Una stanza d'ospedale,il riverbero del sole sui vetri e un cielo azzurro che fa capolino,attraverso le strisce parasole alle finestre .
Ho ancora la testa tra le nuvole, perché non ricordo come sia finita in questo reparto : Geriatria...
Dieci anni fa in questo reparto hanno "ammazzato" mio marito, perché non gli è stato dato soccorso dopo una perforazione dell'intestino a seguito di una peretta alta..
Devo dire che ho paura, perché mi hanno ricoverata con Gastroenterite acuta...
Non riesco a muovermi e gli OSS e gli infermieri si prendono cura di me.
Devo dire, a onor del vero, che ogniqualvolta li chiamo,vengono e mi prestano le cure del caso con molta gentilezza .
Saranno cambiate le persone!
Sarà cambiato il modo di gestire il reparto...
-Teresa, come va questa mattina?
Un medico che inconsciamente ho visto presso il mio letto,nei giorni di incoscienza...
È simpatico, ha gli occhi chiari sempre in movimento e una propensione al dialogo..
Così la dolcissima signora 98enne diviene sua madre, l'altra signora 88enne la zia e io, 75enne ,una sorella.
Mette tutti a proprio agio col suo modo di fare,ma, la cosa che mi colpisce di più è lo stetoscopio, che porta sempre a tracolla.
Credo che sia un'appendice della sua personalità, perché ama questo strumento...Lo adopera come una fionda e raggiunge i vari pazienti, di cui deve auscultare il cuore. E poi lo disinfetta, lo cura come un tesoro...
Ha un animo buono e spesso recita qualche preghiera, come se fosse un cappellano, mandato a consolare le anime.
Mi piace!
È raro incontrare medici, che non si diano arie da grandi guaritori, che ti conquistino con la loro modestia e professionalità.
Poco alla volta ha conquistato la mia fiducia e riesco a parlare con lui dei miei problemi, che non sottovaluta, anzi, mi fa fare accertamenti che hanno a che fare con la mia salute in generale, non con il problema per cui sono stata ricoverata.
Un vecchio detto dice che, durante una malattia, il medico diventa il confessore, a cui confidare ogni pena.
Questa fiducia è il massimo riconoscimento di gratitudine verso chi si adopera, per sentirsi dire:
"Grazie Dottore".
Ho ancora la testa tra le nuvole, perché non ricordo come sia finita in questo reparto : Geriatria...
Dieci anni fa in questo reparto hanno "ammazzato" mio marito, perché non gli è stato dato soccorso dopo una perforazione dell'intestino a seguito di una peretta alta..
Devo dire che ho paura, perché mi hanno ricoverata con Gastroenterite acuta...
Non riesco a muovermi e gli OSS e gli infermieri si prendono cura di me.
Devo dire, a onor del vero, che ogniqualvolta li chiamo,vengono e mi prestano le cure del caso con molta gentilezza .
Saranno cambiate le persone!
Sarà cambiato il modo di gestire il reparto...
-Teresa, come va questa mattina?
Un medico che inconsciamente ho visto presso il mio letto,nei giorni di incoscienza...
È simpatico, ha gli occhi chiari sempre in movimento e una propensione al dialogo..
Così la dolcissima signora 98enne diviene sua madre, l'altra signora 88enne la zia e io, 75enne ,una sorella.
Mette tutti a proprio agio col suo modo di fare,ma, la cosa che mi colpisce di più è lo stetoscopio, che porta sempre a tracolla.
Credo che sia un'appendice della sua personalità, perché ama questo strumento...Lo adopera come una fionda e raggiunge i vari pazienti, di cui deve auscultare il cuore. E poi lo disinfetta, lo cura come un tesoro...
Ha un animo buono e spesso recita qualche preghiera, come se fosse un cappellano, mandato a consolare le anime.
Mi piace!
È raro incontrare medici, che non si diano arie da grandi guaritori, che ti conquistino con la loro modestia e professionalità.
Poco alla volta ha conquistato la mia fiducia e riesco a parlare con lui dei miei problemi, che non sottovaluta, anzi, mi fa fare accertamenti che hanno a che fare con la mia salute in generale, non con il problema per cui sono stata ricoverata.
Un vecchio detto dice che, durante una malattia, il medico diventa il confessore, a cui confidare ogni pena.
Questa fiducia è il massimo riconoscimento di gratitudine verso chi si adopera, per sentirsi dire:
"Grazie Dottore".
Racconto scritto il 30/08/2023 - 17:49
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Commenti
E' bello trovare conforto in una struttura pubblica dove le sofferenze hanno dimora. Una testimonianza raccontata con molto garbo, ciao
Francesco Scolaro 31/08/2023 - 12:06
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Dovrebbe essere una lettera da far leggere ai dottori che non danno molta importanza ai pazienti e poi si lamentano e si vede da lontano non sono contenti neanche loro stessi, io credo che abbiano sbagliato professione se non te la senti di avvicinarti in tutti i sensi ai pazienti mettiti una mano sulla coscienza e cambia mestiere, sarai più soddisfatto tu e farai soffrire meno creature, con l'indifferenza non si aiuta nessuno Grazie Teresa della tua testimonianza, credo faccia riflettere tantissimi, anch'io ne ho conosciuto di professionisti così meravigliosi e non li dimentico mai li porto come esempio appena posso Grazie
FADDA TONINO 31/08/2023 - 07:37
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Bel racconto, interessante e scorrevole.
Maria Luisa Bandiera 31/08/2023 - 07:13
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