivo ed alle faccende domestiche.
Tutto questo scatenò una frustrazione nell’animo di Mirella tanto che, avendo già una difficoltà nell’esprimersi decise di non parlare più.
Dovette aspettare i quindici anni per trasformare le sue fattezze adolescenziali in una
meravigliosa ragazza, aveva acquistato un fisico da modella,alta , slanciata e con le curve al punto giusto.
Intanto sua madre aveva sempre la fissa di come sistemare questa figlia con uno studiato matrimonio ed a questo proposito prese contatto con una sua cugina che viveva oltre oceano, la quale dopo un po’ di tempo rispose positivamente alla richiesta.
Mirella aveva da poco compiuto i sedici anni, preparano tutti i documenti, tra cui la dispensa data la giovane età e così fece anche la zia americana che oltre ai dovuti documenti d’ impatrio si preoccupò anche di trovarle due pretendenti disponibili al matrimonio.
Era già tutto pronto per la partenza, per via mare ovviamente, quando il destino decise diversamente.
Era la fine della primavera del 1975 e Mirella era per strada con una sua parente ad aspettare l’autobus che l’avrebbe riportata al suo paese.
Alla stessa fermata salì un giovane militare, di qualche anno più grande di lei,diretto nella caserma di appartenenza. Fu un colpo di fulmine, oppure una folgorazione, fatto sta che Paolo,questo era il suo nome, non riusciva a staccare lo sguardo da quella visione angelica. Ad un tratto si rese conto che era quasi arrivato alla fermata alla quale doveva scendere, ed allora cosa fare per poter avere notizie di quella ragazza, che comunque non era sola, situazione che gli avrebbe consentito di approcciarla, per cui si buttò su l’unica possibilità che gli venne in mente.
Usando tutta la sua persuasione convinse l’autista di allungare il più possibile il giro al fine di dargli il tempo di andare in caserma, prendere la sua macchina e raggiungere il pullman, in questo modo avrebbe scoperto dove sarebbe scesa la ragazza, scoprendo in questo modo più o meno dove abitasse.
Purtroppo malgrado la buona volontà dell’autista, a causa dei vari sensi unici,Paolo perse di vista il bus.
Ma la saetta dell’amore o quello che sembrava tale non si fermò, Paolo non si arrese e dopo varie indagini tartassando tutte le persone che conosceva del paese di Mirella, si ricordò di una cugina che abitava più o meno dalle parti in cui lui supponeva si fosse fermato l’autobus e guarda caso, dopo che Paolo le ebbe descritto Mirella, costei ne conosceva la madre, in quanto frequentavano lo stesso parrucchiere, ubicata a pochi passi dalla casa di Mirella.
A questo punto non gli restava che combinare l’incontro.
Paolo senza pensarci due volte andò a parlare con la parrucchiera, la quale capì subito di chi si trattasse e sapeva anche che Mirella era in procinto di partire per l’America, per cui gli suggerì di fare le cose in fretta se era davvero interessato a lei. Dopo un po’ di trattative si misero d’accordo facendo in modo che Paolo e Mirella si potessero incontrare nel suo negozio , all’insaputa di Mirella ovviamente, sapendo che altrimenti non avrebbe accettato.
Fu così che dopo qualche giorno, il progettato incontro si avverò. Fatte le presentazioni e constatato il previsto imbarazzo di Mirella, Paolo si offrì di accompagnarla a casa, chiedendole di poterla rivedere, ma Mirella dopo essersi rifiutata, sparì nel portone di casa, in fondo era un perfetto sconosciuto anche se la divisa le dava una certa garanzia, ma non le bastava.
Ma Paolo, deciso più che mai, a raggiungere il suo obbiettivo, una sera si mise tutto in tiro con la sua divisa, indossò l’abito della faccia tosta, ma si sa che l’amore scavalca ogni ostacolo e si presentò a casa di Mirella.
I genitori dopo aver ascoltato le richieste di Paolo, che si spingevano fino al matrimonio, la madre spiegò a Paolo che non era possibile attuare la sua richiesta perché era arrivato tardi, in quanto era già tutto pronto per la partenza verso l’America.
Dopo le insistenze e le assicurazioni di Paolo all’assolvimento delle sue promesse, la mamma lasciò a Mirella la scelta : Paolo o l’America.
Per Mirella furono momenti molto difficili, la scelta non era facile l’America era molto lontana,ma Paolo lo era altrettanto, era un uomo piacente, ma aveva un bel po’ di anni più di lei e poi non aveva avuta alcuna possibilità di un contatto personale, in sostanza non ne era innamorata, anche se dell’amore ne sapeva ben poco o niente, ma sapeva che il suo cuore, quando lo guardava non aveva avuto alcun fremito.
