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2.0

Scrivemmo insieme la
più bella delle poesie tra
le pieghe del nostro letto,
e all’approssimarsi di ogni nuova
alba mi ritrovasti perché di questo
dono ne ho grande rispetto.
Mi trovasti chino sul tavolo, sopraffatto
dal sonno… e ridesti, leggendo nella
polvere che lasciai s’adagiasse piano,
per pigrizia, mentre dormivi
inconsapevole… ma forse non ricordi.
Scrissi con l’indice, esitando, che ti amo.
Tra le pieghe del nostro letto
mi sussurrasti all'orecchio, adagio,
quanto già allora trovavi gli rassomiglio.
Ora dopo tredici anni dobbiamo trovare in
noi l’accortezza per spiegare che papà
e mamma non si amano più a nostro figlio.


(24 dicembre 2023, nozze di lino)



…scritta su di un foglio che cade dalle pagine de Il nome del vento, di Patrick Rothfuss…



“Era di nuovo notte. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.
(…)
Il terzo silenzio non era facile da notare. Se foste rimasti in ascolto per un’ora, avreste potuto cominciare a sentirlo nel pavimento di legno sotto i piedi e nei ruvidi barili scheggiati dietro il bancone. Era nel peso del focolare di pietra nera che tratteneva il calore di un fuoco spento da molto. Era nel lento andirivieni di un bianco panno di LINO che sfregava le venature del bancone. Ed era nelle mani dell’uomo che se ne stava lì in piedi a pulire un tratto di mogano che già risplendeva alla luce delle lampade.
(…)
I suoi occhi erano scuri e distanti, e lui si muoveva con la sottile certezza che proviene dal conoscere molte cose. La Pietra miliare era sua, proprio come il terzo silenzio. Era appropriato, dato che dei tre era il silenzio più grande, che avvolgeva gli altri. Era profondo e vasto come la fine dell’autunno. Era pesante come una grossa pietra levigata dal fiume. Era il paziente suono di fiori recisi, di un uomo che sta aspettando…”


Dietro al foglio…


Ho scritto la mia poesia
più bella
tra le pieghe del tuo letto,
e a ogni alba
mi ritroverai perché
ne ho un profondo rispetto.
Mi troverai perché sul tavolo,
nella polvere che ho
lasciato si adagiasse piano,
per pigrizia, mentre dormivi
serena e splendida
ho scritto che ti amo.
Tra le pieghe del tuo letto
mi hai sussurrato all'orecchio
che senti già gli rassomiglio.
Ora dobbiamo trovare in noi
la maturità,
e un nome per nostro figlio.


(5 maggio 2009)



…il foglio torna tra le pagine del libro che ritrova la sua sagoma polverosa sulla mensola.




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Racconto scritto il 23/01/2023 - 12:32
Da Mirko D. Mastro
Letta n.386 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Grazie Zio.
Aquila, ti ringrazio per la visita.

Mirko D. Mastro 25/01/2023 - 08:06

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Come ogni volta Leggerti è sempre un piacere e soprattutto sono contento che hai ricevuti apprezzamenti da tanti autori del gruppo che meglio sanno capire la Tua Poesia
ancora complimenti.

Zio Frank Storie del gufo 24/01/2023 - 17:24

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Amarezza agra dell'addio.

Aquila Della Notte 23/01/2023 - 21:08

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Allora quello scrittore..molto ti rassomiglia!!

Anna Cenni 23/01/2023 - 13:26

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Grazie Marina
E grazie Anna... il racconto della locanda è dello scrittore statunitense Rothfuss, autore tra gli altri del libro Lo sguardo lento delle cose mute.



Mirko D. Mastro 23/01/2023 - 13:18

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Va vento, e bisbiglia piano, tra l'uscio e il cortile che il silenzio è sempre troppo quando sibila in viso a chi sta aspettando. Ho ammirato il racconto della locanda misterioso e inquietante!! Ci sarà un seguito?
Ogni volta che scrivi..migliori..o ti migliora?

Anna Cenni 23/01/2023 - 13:11

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Un capolavoro poetico... la vita tra gioia e dramma, in una struggente composizione poetica come tu, Mastro Poeta, puoi e sai scrivere... con l'anima.
Complimenti sinceri, di cuore, e... ti capisco

Marina Assanti 23/01/2023 - 12:44

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