Il vento di ponente non ancora arriccia l'onde
del mar che spumeggianti abbracciano il lido
Questo pelago ancor dormiente, si scrolla dalla pigrizia invernale.
La bionda arena non si incapriccia con quelle folate d 'Agosto che scendon dal monte .
Tutto è ancor muto ma tosto il sol varchera
Il suo posto in leone ,quinci quel luccichio
sulla marina allieterà le ore .
Ma tu ove sei figlio del turbinoso ponto,
che chiama l 'anime sue a lui più care ?
Non odo il son della tua voce, non vedo la tua ombra sull arenile, non ti bagni nei flutti di luglio.
Solevi cullarti tra quelle acque , ed io miravo il legame profondo: tu eri fatto di mare.
Inver ci risona un cupo cruccio ,
sora morte non lascia, la memoria sua non lassa sempre pronta a mieter il suo grano.
E quando più la garba la sua falce infissa.
OH amara vita che ti pieghi come spiga ,
perché non ti curi da tanta fatica?
Teneri come germogli siamo recisi vinti nullapiu.
Quanto più dimentichi del fatal inganno ,
più ella preme morde a far fracasso.
All'ombra dei pini ora il tuo sonno senza veglia
Nel silenzio di color che furon e mostran l'ossa al tempo ,
ti sei congiunto
Ma non e castigo tutti sarem
per caduco fato
freddi e tristi ceppi nella nera terra .
Eppur sarà sempre viva la natura d 'intorno.
La piova, il sereno ,il vento .
Noi miserrimi abbiamo visto , gioito
Qui si tace ogni sogno ,ogni sospiro
Corrado cioci
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