Sia l’America che Paolo erano per lei due mondi sconosciuti, l’unico vantaggio di Paolo era che non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola,e soprattutto il viaggio, poi c’era il problema della lingua e il vivere con persone sconosciute anche se si trattava di parenti, i quali le avevano preparato un bel(per loro) matrimonio a sorpresa. Fatte queste considerazioni Mirella prese la sua decisione e scelse Paolo.
Affrontò il matrimonio senza avere alcuna voce in capitolo né per la cerimonia né per l'abito nuziale, fu tutto deciso dalla mamma ma soprattutto dalla sorella dello sposo. Donna di gran classe e del bel mondo, questo secondo il suo giudizio.
Dire che la prima notte fu tragica è riduttivo, basta dire che dovettero portarla di corsa in ospedale, per rispetto non preciso i dettagli.
Tra il bello e cattivo tempo nacquero a poca distanza tre figlie. quando nacque l'ultima aveva soltanto 22 anni. Dopo pochissimi anni morta la suocera, costretta dal marito e cognata dovette prendersi cura in tutto e per tutto anche del suocero, il quale gradiva essere accudito esclusivamente da lei. Intanto che gli anni passavano Mirella cresceva assieme alle sue figlie dalle quali prendeva forza e coraggio rafforzando e prendendo coscienza della propria personalità e del suo essere 'donna' a tutti gli effetti, senza mai venir meno ai suoi doveri di moglie e di madre.
Per aiutare le figlie a crearsi un futuro professionale soddisfacente, si trovò un lavoro, prima in una fabbrichetta di jeans, in seguito come commessa in un negozio di pelletteria.
Il secondo lavoro le piaceva molto e oltre all'aiuto alla famiglia la gratificava moltissimo rendendola indipendente , consapevole e fiera delle sue capacità. Purtroppo anche questo lavoro fini, i proprietari del negozio essendo molto anziani decisero di cessare l'attività.
Successivamente alla laurea ed ai matrimoni delle figlie, per poter evadere dal tran tran quotidiano iniziò a frequentare con più assiduità le attività della parrocchia, ma in modo particolare la comunità Francescana. Incarico dopo incarico le permisero di diventare sempre più brava ed apprezzata nel campo dell’organizzazione comunitaria.
Per tre anni studiò con molto impegno e grande soddisfazioni tutte le scritture sacre liturgiche al fine di poter essere una suora laica. Attualmente è anche un membro attivo dell’AVO presso l’ospedale della nostra città.
Oggi Mirella è una donna con un passato, diciamo difficile, ma è comunque una donna che con le sue sole forze, ha saputo realizzarsi dando vita a ragioni concrete che le dessero la forza e la capacità di potersi costruire una vita utile agli altri e con gli altri. La sua vita è piena, si prende cura con grande amore della famiglia,con quell'amore che le viene da una pace interiore che ha conquistato con la sua costanza nel dedicare esclusivamente a Dio il senso della sua vita, pur restando una persona di grande sensibilità con la consapevolezza di avere cinque splendidi nipoti a cui si dedica ogni qualvolta viene richiesto il suo intervento di nonna sitter senza mai negarsi.
Oggi è una meravigliosa ultrasessantenne che allieta ed onora la mia casa.
Oltre a ciò c’era la scuola, che lei frequentava con molto interesse, tanto che la sera pur di essere preparata faceva i compiti alla luce di una piccola lampada.
Anche la vita scolastica per Mirella non era facile, in quanto essendo un po’ balbuziente i compagni di classe la prendevano continuamente in giro.
Nella sua casa non c’erano e non c’erano mai stati giocattoli di alcun genere,per cui sia lei che le sue sorelle non avevano mai avuto una bambola.
Dopo pranzo e cena accostava uno sgabello al lavello e lavava i piatti stando molto attenta a non romperli.
Intanto cresceva e dalle scuole elementari passò a quelle medie, ma sua madre per alleggerire il suo menage familiare la mandò a completare gli studi presso una parente che abitava a Roma.
Mirella era felice di stare nel seno di una famiglia tranquilla, dove non era costretta a fare lavori non consoni alla sua età, doveva solo andare a scuola e fare i compiti.
Ma purtroppo quella pausa di pace era destinata a terminare a causa di un brutto litigio tra sua madre e la zia che la ospitava, terminarono così i due anni più felici della sua vita, anche perché tale serenità le aveva restituito il dono della parola.
Per Mirella il ritorno a casa e quindi al passato fu tragico, ovviamente niente più scuola, ma solo lavoro, compreso lo scarico dei pesanti scatoloni di detersivo ed alle faccende domestiche.
Tutto questo scatenò una frustrazione nell’animo di Mirella tanto che, avendo già una difficoltà nell’esprimersi decise di non parlare più.
Dovette aspettare i quindici anni per trasformare le sue fattezze adolescenziali in una
meravigliosa ragazza, aveva acquistato un fisico da modella,alta , slanciata e con le curve al punto giusto.
Intanto sua madre aveva sempre la fissa di come sistemare questa figlia con uno studiato matrimonio ed a questo proposito prese contatto con una sua cugina che viveva oltre oceano, la quale dopo un po’ di tempo rispose positivamente alla richiesta.
Mirella aveva da poco compiuto i sedici anni, preparano tutti i documenti, tra cui la dispensa data la giovane età e così fece anche la zia americana che oltre ai dovuti documenti d’ impatrio si preoccupò anche di trovarle due pretendenti disponibili al matrimonio.
Era già tutto pronto per la partenza, per via mare ovviamente, quando il destino decise diversamente.
Era la fine della primavera del 1975 e Mirella era per strada con una sua parente ad aspettare l’autobus che l’avrebbe riportata al suo paese.
Alla stessa fermata salì un giovane militare, di qualche anno più grande di lei,diretto nella caserma di appartenenza. Fu un colpo di fulmine, oppure una folgorazione, fatto sta che Paolo,questo era il suo nome, non riusciva a staccare lo sguardo da quella visione angelica. Ad un tratto si rese conto che era quasi arrivato alla fermata alla quale doveva scendere, ed allora cosa fare per poter avere notizie di quella ragazza, che comunque non era sola, situazione che gli avrebbe consentito di approcciarla, per cui si buttò su l’unica possibilità che gli venne in mente.
Usando tutta la sua persuasione convinse l’autista di allungare il più possibile il giro al fine di dargli il tempo di andare in caserma, prendere la sua macchina e raggiungere il pullman, in questo modo avrebbe scoperto dove sarebbe scesa la ragazza, scoprendo in questo modo più o meno dove abitasse.
Purtroppo malgrado la buona volontà dell’autista, a causa dei vari sensi unici,Paolo perse di vista il bus.
Ma la saetta dell’amore o quello che sembrava tale non si fermò, Paolo non si arrese e dopo varie indagini tartassando tutte le persone che conosceva del paese di Mirella, si ricordò di una cugina che abitava più o meno dalle parti in cui lui supponeva si fosse fermato l’autobus e guarda caso, dopo che Paolo le ebbe descritto Mirella, costei ne conosceva la madre, in quanto frequentavano lo stesso parrucchiere, ubicata a pochi passi dalla casa di Mirella.
A questo punto non gli restava che combinare l’incontro.
Paolo senza pensarci due volte andò a parlare con la parrucchiera, la quale capì subito di chi si trattasse e sapeva anche che Mirella era in procinto di partire per l’America, per cui gli suggerì di fare le cose in fretta se era davvero interessato a lei. Dopo un po’ di trattative si misero d’accordo facendo in modo che Paolo e Mirella si potessero incontrare nel suo negozio , all’insaputa di Mirella ovviamente, sapendo che altrimenti non avrebbe accettato.
Fu così che dopo qualche giorno, il progettato incontro si avverò. Fatte le presentazioni e constatato il previsto imbarazzo di Mirella, Paolo si offrì di accompagnarla a casa, chiedendole di poterla rivedere, ma Mirella dopo essersi rifiutata, sparì nel portone di casa, in fondo era un perfetto sconosciuto anche se la divisa le dava una certa garanzia, ma non le bastava.
Ma Paolo, deciso più che mai, a raggiungere il suo obbiettivo, una sera si mise tutto in tiro con la sua divisa, indossò l’abito della faccia tosta, ma si sa che l’amore scavalca ogni ostacolo e si presentò a casa di Mirella.
I genitori dopo aver ascoltato le richieste di Paolo, che si spingevano fino al matrimonio, la madre spiegò a Paolo che non era possibile attuare la sua richiesta perché era arrivato tardi, in quanto era già tutto pronto per la partenza verso l’America.
Dopo le insistenze e le assicurazioni di Paolo all’assolvimento delle sue promesse, la mamma lasciò a Mirella la scelta : Paolo o l’America.
Per Mirella furono momenti molto difficili, la scelta non era facile l’America era molto lontana,ma Paolo lo era altrettanto, era un uomo piacente, ma aveva un bel po’ di anni più di lei e poi non aveva avuta alcuna possibilità di un contatto personale, in sostanza non ne era innamorata, anche se dell’amore ne sapeva ben poco o niente, ma sapeva che il suo cuore, quando lo guardava non aveva avuto alcun fremito.
Sia l’America che Paolo erano per lei due mondi sconosciuti, l’unico vantaggio di Paolo era che non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola,e soprattutto il viaggio, poi c’era il problema della lingua e il vivere con persone sconosciute anche se si trattava di parenti, i quali le avevano preparato un bel(per loro) matrimonio a sorpresa. Fatte queste considerazioni Mirella prese la sua decisione e scelse Paolo.
Affrontò il matrimonio senza avere alcuna voce in capitolo né per la cerimonia né per l'abito nuziale, fu tutto deciso dalla mamma ma soprattutto dalla sorella dello sposo. Donna di gran classe e del bel mondo, questo secondo il suo giudizio.
Dire che la prima notte fu tragica è riduttivo, basta dire che dovettero portarla di corsa in ospedale, per rispetto non preciso i dettagli.
Tra il bello e cattivo tempo nacquero a poca distanza tre figlie. quando nacque l'ultima aveva soltanto 22 anni. Dopo pochissimi anni morta la suocera, costretta dal marito e cognata dovette prendersi cura in tutto e per tutto anche del suocero, il quale gradiva essere accudito esclusivamente da lei. Intanto che gli anni passavano Mirella cresceva assieme alle sue figlie dalle quali prendeva forza e coraggio rafforzando e prendendo coscienza della propria personalità e del suo essere 'donna' a tutti gli effetti, senza mai venir meno ai suoi doveri di moglie e di madre.
Per aiutare le figlie a crearsi un futuro professionale soddisfacente, si trovò un lavoro, prima in una fabbrichetta di jeans, in seguito come commessa in un negozio di pelletteria.
Il secondo lavoro le piaceva molto e oltre all'aiuto alla famiglia la gratificava moltissimo rendendola indipendente , consapevole e fiera delle sue capacità. Purtroppo anche questo lavoro fini, i proprietari del negozio essendo molto anziani decisero di cessare l'attività.
Successivamente alla laurea ed ai matrimoni delle figlie, per poter evadere dal tran tran quotidiano iniziò a frequentare con più assiduità le attività della parrocchia, ma in modo particolare la comunità Francescana. Incarico dopo incarico le permisero di diventare sempre più brava ed apprezzata nel campo dell’organizzazione comunitaria.
Per tre anni studiò con molto impegno e grande soddisfazioni tutte le scritture sacre liturgiche al fine di poter essere una suora laica. Attualmente è anche un membro attivo dell’AVO presso l’ospedale della nostra città.
Oggi Mirella è una donna con un passato, diciamo difficile, ma è comunque una donna che con le sue sole forze, ha saputo realizzarsi dando vita a ragioni concrete che le dessero la forza e la capacità di potersi costruire una vita utile agli altri e con gli altri. La sua vita è piena, si prende cura con grande amore della famiglia,con quell'amore che le viene da una pace interiore che ha conquistato con la sua costanza nel dedicare esclusivamente a Dio il senso della sua vita, pur restando una persona di grande sensibilità con la consapevolezza di avere cinque splendidi nipoti a cui si dedica ogni qualvolta viene richiesto il suo intervento di nonna sitter senza mai negarsi.
Oggi è una meravigliosa ultrasessantenne che allieta ed onora la mia casa.
Racconto scritto il 27/12/2022 - 19:05
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Bellissima la storia , la vita, di Mirella. Mirella "è" la donna, con tutta la sua forza la sua bellezza la sua natura di fonte di vita e di progresso, di promozione della vita e della vitalità, bella e concreta, sognatrice e attentissima alla realtà. Bellissima virtù in un bellissimo racconto-verità! Grazie, e complimenti, Santa!!
bruno palumbo 28/12/2022 - 17:45
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Viva le done, grazie Marina. Buona serata.Ti abbraccio.
santa scardino 27/12/2022 - 20:49
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Storia molto interessante.
Bellissima questa tua dedica.
Le donne hanno una forza e una determinazione senza pari...
Complimenti, Santa, un abbraccio
Bellissima questa tua dedica.
Le donne hanno una forza e una determinazione senza pari...
Complimenti, Santa, un abbraccio
Marina Assanti 27/12/2022 - 20:45
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Grazie Anna,per me è un piacere/onore averla come amica da più d quarant'anni. E' stata lei stessa a chiedermi di scrivere la sua storia ed io ne sono stata felice. Ti abbraccio.
santa scardino 27/12/2022 - 20:39
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Questa signora Mirella è una forza della natura,sarà molto felice di entrare nella tua casa, tu da come ti leggo, le assomigli un po' nel cuore. Scrivi sempre in un modo così piacevole da leggere!! Bella la storia!! Evviva le donne!!
Anna Cenni 27/12/2022 - 20:30
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